Il Municipio di Novazzano invita la popolazione a non sottoscrivere il referendum contro le tre palazzine per la terza e quarta età autosufficiente
Un invito a non firmare il referendum indetto a Novazzano per respingere la richiesta di credito di 2,2 milioni di franchi per la progettazione delle tre palazzine per “anziani autosufficienti” a Casate. A sottoscriverlo, questa volta, dopo il lancio della raccolta di firme ad opera di un gruppo apartitico di cittadini, il Municipio. E lo fa in risposta, come paventato dai referendari, a "un investimento avventato, rischioso e insostenibile”. Se, infatti, l'esecutivo si dice da una parte concorde sui quattro punti citati nel volantino dei referendisti inerenti alla contrarietà all’aumento del moltiplicatore, alla cementificazione selvaggia, alla segregazione degli anziani e al salto nel vuoto a spese dei nostri figli, dall'altra puntualizza che "la somma richiesta risulta sostenibile dal Piano finanziario comunale aggiornato a fine 2020 e sottoposto al Consiglio comunale. Non si tratta di un progetto irrealistico rispetto alle dimensioni di Novazzano poiché le stime cantonali prevedono che nell’immediato futuro avremo un aumento considerevole della popolazione anziana. Non è un intervento dannoso dal punto di vista ambientale in quanto vengono concretizzati gli intendimenti previsti dal Piano regolatore, su un terreno già di nostra proprietà, da sempre pensato a scopi sociali e nel merito mai osteggiato, ubicato a ridosso della casa medicalizzata, con la potenzialità di sfruttare le sinergie infermieristiche".
Non è dunque d'accordo il Municipio sul fatto che l’anziano a Casate possa risultare "segregato, godendo di interessanti opportunità relazionali anche con il Centro diurno, sempre ben frequentato, in un contesto ambientale ampio e luminoso, aperto a tutti. Per contro l’ipotesi di insediare gli appartamenti per anziani autosufficienti in centro paese comporta parecchie criticità".