Mendrisiotto

Ticino, in un giorno 288 auto rimandate in Italia

L'Amministrazione federale delle dogane spiega le misure introdotte sul confine tra Svizzera e Italia

Ogni auto o persona viene controllata (Ti-Press/A. Crinari)
14 marzo 2020
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Sono 288 le auto rimandate in Italia dalle 15.30 di ieri, cioè da quando sono stati reintrodotti i controlli sistematici ai valichi tra Italia e Svizzera, secondo il codice Schengen, per contrastare il diffondersi dell'epidemia coronavirus. È questo il dato saliente emerso dall'incontro stampa voluto dall'Amministrazione federale delle dogane per illustrare le nuove misure alla frontiera. Frontiera dalla quale possono continuare a transitare i cittadini svizzeri, i frontalieri con il necessario permesso e il traffico di transito. Chi non rispetta le disposizioni del Governo italiano viene invece rifiutato.

Ordinanza applicata alla lettera

L'appuntamento è alle 13.30 a Chiasso Strada. Sul piazzale più giornalisti e addetti ai lavori che auto. Ne vediamo poche nei minuti che precedono gli interventi del direttore dell'Afd Christian Bock, del comandante Silvio Tognetti e del capo della Centrale di intervento sud Fabrizio Bruschi. Poche, ma tutte fermate e controllate. «Applichiamo alla lettera l'Ordinanza 2 del Consiglio federale e l'ordine di servizio dello stato maggiore di Berna - puntualizza Bruschi -. Ogni auto e ogni persona viene controllata sistematicamente. E ci occupiamo anche di controllare il confine verde». Le Guardie di confine indossano i guanti, ma non le mascherine protettive (che invece indossano quasi tutti gli automobilisti provenienti dall'Italia). «Qui al valico seguiamo le regole e le raccomandazioni dell'Ufficio federale della sanità», spiega il direttore Bock. Nel suo intervento, Bock ha ricordato quanto avvenuto in settimana, con la chiusura di nove valichi secondari per canalizzare il traffico verso i valichi principali dove concentrare i controlli, e quello che sta succedendo alle altre frontiere (con Francia, Germania) dove, per ora, «non sono state prese altre misure, ma siamo pronti a farlo». L'Austria, invece, da mezzanotte ha introdotto i controlli Schengen. «Per il momento non facciamo controlli supplementari - ha aggiunto Bock - ma la settimana prossima l'Austria chiuderà qualche valico come avvenuto in Ticino».

Il traffico è diminuito

Le misure anti coronavirus tra Italia e Svizzera hanno portato a una diminuzione del traffico. Se lunedì la riduzione era del 25%, a ieri il calo registrato era del 60%. «Un percentuale che probabilmente aumenterà», ha detto Bock. Numeri alla mano, se il 20 febbraio i passaggi registrati sono stati 69mila, ieri il numero si è fermato a 28mila. Le cifre del traffico commerciale sono paragonabili a quelle dell'anno precedente. Questa diminuzione non ha portato a riduzioni di personale o lavoro. «Il personale che abbiamo in Ticino è sufficiente - assicura Bock - e non posso che ringraziarlo per il loro lavoro».

'Facciamo fronte alle necessità con i nostri mezzi'

Anche il comandante Silvio Tognetti si è chinato sul tema. «La nostra operatività garantita in tutti gli scenari possibili - spiega -. Abbiamo diverse varianti nel caso in cui dovessero esserci cambiamenti repentini e abbiamo l'appoggio totale di Berna. In questo momento possiamo far fronte alle necessità con i nostri mezzi al 100 per 100». L'avere introdotto controlli sistematici alla frontiera dei passaggi con grande afflusso «ci permette di garantire l'aspetto più importante per il Consiglio federale e la popolazione, ovvero il controllo della sicurezza nell'ambito delle entrate e delle uscite dai nostri valichi». Chi arriva dall'Italia è consapevole dell situazione che stiamo vivendo. «Non riscontriamo grosse difficoltà: le persone che attraversano il confine sono coscienti della situazione particolare esistente e seguono quanto indicato dei nostri agenti in modo assolutamente chiaro e senza reclami». Anche se i numeri ufficiali non sono ancora disponibili, Tognetti non nega che il valico di Chiasso Brogeda e quello di Chiasso strada hanno registrato un calo, mentre «al valico di Stabio Gaggiolo c'è ancora un certo tipo di traffico frontaliero».

La situazione resta comunque in divenire e non si esclude l'implementazione di nuove misure - «che dovranno comunque essere decise da Berna», precisa Tognetti - come la chiusura di altri valichi.