Lo ribadiscono le Aziende Industriali di Mendrisio. Superata, in alcuni casi, la soglia limite, 'ma non vi è pericolo immediato per la salute pubblica'
“Attualmente e in tutta la Città di Mendrisio, l’acqua distribuita all’utenza è e rimane potabile”. Sgomberano il campo da possibili dubbi le Aziende Industriali di Mendrisio, confrontate negli ultimi tempi con alcune contaminazioni che hanno interessato diversi pozzi di captazione del Mendrisiotto. Al centro del dibattito il Chlorothalonil, “sostanza fungicida presente in numerosi prodotti fitosanitari utilizzati nell’agricoltura a partire dagli anni ’70”. Un problema – pesticida in quantità fuori dalla norma – che si è manifestato, nel settembre scorso, nel pozzo Gerbo a Genestrerio. Poi anche a Ligornetto, Riva San Vitale, Novazzano e, seppur trattandosi si una sostanza diversa – lo Pfos –, anche a Chiasso. “All’inizio di settembre 2019 le Aim venivano informate dal Laboratorio cantonale della presenza di alcuni metaboliti del Chlorothalonil nel pozzo Gerbo (a Genestrerio) e nei pozzi Nuovo e Vecchio (a Ligornetto)” precisano nella nota stampa. L’acqua dei pozzi di Genestrerio e Ligornetto – ribadiscono – è e rimane potabile, anche se in taluni casi la soglia dello 0,1 μg/l prevista per i pesticidi nell’Ordinanza del Dfi è superata, non vi è pericolo immediato per la salute pubblica. Le Aim inoltre, “secondo la relativa direttiva federale dell’Usav, hanno tempo due anni per ridurre le concentrazioni dei metaboliti al di sotto della soglia dell’Ordinanza”.
“Nel frattempo – si evidenzia – a decorrere dal 31 dicembre 2019, Berna ha proibito il commercio e l’uso di prodotti fitosanitari a base di Chlorothalonil. Le Aim, a partire dal mese di settembre 2019, hanno comunicato alla popolazione questa situazione aggiornando regolarmente il proprio sito con le concentrazioni dei metaboliti rilevati”.
Al fine di risolvere questa problematica, entro i due anni, si mira al “miglioramento della possibilità di scambio di acqua all’interno della rete cittadina dell’acqua potabile; alla riperforazione del pozzo Prati Maggi e, infine, all'attivazione prossima di almeno parte dell’Acquedotto regionale (Arm).