Il consuntivo 2020 vede entrate fiscali 'soddisfacenti' e meno debiti. Un punto dolente? La revoca di diversi permessi B
Le cifre, si sa, non mentono. Stavolta, però, non sono riuscite a mettere Chiasso in una posizione troppo scomoda. Anzi. Nonostante la crisi sanitaria da Covid-19 e gli inevitabili segni negativi, tirate le somme del consuntivo 2020, la cittadina ha saputo tenere la barra dritta, contenendo e quasi dimezzando, di fatto, il disavanzo; che si è rivelato inferiore alle previsioni. Tre, in particolare, gli indicatori che rincuorano il Municipio guidato da Bruno Arrigoni: le entrate fiscali, generose, una situazione di sostanziale equilibrio - anche sul fronte dei casi di assistenza (che pesano per 1,6 milioni) -, e una frenata dell'indebitamento. E di questi tempi non è poco. A conti fatti, contabilizzata una "influenza negativa della pandemia" di 1,3 milioni, il risultato d'esercizio ha restituito un saldo negativo di circa 196mila franchi (a fronte dei 363mila segnalati a preventivo). Anche se, ammette il sindaco, si sono ridotti gli investimenti. Un rallentamento che nel prossimo futuro, conferma, chiamerà il Comune a tutta una serie di ristrutturazioni, scuole dell'infanzia e palestre in primis.
Si puo dire, quindi, che Chiasso ha retto all'ondata pandemica, anche sul piano delle finanze? «Certo - ci risponde Arrigoni -. Sappiamo che il nostro moltiplicatore è elevato - e a quota 90 per cento, ndr -, ma che potremmo scendere pure sino all'87 per cento. Arretrare ora, però - avverte il sindaco -, non sarebbe una decisione saggia. Nella situazione attuale siamo chiamati a tenere sotto controllo i costi (senza essere maniacali); è questo che ci ha permesso di parare il colpo della pandemia». Sia chiaro, nessuno ancora canta vittoria, sebbene questi primi mesi del 2021 confermino la bontà della strategia. Le incognite non mancano guardando al futuro, a cominciare, fa memoria il capo contabile Claudio Bernasconi, dall'incidenza effettiva che il Covid avrà sulle imposte. «Incidenza che resta ancora da verificare, anche se sembra un po' meno grave di quanto prospettato». Per il sindaco, poi, ci sono almeno un paio di punti interrogativi da sciogliere nel 2021. «Mi riferisco all'impatto che potrebbe avere il telelavoro su residenti e lavoratori e quanto riverserà sui Comuni il Cantone». Gli scenari sono aperti.
Sono, però, anche altre le cifre che danno da pensare all'autorità cittadina. In questi ultimi anni Chiasso ha visto erodere il numero dei suoi abitanti, che nel 2020 ha toccato quota 7'727 (nel 2016 erano 8'377), con nascite e matrimoni in evidente calo e decessi in amento (soprattutto nell'anno del Covid). «Sono informazioni - commenta Arrigoni - che fanno riflettere». Il sindaco individua, in particolare, tre ragioni all'origine del calo demografico. «Risiedono nell'andamento dello stato civile, nella difficoltà per le famiglie di trovare qui la classica abitazione con giardino e, non da ultimo, le revoche sancite dalla politica cantonale sui permessi B, che si contano in parecchie decine. Un dato, quest'ultimo, che in genere si sottovaluta».
Il risultato? Tanti residenti si sono trasformati in frontalieri. Insomma, da un lato il Cantone ha stretto sui controlli, dall'altro il Comune ha pagato lo scotto del cambio di ruolo di lavoratori e imprenditori. «Tutte persone - fa notare Arrigoni - che per noi alimentano l'indotto cittadino. Essendo sul confine, del resto, abbiamo delle attività gestite da cittadini stranieri. E questa politica incide». Di storie, di recente, al sindaco di Chiasso ne hanno raccontate diverse: il fenomeno c'è.