Mendrisiotto

‘Abbiamo una trattativa’, Burberry rialza le serrande

L'azienda ha accettato di trattare con i sindacati sul licenziamento collettivo comunicato lo scorso mese. In mattinata i due negozi non avevano aperto.

I punti vendita si trovano al terzo piano del FoxTown
26 luglio 2021
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Ha avuto l'effetto sperato il presidio indetto quest'oggi dai sindacati all'esterno dei due negozi Burberry del FoxTown di Mendrisio. In mattinata le serrande del noto marchio di moda britannico erano rimaste abbassate, tra lo stupore dei turisti e il disappunto della direzione del factory stores. Alla base del problema, un licenziamento collettivo che avrebbe dovuto toccare 15 dei 35 dipendenti impiegati presso i due punti vendita del capoluogo momò. Un fatto che ha subito messo in allerta Unia e Ocst, chiamati in causa dagli stessi lavoratori per tutelare i propri interessi, duri nel denunciare attraverso un comunicato l'atteggiamento dell'azienda. «A deludere maggiormente non è tanto l'intenzione di voler effettuare una serie di tagli, ma i modi utilizzati dall'azienda», ci ha spiegato il segretario generale Ocst Mendrisiotto Giorgio Fonio all'esterno delle vetrine che, quasi ironicamente, esibivano il cartello “in fase di allestimento”. «Ci troviamo di fronte a una situazione dove i collaboratori sono trattati come semplici oggetti. Lavoratori che nella vita privata sono magari anche padri e madri di famiglia». I rappresentanti dei due negozi, da noi contattati telefonicamente, hanno preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda. 

‘Si riapre’

Dal nostro sopralluogo all'esterno dei negozi, avvenuto nel primo pomeriggio, la situazione è però cambiata drasticamente. Il marchio, attraverso i suoi rappresentanti legali, ha infatti fatto sapere di accettare una trattativa con i sindacati. Un passo avanti che ha anche permesso ai due punti vendita situati al terzo piano del centro commerciale di riaprire, con le serrande che si sono rialzate alle 16:45. «L'azienda ci ha fatto sapere che ha deciso d'intavolare una trattativa con i sindacati, che inizierà presto e speriamo potrà dare buoni frutti», ci ha fatto sapere al telefono un soddisfatto Giorgio Fonio mentre i clienti tornavano a osservare la merce esposta sugli scaffali dei negozi. «Già domani avremo un primo incontro. Il fatto che la nostra richiesta di un confronto con i sindacati sia stata accettata, evitando trattative individuali con i singoli impiegati, è positivo», commenta Giangiorgio Gargantini, segretario regionale Unia per il Ticino e Moesano. 

Criticati i metodi

A finire nell'occhio del ciclone erano stati, appunto, i metodi utilizzati dall'azienda per comunicare ai 35 collaboratori l'intenzione di ridurre il personale. Un primo avviso in merito all'apertura della procedura di consultazione, a seguito di un possibile licenziamento collettivo, era stato fatto pervenire ai dipendenti il 28 giugno. Intervenuti in tutela degli interessi dei lavoratori toccati dalla misura, i sindacati hanno da subito notato “la mancanza di volontà dell'azienda e dei suoi rappresentanti legali nell'intavolare un dialogo, preferendo discutere singolarmente con i collaboratori”. Alla vicenda si è poi aggiunto un altro capitolo lo scorso venerdì. Il marchio di moda ha comunicato ai dipendenti, via posta elettronica, la possibilità d'inoltrare entro poco meno di un'ora eventuali comunicazioni da parte di chi volontariamente voleva lasciare l'azienda. «Si tratta di un ricatto vero e proprio – ha affermato prima della notizia della riapertura Gargantini –. È stata offerta un'indennità di uscita a coloro che avrebbero acconsentito al licenziamento. Per gli altri, invece, non sarebbe stata corrisposta nessuna cifra». Un atteggiamento che i rappresentanti dei lavoratori non hanno avuto timore nel definire, con un emblematico gioco di parole, “Più da barbari che da Burberry”. Situazione che però, alla luce dei recenti sviluppi, potrebbe aver preso una svolta decisiva. 

‘FoxTown si distanzia’

La vicenda legata al noto marchio non ha certo lasciato indifferente la direzione del famoso factory store di Mendrisio. Attraverso un cartello esposto all'esterno dei due negozi, collocati a pochi metri uno dall'altro al terzo piano, il FoxTown ha preso posizione stamane ribadendo chiaramente che «l'odierna mancata apertura del punto vendita Burberry è contraria alle regole del centro e non autorizzata dalla Direzione». A essere chiamato in causa dai sindacati è stata anche la Sezione del lavoro, alla quale Unia e Ocst hanno chiesto sostegno per ribadire con forza che certi atteggiamenti non possono essere tollerati in Ticino. Una richiesta che è stata fatta fino da subito al fine di limitare, si legge nel comunicato, “un atteggiamento affatto collaborativo, arrogante e irrispettoso della dignità dei lavoratori che Burberry ha dimostrato già nelle prime battute di questa vicenda”. 

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