Cessata, a fine 2019, l'attività dell'Ufficio di Chiasso del Controllo dei metalli preziosi. Sede incaricata di analizzare la fusione dell'oro per le raffinerie ticinesi
Un “potenziale conflitto d'interesse” nei controlli sul mercato dei metalli preziosi. È quanto ha ravvisato il Controllo federale delle finanze nei confronti dell'Ufficio di Chiasso del Controllo metalli preziosi (Cmp), un'organismo specializzato dell'Amministrazione federale delle dogane (Afd). Una conclusione evidenziata in un rapporto pubblicato recentemente nel quale si sottolinea allo stesso tempo che, nella sede chiassese, quest'attività è stata conclusa nel 2019. Nello specifico è stato rilevato che l'ufficio momò era incentrato sull'analisi della fusione dell'oro presso le raffinerie ticinesi per conto di società minerarie straniere. Da qui, dunque, il potenziale conflitto d'interesse con la sua funzione si sorveglianza sui saggiatori-fonditori.
L'attuale sistema di vigilanza sui saggiatori-fonditori riserva dunque delle “lacune”. Le hanno, per contro, portate alla luce due ispezioni pilota effettuate dall'Ufficio centrale. Ispezioni mirate all'esame del processo di controllo dei materiali in entrata e dei casi di importazione potenzialmente problematici. Analisi che hanno così permesso di “farsi una prima idea dei rischi relativi all'inosservanza delle disposizioni dell'Ordinanza sul controllo dei metalli preziosi.
ll Cmp ha quale compito principale la verifica della qualità dei lavori in oro, argento, platino e palladio per il fabbisogno dell'industria. Basti pensare che, nel solo 2018, circa 2'300 tonnellate di oro importate in Svizzera sono transitate dagli uffici dell'Afd, per un importo totale di 63 miliardi di franchi.