Chiusa LaFilanda, ci si converte a e-book e audio libri. Stefano Vassere: 'Ci stiamo organizzando. L'offerta sul web non manca'
A LaFilanda di Mendrisio il tempo sembra essersi fermato a un paio di settimane fa. Il portone è chiuso; gli eventi annullati. Sino al 19 aprile anche il Centro culturale è come sospeso tra un prima e un dopo Covid-19. Le disposizioni federali e cantonali, del resto, sono chiare. Sui servizi che non sono essenziali è calata la saracinesca. Quindi? «Siamo tutti a casa - conferma a 'laRegione' la responsabile Agnès Pierret -: cerchiamo di portare avanti il lavoro così. Certo, tutto è rallentato». E a tratti la nostalgia ti assale: la quotidianità de LaFilanda manca, e parecchio. E mancano i 'filanderi'. «Ormai siamo diventati una comunità, anzi una vera famiglia - ci dice ancora Pierret -. Visto il momento proviamo, dunque, a tenerci in contatto via WhatsApp. Ci scriviamo. Ci teniamo compagnia». Soprattutto non ci si dimentica dei volontari che vivono soli e hanno una certa età: i legami umani si sono rinsaldati, nonostante le distanze. Per loro il Centro rimane, seppur virtualmente, aperto. E lo è anche per il popolo dei lettori e dei tesserati delle quattro Biblioteche cantonali di pubblica lettura, a LaFilanda come a Lugano, Locarno e Bellinzona. Cambiano, però, le modalità d'accesso. Come? Lo abbiamo chiesto a Stefano Vassere, direttore del Sistema bibliotecario ticinese.
Le Biblioteche cantonali hanno dovuto chiudere i battenti: era mai successo prima a sua memoria?
A mia memoria no. Se escludiamo le chiusure estive per il lavoro d'inventario e ristrutturazione dei servizi a libero accesso, le uniche chiusure straordinarie riguardano progetti particolari, eventi culturali di ampia portata e le necessità di formazione del personale.
Che sensazione le fa sapere le biblioteche vuote... per forza?
Non aiuta ad avere una buona sensazione, soprattutto in una prospettiva temporale ancora indefinita. In tutti gli istituti (in particolare alla Filanda), è particolarmente critica la risposta al mandato di aggregazione della biblioteca. Così, stiamo pianificando una serie di attività online che possano dare continuità a questo spirito. Tra i settori che risentono della situazione c’è quello delle attività culturali: è lì e nella promozione libraria (reale e virtuale) che stiamo concentrando i nostri sforzi.
In effetti, il Sistema bibliotecario ticinese è dotato degli strumenti tecnologici necessari per poter continuare a lavorare (mi corregga se sbaglio), come sta reagendo a questa situazione? Vi siete dovuti riorganizzare? Ma, soprattutto, può essere un banco di prova per l'estensione futura della digitalizzazione del servizio?
I servizi di base non hanno problemi: al momento della comunicazione delle misure disposte dal Governo, i bibliotecari erano in grado di svolgere le mansioni principali (catalogazione, acquisizione dei libri, rapporti con i fornitori e trattamento delle fatture) da casa. Per l’offerta alternativa alla presenza fisica degli utenti in biblioteca, ci stiamo organizzando. Al rientro, parte delle soluzioni allestite potranno continuare a essere praticate; ma se c’è una cosa che questo periodo ci sta insegnando è che l’utenza non è abituata a una dislocazione dei servizi sul digitale di queste proporzioni e che, appena potrà, tornerà a frequentare gli istituti.
Siete sollecitati dai tesserati o dai cittadini in generale desiderosi di mantenere in qualche modo vive le vecchie abitudini? È immaginabile poter comunque garantire la consegna di libri a domicilio?
I servizi di prestito sono stati adattati all’emergenza. La data di scadenza è aggiornata in linea con i decreti sulla chiusura dei servizi e gli utenti non devono preoccuparsi per il materiale non riconsegnato. Abbiamo alcune richieste urgenti (per esempio, studenti che preparano esami a breve termine) cui diamo seguito. Nelle sedi che lo permettono il servizio di riconsegna dei libri è in funzione con modalità speciali.
State pensando di proporre suggerimenti di lettura via audiolibri e e-book?
Il settore degli e-book e dell’edicola elettronica è stato promosso nei giorni scorsi con particolare decisione e, dove si poteva, potenziato nell’offerta. Il sito del Sistema bibliotecario ticinese permette agli utenti di accedere gratuitamente all’offerta del distributore, ricca di materiali culturali (libri, audiolibri, altro materiale audio, spartiti ecc.) e di più di settemila periodici da tutto il mondo, scaricabili e leggibili anche offline. Tra le risorse consultabili in modalità open, i titoli sono più di 300mila.
A proposito del personale degli istituti, pensate di coinvolgere i bibliotecari proponendo delle animazioni attraverso i canali digitali (magari per bambini e ragazzi in età scolare)? Come pensate di rispondere all’impossibilità di offrire le attività culturali nella modalità tradizionali? Si possono ipotizzare, ad esempio, delle teleconferenze?
Non sono previste, almeno per ora, offerte specifiche per bambini e scolari, anche perché la Divisione della scuola ha in allestimento progetti propri. Per le conferenze valorizziamo l’archivio già disponibile; in questo senso va segnalato che dal sito https://www.sbt.ti.ch/sbt/ è possibile ascoltare più di 250 registrazioni audio, che rendono conto di altrettante attività della sede di Bellinzona, e accedere alle immagini di una quindicina di ulteriori conferenze dedicate alle tendenze del digitale, tenutesi nelle quattro sedi cantonali. Altre soluzioni, per esempio sui canali social, sono in parte già fornite.