Tra i gruppi politici la maggioranza non vede nel potenziamento dell'autostrada fra Mendrisio e Lugano la soluzione ai problemi di traffico
Il timore che il traffico aumenti c'è ed è reale, nonostante piani e antidoti. Eppure il progetto di una terza corsia dinamica sull’A2 fra Mendrisio e Lugano non riesce a fare breccia dentro e fuori le istituzioni del Distretto. A livello federale la si considera una soluzione, negli orari di punta, per snellire l'andirivieni di auto e Tir. Il Cantone, però, rischia di ritrovarsi sul tavolo tutta una serie di prese di posizione critiche al seguito della consultazione chiusa lunedì scorso. Senza trascurare che a fare pressione per una risposta più rispettosa del paesaggio (in particolare lungo il Ceresio) e della qualità di vita della popolazione locale ci sono (a oggi) le ormai 5'200 firme raccolte dalla petizione lanciata da un gruppo di cittadini di Melano e destinata a essere recapitata alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga.
In effetti, le perplessità appaiono essere trasversali. Dubbi, quelli che permeano cittadinanza e politica locale, che aprono altresì a diversi interrogativi. D’un canto, ci si chiede, le misure accompagnatorie previste dalla variante - la cosiddetta 4/2 - scelta da Ustra, l’Ufficio federale delle strade, e invocata dalla Commissione regionale dei trasporti, con nuovi svincoli e la messa in galleria di tratti fra Grancia e Melide e tra Bissone e Maroggia, soddisfa appieno le autorità comunali? Lo si capirà a breve anche dalle osservazioni recapitate a Palazzo delle Orsoline dal Municipio di Mendrisio: le sue preoccupazioni, del resto, le aveva già manifestate nel gennaio del 2019 a fronte di possibili ricadute pure sul traffico interno. E d’altra parte, se il Mendrisiotto farà muro all’opera - che sulla carta sarà ultimata nel 2040 -, come si reagirà a Berna? Per ora queste domande rimangono in sospeso.
Ciò che è evidente, invece, è che la maggior parte delle forze politiche della Città pende dalla parte dei contrari. Quindi a dire ‘no’ al potenziamento dell’autostrada non sono solo Sinistra e Verdi, allergici, di principio a qualsiasi ampliamento stradale. A temere, per primi, che si possano ripetere gli errori del passato sono gli esponenti del Plr locale. Nel piatto un investimento di quasi 2 miliardi di franchi, questa proposta per il capogruppo in Consiglio comunale Giovanni Poloni non traduce «reali benefici per la popolazione locale e per il territorio». Nella memoria, d’altro canto, a Mendrisio (anzi nel Quartiere di Capolago), ci sono le esperienze (negative) del passato. «La tematica, non dimentichiamolo - richiama Poloni -, ha riaperto vecchie ferite anche agli abitanti del quartiere di Capolago. Ferite non ancora rimarginate e risalenti agli anni ‘60, quando furono edificati i viadotti dell’autostrada, cancellando per sempre i terreni più pregiati e solivi della nostra regione. Come attestano i verbali di allora, il Municipio di Capolago, patrocinato dall’allora sindaco di Mendrisio Guglielmetti, tentò con ogni mezzo di evitare il disastro, ma dopo lunghe e snervanti trattative, chiedendo delle misure compensatorie alle Strade nazionali (dei meri pagliativi), dovettero arrendersi».
Ebbene, nel 2021 si vorrebbe evitare di fare altrettanto. Ecco perché oggi, rilancia il capogruppo, occorre avere «una visione d’insieme più lungimirante, da Chiasso fino a Lugano nord». Morale, per il rappresentate del Plr «l’unico valido progetto è l’interramento dell’autostrada, e non solo per la tratta in questione, ma per l’intera regione». Di conseguenza «mi appello a tutti i Municipi e alla Deputazione alle Camere Federali, affinché non sostengano idee cerotto ma spingano per soluzioni inedite e - ribadisce - più lungimiranti», non dimenticando i possibili effetti della pandemia.
L’AlternativA - Verdi e Sinistra insieme è coerente. E crede che «chi sopporta i disagi causati dal traffico abbia bisogno ora di misure volte a migliorare la situazione, e non fra trent’anni». La nuova formazione si dice «contraria al progetto PoLuMe a causa dell’impatto che avrebbe sul territorio e per l’insensatezza di realizzare nuove strade quando la politica energetica della Confederazione va nella direzione di ridurre drasticamente le emissioni di Co2 (anidride carbonica, saldo netto delle emissioni pari a zero entro il 2050)». Andando al sodo, la terza corsia dinamica è «sostanzialmente un potenziamento della A2, con un aumento della capacità. Aumento che non possiamo condividere - si ribadisce -: occorre andare esattamente nella direzione opposta e scoraggiare l’uso del veicolo privato invece di favorirlo con più strade»
In caso contrario, si fa notare, «un traffico più fluido andrebbe ad accumularsi alle uscite di Lugano e Mendrisio e si renderebbero necessari uno svincolo a Grancia e il completamento della Superstrada Stabio-Gaggiolo; insomma altre strade». L'AlternativA non sottovaluta nemmeno l'aspetto finanziario: «Il costo dell’opera, previsto in un miliardo e 600 milioni di franchi, potrebbe aumentare, vista la durata e l’ampiezza dei lavori in un territorio molto urbanizzato nel quale gli spazi liberi, che il progetto ridurrebbe ulteriormente, già scarseggiano». Del resto, neppure Bissone e Maroggia, si richiama, avrebbero solo benefici. «Rimaniamo - si conclude - dell’idea che occorra ridurre il traffico e che i molti soldi previsti per il progetto siano da investire in misure puntuali di riordino paesaggistico, in ripari fonici, migliorie sulla cantonale, piste ciclabili, sostegno al trasporto pubblico e aziendale, parcheggi alle frontiere».
Può sorprendere, ma sulla terza corsia autostradale (come su Valera) Sinistra e Destra trovano un punto di incontro. Se domandate agli esponenti del gruppo Lega-Udc-Ind. cosa ne pensano, vi risponderanno che «la maggioranza è contraria». Ragioni finanziarie? Certo, ma non solo. «È anche una questione ambientale - ci spiega Massimiliano Robbiani -. Il gruppo sostiene l'indirizzo 'verde' di Valera, lì poco distante dall'A2, come potrebbe essere a favore di questo progetto? E poi - e qui fa capolino lo spirito della Lega - si realizza la terza corsia, di fatto, soprattutto per i frontalieri più che per la mobilità regionale. Lo abbiamo visto durante la crisi sanitaria: con due corsie il traffico è fluido. Insomma - rilancia Robbiani -, occorre andare alla fonte del problema e trovare soluzioni urgenti: come il 'car pooling', quindi più di una persona per auto. Va diminuita la pressione sul versante lombardo. Non dobbiamo essere noi a subire effetti e inquinamento di questa situazione, caricandoci poi di ulteriori spese. E con una terza corsia il pericolo che il traffico aumenti c'è». Qui siete in linea con la Sinistra. «È anche una questione di coerenza. Certo vanno approfondite le diverse variabili di un intervento, ma il nodo, lo ripeto, è il via vai transfrontaliero. È vero abbiamo riorganizzato lo svincolo, creando tre corsie, per alleggerire la mobilità interna alla Città. Ma non bisogna andare oltre: non ha senso».
Troppo semplice dire solo di 'no', visto l'aria che tira, agli occhi di Gianluca Padlina, capogruppo Ppd in Consiglio comunale, nonché presidente a interim della Sezione. Sia chiaro, ammette, proprio all'interno della Sezione la posizione sulla terza corsia dinamica «non è univoca: ci sono sensibilità diverse. In ogni caso ne abbiamo parlato: il progetto non fa l'unanimità, anche se siamo giunti a varie riflessioni. Personalmente penso sia poco conosciuto». Sta di fatto che, ci fa capire, occorre trovare una risposta alle code quotidiane, «riconducibili alle strozzature dopo Mendrisio». Per Padlina sarà, quindi, «difficile fare astrazione da una forma di potenziamento dell'autostrada. Del resto, tutta una serie di approfondimenti peritali hanno evidenziato che se si attende oltre, la situazione peggiorerà, pur mettendo in atto tutte le misure previste, a cominciare dal rafforzamento del trasporto pubblico. E la terza corsia è complementare. Ne va della nostra mobilità. Credo sia difficile immaginare soluzioni diverse. Chi l'avversa non mi pare abbia proposto delle alternative».