Mendrisiotto

'La terza corsia dinamica sull'A2 non è l'antidoto alle colonne'

Da Melano consiglieri e municipali indirizzano un 'Appello' al Gran Consiglio. Il progetto federale è 'tardivo e inefficace'. Va ripensato il territorio

Il tema è sempre 'caldo' (Ti-Press)
5 settembre 2020
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Chi convive gomito a gomito con l'autostrada a sud del Ponte diga di Melide ci ha fatto (quasi) l'abitudine. Ora però che l'Ustra (l'Ufficio federale delle strade) e il Cantone si sono accordati sulla strada da imboccare per rendere l'A2 più scorrevole tra Lugano e Mendrisio - quale lo si saprà martedì prossimo durante l'incontro a Melano con la Commissione regionale dei trasporti (Crtm) e i Comuni -, l'idea che tutte le decisioni passino sopra la testa dei cittadini a qualcuno non va giù. Soprattutto perché c'è il rischio che l'operazione della creazione di una terza corsia dinamica (per senso di marcia), rimedio al traffico delle ore di punta (con i suoi interventi strutturali), faccia evaporare la possibilità di ripensare davvero il territorio. Il timore è tale che proprio i consiglieri comunali e i municipali di Melano - in testa il sindaco Daniele Maffei - hanno lanciato un 'Appello' al Gran consiglio, dal presidente - Daniele Caverzasio, del Mendrisiotto - ai deputati con la speranza che, questa volta, si intercettino le soluzioni capaci di 'apportare un reale miglioramento alla rete dei trasporti tra Lugano e Chiasso' (quindi oltre il capoluogo). Negli ultimi anni la politica e la popolazione locali, del resto, l'hanno fatto capire in tutti i modi, con risoluzioni, interpellanze e persino promuovendo (anche durante il confinamento per la pandemia da Covid-19) per mano del Gruppo Melano a misura d'uomo una petizione rivolta, in questo caso, al Municipio, con l'intento di saperne di più su questo dossier. Staccata la promessa di una serata informativa pubblica, c'è da credere che gli abitanti del paese torneranno a far sentire la loro voce.

'Coordinate opere stradali e ferroviarie'

Per i firmatari dell''Appello', determinati a trovare alleati anche in altri Comuni, enti, associazioni e partiti come con ProGottardo ed EspaceSuisse, oggi 'la soluzione non può essere la terza corsia tra Lugano e Mendrisio'. E lo fanno capire subito. L'orizzonte temporale del 2040, indicato dal Consiglio federale, è vicino e al contempo lontano. Dietro l'angolo per pianificare e concretizzare la nuova strategia; troppo in là per prendere le misure di una mobilità che sta cambiando.

Senza essere 'drastici' come i 'Cittadini per il territorio' e Ata (l'Associazione traffico e ambiente) - che senza mezzi termini chiedono ai deputati di perorare la causa di AlpTransit a sud di Lugano e congelare la terza corsia dinamica -, le istituzioni di Melano rivendicano una progettazione coordinata delle opere stradali e ferroviarie, prendendo in seria considerazione una 'ricomposizione urbanistica a sud di Lugano (Paradiso-Mendrisio-Chiasso)'. Una linea, esortano consiglieri e municipali, da sostenere con forza per cambiare davvero qualcosa. Gli obiettivi? Tre: primo, 'liberare prezioso territorio e permettere ricomposizioni urbanistiche nei Comuni toccati'; secondo, 'accelerare il prima possibile la realizzazione di queste soluzioni', terzo, 'migliorare la capacità per i mezzi di trasporto pubblico'.

'Non è penalizzato solo Bissone'

Il primo passo, si fa capire nel documento, potrebbe essere l'adesione alla mozione interpartitica del marzo 2019 - primo firmatario Ivo Durisch - ancora sul tavolo, nonostante il Cantone si accinga a indicare la direzione del futuro tracciato autostradale. Quel governo, si ricorda ancora nell''Appello', che nel rapporto sulla mozione si dice 'consapevole' della situazione viaria e ambientale del Mendrisiotto e ribadisce la necessità di andare al di là della terza corsia dinamica, cogliendo altresì l'occasione 'per migliorare l'inserimento di questa infrastruttura nel paesaggio del Basso Ceresio'. Il riferimento è all'aggiramento del nucleo di Bissone, intervento sul quale l'autorità cantonale si è impegnata in prima persona mettendo sul tavolo il suo progetto. Intento condiviso dall'autorità di Melano, con una postilla: 'non è solamente il Comune di Bissone a essere penalizzato dall'autostrada e dalla ferrovia'. A pagare pegno, si rammenta, ci sono anche Maroggia e Melano, che 'dovranno subire le conseguenze dello spostamento dei semi svincoli' di Bissone e Melide', e Capolago, quartiere di Mendrisio, 'soffocato dalle vie di trasporto'. Senza trascurare che pure nel resto del Distretto il territorio risulta in buona parte 'occupato' da insediamenti e infrastrutture.

Due varianti, nessuna convincente

Ecco perché la Commissione regionale dei trasporti, guidata da Andrea Rigamonti, non accetta più operazioni-cerotto. Tanto da porre una condizione: o si opta per la variante più costosa ma più efficace sul piano territoriale - ribattezzata 4/2 -, con lo spostamento dei tracciati (autostradale e cantonale) e una parte dell'A2 in galleria, o niente. D'altro canto, pure consiglieri e municipali firmatari dell''Appello' tra le due proposte in campo - delle sei presentate all'inizio -, se dovessero scegliere, di sicuro non avallerebbero la prima (la 4/1 che sulle prime piaceva all'Ustra), alla quale, invitano, bisogna opporsi con fermezza. Anche se la seconda 'impatta comunque fortemente sul territorio senza risolvere il problema del traffico'. Per dirla tutta in entrambi i casi non si prevede lo spostamento della strada cantonale a Melano. Ma c'è di più: questa operazione da oltre 1 miliardo di franchi ai loro occhi sarà comunque tardiva e inefficace. Insomma, potenziare il tratto sud dell'A2 'non permetterà di soddisfare l'obiettivo posto dalla Crtm di un uso parsimonioso del territorio'. In effetti, esplicita il documento, 'il semi svincolo di Bissone sarà spostato a Melano: si migliora l'impatto da una parte per peggiorarlo da un'altra'.

Qual è l'antidoto? Che il Cantone, sollecitano i firmatari, 'si faccia portavoce affinché il Datec (il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni) affronti in modo lungimirante, completo e coordinato a livello regionale una progettazione della mobilità globale e una ricomposizione urbanistica a sud di Lugano'. E martedì sarà il giorno della svolta.

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