Il primo assalto è quello alla stazione con cambio dell'ottobre scorso, il secondo quello al benzinaio a Pizzamiglio di febbraio
Il 41enne rapinatore comasco che nei suoi assalti banditeschi usava l'auto della moglie ha confessato di aver messo a segno, lui e due complici, anche due rapine in Canton Ticino. Interrogato al Bassone, a seguito di una rogatoria internazionale promossa dalla magistratura ticinese, ha ammesso tutto. A carico dell'uomo, sentito dal pubblico ministero Mariano Fadda alla presenza del difensore Simone Gatto e di un ispettore della Polizia cantonale, ci sono del resto le prove raccolte dagli inquirenti ticinesi, che non gli lasciano scampo.
La prima rapina commessa al di qua del confine risale alla mattina del 24 ottobre dello scorso anno; nel mirino il distributore con annesso ufficio cambi 4S all'inizio di via San Gottardo a Balerna. Quel giorno, erano circa le 7, due banditi armati di coltelli minacciarono la commessa, riuscendo a farsi consegnare 2'700 franchi, e senza dare nell'occhio. Con il 41enne di Rebbio c'era pure un 35enne turco residente a Como. Le telecamere del distributore, però, li immortalarono con tutta evidenza, come confidavano gli inquirenti. Il secondo assalto, invece, riporta alla sera del 27 febbraio, quando venne presa di mira una stazione di servizio a Pizzamiglio. In quella occasione agirono in tre, uno dei quali impugnava un coltello. Stesso copione: le minacce all'impiegata e la fuga con il bottino, mai reso noto. A Vacallo oltre al 41enne e al turco a dar man forte c'era un 27enne georgiano residente a Ponte Chiasso. Quest'ultimo è sparito dalla circolazione. È finito in carcere, per contro, un 41enne sardo, ex guardia giurata.
Tutti e quattro sono ora accusati di una serie di rapine messe a segno nei primi mesi dell'anno a Como e a Beregazzo con Figliaro, ai danni di due supermercati, altrettanti distributori di benzina e un'oreficeria del capoluogo lariano. Il 41enne e il 35enne sono stati arrestati a inizio marzo. Il primo subito dopo l'assalto alla oreficeria della città murata, il secondo in un bar Ponte Chiasso mentre cercava di vendere un anello da 5mila euro. Per gli assalti banditeschi in Ticino dovrebbe essere chiesta l'estradizione.