Per la Commissione mancano le garanzie da parte della società rossoblù per poter avallare una tale operazione
L’Fc Chiasso ha provato a ‘metterci la faccia’. A quanto pare, però, non è bastato. Di sicuro non è stato sufficiente a convincere la Commissione della gestione cittadina che, davanti all’operazione messa in campo dal Municipio, ha fatto calare un secco ‘niet’. Nulla da fare, il progetto – tradotto in un messaggio municipale– di passare la mano alla società sulla gestione dello stadio comunale non ha fatto breccia. Troppi i ‘ma’ e i ‘forse’ per indurre i commissari a metterci... la firma. Almeno in Gestione, quindi, l’intenzione di dare in concessione d’uso il Riva IV per i prossimi 15 anni (da qui al 2034) non raccoglie il consenso. Il che, non solo dà forma e sostanza alle resistenze manifestate fin dall’inizio, ma apre al dibattito consiliare. Il rapporto sarà consegnato fra qualche settimana.
Quali sono gli argomenti che, per finire, hanno giocato contro la proposta dell’esecutivo? «Non si intravvedono i presupposti e le garanzie, di ordine pratico, finanziario e anche giuridico, per affidare la struttura alla società dell’Fc», ci spiega in modo chiaro il presidente della Gestione Marco Ferrazzini. «Fuor di metafora, non vogliamo fare un salto nel buio», chiarisce. E il fatto che la società non abbia un presidente e un interlocutore locale di riferimento, fa capire, non è secondario. Di fatto la figura che sta dietro al Club cittadino da un anno a questa parte è quella di Andrey Ukrainets, socio di maggioranza della Soccer Future Sa. Ovvero della società a cui si appoggia la Football Club Chiasso 2005 Sa, come si può vedere sul portale web www.progettostadiorivaiv.ch, aperto in ottobre proprio per accompagnare il cittadino alla scoperta dell’operazione nel segno (per dirla con l’Fc) della “massima trasparenza”.
Poi c’è l’impianto, già giunto al giro di boa del mezzo secolo di vita e che ha un posto particolare nel cuore della cittadina (oltre che dei rossoblù), anche se risente della necessità di interventi radicali al terreno da gioco. E questo lo ha detto in modo esplicito il dicembre scorso la Swiss Football League, la quale, in assenza dei parametri, non staccherà la licenza per il campionato 2020-2021. E in effetti questo è uno dei nodi – con il risanamento dei campi – del passaggio di gestione. «Sia chiaro – puntualizza Ferrazzini –, il nostro non è un ‘no’ alla pratica dello sport amatoriale o del movimento giovanile. Anzi. Siamo consapevoli – ribadisce il presidente – che oggi esiste una carenza quanto a terreni in sintetico. Mancanza che va, però, affrontata in ottica regionale. E noi siamo disposti a farlo». Come dire che su questo versante del problema, l’ascolto e l’appoggio della Gestione non faranno difetto, purché si allarghi l’orizzonte al Distretto. Mendrisiotto che, per voce dei suoi capi dicastero Sport e tempo libero – capofila Chiasso, Mendrisio e Coldrerio –, in questa legislatura ha fatto dei passi avanti sulla politica condivisa degli impianti sportivi. Del resto, a Palazzo civico hanno già fatto due conti sul costo del rifacimento dei campi; e si parla di un investimento superiore ai 2 milioni di franchi.
E la questione finanziaria, in effetti, non è secondaria in tutta questa faccenda che tanto fa discutere la politica chiassese. Non a caso, ci sono gli oneri per le casse comunali all’origine del progetto. In base alle cifre allineate dall’esecutivo, al momento, il deficit annuale è di circa 270mila franchi. Le previsioni, convenzione alla mano, sono di risparmiare fra gli 80 e i 120mila franchi annui. Senza trascurare, rilancia ancora Ferrazzini, che l’accordo prevede, in ogni caso, un versamento dal Comune all’Fc di 150mila franchi l’anno (in rate mensili). Di controcanto, rincara, «sul piano economico, insisto, non abbiamo garanzie. Con quali criteri e risorse, anche umane, la società intende gestire lo stadio?». Il clima rischia di surriscaldarsi.