Nell'agenda di settembre degli enti locali due incontri con Ustra e autorità cantonali per discutere di terza corsia dinamica e appendice sud
Il Mendrisiotto deciso a battersi per non perdere il treno (a lunga distanza), è combattuto sul futuro del 'suo' tratto autostradale. Da tempo l'appendice estrema dell'A2 non ce la fa più a reggere il viavai dei pendolari che, mattina e sera, attraversano il Distretto. Così, da un lato, c'è chi confida di poter potenziare il collegamento fra Mendrisio e Lugano o addirittura sogna (come a Chiasso) di spostarne il percorso, e dall'altro vi è chi frena e chiede di ridurre (e non moltiplicare) gli spostamenti casa-lavoro. Sta di fatto che, alla pari della rete ferroviaria, il destino dell'arteria nazionale sulla 'Via delle genti' resta un tema che... scotta. Tanto da ricorrere due volte sull'agenda di settembre degli enti locali.
Sul tavolo a inizio mese si metterà, innanzitutto, il tracciato (con l'annesso finanziamento) che farà posto alla terza corsia dinamica (ovvero da aprire nelle ore di punta). Ancora non c'è il sigillo ufficiale, ma presto Ustra, l'Ufficio federale delle strade, e Cantone comunicheranno alla Commissione regionale dei trasporti (Crtm) e ai Comuni attraversati su quale variante si opterà per realizzare un progetto che rinvia (nelle stime temporali della Confederazione) al 2040. Se ne saprà di più, come detto, all'incontro in programma per martedì 8 settembre a Melano. E non è detto che le autorità federali e cantonali, concluse le trattative, possano sorprendere (in positivo) i responsabili comunali. Da queste parti, del resto, nei mesi scorsi ci si era dimostrati intransigenti sulla direzione da imboccare. Il Distretto è disposto, infatti, a sottoscrivere l'intervento solo - la condizione è chiara - se si attuerà la soluzione denominata 4/2, più complessa sul piano tecnico e più costosa (se paragonata all'altra variabile, la 4/1), ma più vantaggiosa a livello paesaggistico. In effetti, sulla carta questo percorso mette in galleria l'autostrada e trasla letteralmente la strada cantonale su una delle due carreggiate attuali dell'A2, aggirando il nucleo di Bissone. Una operazione che, certo, potrebbe superare il miliardo di franchi previsto dall'autorità federale. Per la Crtm guidata da Andrea Rigamonti resta, comunque, un'occasione da cogliere. D'altro canto, come ci ricordava il gennaio scorso, uno studio commissionato da Ustra indica la versione prediletta a livello regionale come la migliore.
Vista da Mendrisio la terza corsia dell'A2 oltre che dinamica potrebbe, d'altro canto, essere anche un esempio di virtù. Il Municipio la sua idea l'ha lanciata già qualche tempo fa. In più a dar man forte a questa proposta c'è l'atto parlamentare presentato da Marco Romano, quale Consigliere nazionale, l'ottobre scorso. La suggestione? Non aprire la corsia unicamente al traffico dei momenti più congestionati della giornata, ma altresì a chi viaggia in 'car pooling' o con un'auto elettrica. Certo, andrebbe incardinato il principio in una base legale ad hoc, ma l'opportunità trova ben disposto pure il presidente della Crtm Rigamonti. «Ciò - ci conferma - renderebbe l'opera molto più interessante».
L'apertura a una mobilità alternativa, di sicuro, non basta a convincere chi preferirebbe vedere finire in un cassetto il dossier sul potenziamento dell'A2. Nelle scorse settimane i 'Cittadini per il territorio' e l'Ata, l'Associazione traffico e ambiente, sono tornati alla carica e hanno scritto ai deputati in Gran Consiglio per fare memoria della mozione presentata nel marzo del 2019 - primo firmatario Ivo Durisch (Ps) -, determinata a chiedere un intervento presso il Consiglio federale. L'obiettivo? Perorare la causa del prolungamento di AlpTransit a sud di Lugano e congelare, di converso, il progetto per la terza corsia fra Lugano sud e Mendrisio. La prospettiva di ridurre il traffico parassitario, fluidificando i flussi nelle ore di punta, resta ipotetica agli occhi di 'Cittadini' e Ata.
Avere sei corsie dinamiche (tre per direzione di marcia), si motiva nella missiva, 'significa aumento della capacità che, come l'esperienza insegna, ha sempre portato a un aumento del traffico'. Per le due associazioni, poi, 'non è da escludere che utenti della ferrovia tornino a spostarsi in automobile'. Il risultato? 'In breve tempo ci si ritroverebbe nella situazione di congestione stradale anteriore al progetto, se non in una situazione addirittura peggiore'. Tanto più che non tutti i Comuni, si rendono attenti i parlamentari, ne avrebbero dei vantaggi. Alcuni 'risulterebbero pesantemente penalizzati', ritrovandosi a mettere 'a disposizione significative porzioni di territorio per nuovi svincoli autostradali' (a Grancia e a Melano).
'Cittadini' e Ata hanno, però, una controproposta: insistere con delle 'politiche incisive volte a favorire l'utilizzo del trasporto pubblico e aziendale e la condivisione dell'auto'. Insomma, l'invito è a propendere per 'una visione lungimirante della mobilità e della lotta ai cambiamenti climatici', che quindi 'non deve più andare nella direzione di facilitare gli spostamenti di persone e di merci su strade e autostrade, ma di ridurli al contrario al minimo indispensabile'. La stessa pandemia da Covid-19, si fa notare ai gran consiglieri, dovrebbe indurre dei 'ripensamenti' a fronte dell'introduzione del telelavoro, sperimentato nel pubblico come nel privato. Tant'è che, si fa sapere, 'grosse imprese stanno addirittura pensando di vendere o affittare spazi che si libereranno grazie al telelavoro'.
Spostandosi ancora più a sud, da Mendrisio a Chiasso, pure nel Basso Mendrisiotto si coltiva l'aspirazione di ripensare il tracciato dell'autostrada. L'idea frulla in testa a cinque Comuni - con Chiasso, Balerna, Morbio Inferiore, Vacallo e Novazzano - dopo che l'architetto Elena Fontana ha presentato il suo progetto, visionario nella sua essenza ma concreto nell'interesse suscitato nella regione. Ebbene adesso l'incarto - con annessa la proposta di trasferire il percorso dell'A2 sul lato dove corre la ferrovia, mettendolo in galleria - uscirà dai confini distrettuali. Il 29 settembre gli enti locali ne discuteranno, infatti, con il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. Il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni è «abbastanza fiducioso» sull'esito. Di certo è un passo avanti per capire se si potrà concretizzare uno studio di fattibilità.