Il Nebiopoli inizia a pianificare l'edizione 2021. Viste le numerose incognite sanitarie, si apre il dialogo con gli altri eventi del Cantone
«So benissimo che il Ticino ha altre preoccupazioni. Ma la clessidra del tempo sta scorrendo e l'organizzazione di un Carnevale ha una tempistica precisa». Le parole di Alessandro Gazzani sono chiare: il coronavirus rischia di lasciare il segno anche sul Nebiopoli e gli altri Carnevali del Cantone. Oltre agli organizzatori delle manifestazioni previste durante l'estate (lo ha riferito il sindaco Bruno Arrigoni nel corso della presentazione del consuntivo, indicando che per avere degli eventi serviranno idee particolari), anche il presidente del Carnevale di Chiasso attende con particolare interesse le comunicazioni che arriveranno da Berna a fine mese. Cosa succederà da settembre quando, stando alle informazioni attuali, potranno nuovamente tenersi eventi con più di mille persone ma al contempo dovrà continuare la convivenza con il virus? Una convivenza che, lo dicono gli esperti, dovrebbe prolungarsi per molto tempo, e questo nonostante i numeri incoraggianti degli ultimi giorni, con tutte le conseguenze che ormai conosciamo. Le distanze sociali tra le persone sono destinate a diventare una 'presenza' fissa. Le incognite, insomma, sono ancora molte. «Il comitato ha ripreso l'attività in questi giorni perché per chi organizza un Carnevale, i mesi di aprile, maggio e giugno sono quelli delle idee – spiega Alessandro Gazzani –. E lo stesso vale per carri, gruppi e guggen che generalmente entro l'estate scelgono il tema che iniziano a costruire e lavorare da settembre». Quello del prossimo anno sarà un Carnevale 'basso' (il Nebiopoli si terrà dal 28 al 31 gennaio): il corteo di Chiasso è infatti in programma il 30 gennaio. La preoccupazione del Carnevale di Chiasso è condivisa anche dagli altri eventi del Cantone. «Se l'anno scorso ero preoccupato per i cambiamenti, che ci hanno dato ragione, quest'anno lo sono ancora di più. Per questo abbiamo preso contatto con gli altri comitati – conferma Gazzani –. L'obiettivo è quello di trovare una strategia comune». A tal proposito nei prossimi giorni verranno contattati anche gli organizzatori del Rabadan. «Mi auguro si riesca a parlare tutti insieme e trovare una strategia comune».
In queste settimane Alessandro Gazzani ha ipotizzato alcuni possibili scenari. Partendo da quello che tutti auspichiamo, ovvero la risoluzione dell'emergenza sanitaria e quindi un Carnevale come da programma, fino a quello più nero, vale a dire l'annullamento dell'edizione 2021. Nel mezzo altre possibili ipotesi. «Se a settembre non avremo la certezza di poter organizzare una manifestazione in sicurezza, forse non vale nemmeno la pena iniziare a programmarla perché nessuno, noi per primi, si può permettere la stessa situazione in cui si sono trovati gli amici di Tesserete a seguito dell'annullamento di quest'anno». Le considerazioni riguardano anche chi si impegna per le sfilate. «Oltre all'idea e alla costruzione, i carristi devono impegnarsi anche per raccogliere fondi. Teniamo presente che la maggior parte di loro quest'anno ha potuto partecipare solo a 1-2 cortei, con una perdita economica non indifferente».
Nelle riflessioni potrebbe entrare anche una strategia di compromesso. «Un'edizione light – precisa Gazzani –. Anche se bisognerebbe capire come organizzarla... Rinunciamo al corteo mascherato? Alle serate? Chiediamo ai carristi di preparare un carro 'ridotto'?». Altra possibile ipotesi è un posticipo delle date, «ma non sappiamo se i vari municipi darebbero il consenso e se ha senso festeggiare il Carnevale in aprile». Le domande, insomma, sono ancora parecchie e anche per questo la strada scelta è quella del dialogo cantonale. «Questa non è una decisione che devono prendere i Carnevali da soli – sottolinea ancora il presidente del Nebiopoli –. Dobbiamo parlare tra comitati direttivi per capire che strada prendere e in seguito discutere con carristi e gruppi». Anche questi ultimi iniziano a porsi delle domande. «Da quello che sento, nessuno sa bene che strada prendere».
Qualsiasi sarà la decisione, una conclusione è da subito chiara. «Non è che vogliamo festeggiare il Carnevale a tutti i costi – puntualizza subito Gazzani –. Se bisogna fermarsi un anno, lo facciamo: siamo i primi a essere consapevoli che sanità e sicurezza hanno la precedenza. Il problema sorgerà nel caso saremo gli unici, o tra i pochi, a non organizzare nulla, con il rischio di interrompere rapporti consolidati». Quello che preoccupa Alessandro Gazzani e gli altri membri di comitato è il mancato sostegno alla cittadina di Chiasso e alle associazioni locali dato che nella peggiore delle ipotesi, per un anno non potranno essere organizzate grandi manifestazioni. «Il nostro primo compito è quello di contribuire a sviluppare il tessuto sociale. Durante l'edizione di quest'anno (la prima anticipata di due settimane rispetto alle date tradizionali, ndr), il Nebiopoli è stato una locomotiva trainante per la città, portando entusiasmo e sostegno ai fornitori locali – conclude Alessandro Gazzani –. Quest'ultima è stata una scelta specifica che Nebiopoli ha fatto negli ultimi due anni e vedere le difficoltà che stanno vivendo in questi mesi non ci lascia indifferenti».