A fine giugno la società ha comunicato ai dipendenti l'apertura della proceduta di consultazione. Ocst e Unia stanno lavorando per tutelare i dipendenti
A fine giugno la società Burberry ha comunicato ai dipendenti l’apertura della procedura di consultazione a seguito di un possibile licenziamento collettivo. Una misura che interesserebbe 15 dei 35 dipendenti impiegati ne due negozi del FoxTown di Mendrisio. Ocst e Unia hanno ricevuto dai dipendenti il mandato di rappresentanza “allo scopo di ridurre al minimo i disagi derivanti da un eventuale licenziamento”. Questa mattina all'entrata del negozio la direzione del FoxTown ha affisso un cartello in cui si comunica che la “mancata apertura del punto vendita è contraria alle regole e non autorizzata dalla direzione”. Da noi contattata, la società Burberry non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
I sindacati, si legge in una nota congiunta, “hanno immediatamente preso posizione scrivendo all’azienda chiedendo di sospendere momentaneamente la procedura di consultazione al fine di poter avviare una proficua discussione tra le parti coinvolte, volta ad analizzare la fattispecie e a valutare le necessarie misure a salvaguardia dei collaboratori e dei posti di lavoro” e hanno contattato anche la sezione del lavoro “per chiedere sostegno in una situazione che fin da subito è apparsa critica considerando l’atteggiamento affatto collaborativo, arrogante e irrispettoso della dignità dei lavoratori che Burberry ha dimostrato già nelle prime battute di questa brutta vicenda”. Stando a quanto riferito dai due sindacati, infatti, “l'azienda e i suoi rappresentanti legali hanno fin da subito evitato il dialogo, preferendo discutere singolarmente con i collaboratori in una modalità riprovevole dove, sfruttando la paura e l’angoscia della possibile perdita del posto di lavoro, hanno giocato con la vita di uomini e donne, padri e madri di famiglia illudendoli di ascoltare le loro proposte”.
Alle 15.33 di venerdì scorso l'azienda ha scritto ai collaboratori comunicando la conclusione della procedura di consultazione “e che avrebbe atteso le 16.30 (ben 57 minuti di tempo!!!) per ricevere eventuali comunicazioni da parte di dipendenti che volontariamente volevano lasciare l’azienda”. La comunicazione, aggiungono i sindacati, “è stata accompagnata da un ricatto: chi avrebbe dato il proprio consenso al licenziamento avrebbe percepito un’indennità di uscita, chi, al contrario, non acconsentiva, sarebbe stato licenziato senza alcuna indennità di uscita. Un atteggiamento più da barbari che da Burberry!”