Il Municipio di Chiasso sinora ha ricevuto una sola richiesta per cambiare destinazione ai locali. 'La legge? Serve più chiarezza'
Luci (rosse) e ombre. Anche la Legge sull’esercizio della prostituzione, fresca di applicazione (è realtà dal primo luglio scorso), non sembra essere riuscita a fare (del tutto) chiarezza sul mondo del sesso a pagamento. La cittadina di Chiasso con quel fenomeno ci convive da tempo. Ciò che conta, certo, è che le regole vengano rispettate, a cominciare dalle nuove norme. Disposizioni che impongono di scrivere a chiare lettere sull’insegna di club e saloni ‘Locale erotico’, sgombrando così il campo da ogni equivoco. Ad oggi (ma c’è tempo sino alla fine dell’anno) sul tavolo del Municipio (per mano dell’Ufficio tecnico) è giunta una sola richiesta. Tramontata l’idea di costruire un maxi-bordello, al numero 3 di via dei Pedroni si intende, infatti, trasformare quello che oggi è un salone di massaggi tantra in un locale erotico. I due livelli dell’edificio (piano terra e primo piano) e le sette camere previste (o meglio i “locali d’appuntamento”) saranno, dunque, destinati al... piacere.
La relazione tecnica è scarna. Gli interventi previsti, che traducono alcuni lavori di ristrutturazione (in particolare al primo piano), mirano a creare nuovi spazi (tramite strutture prefabbricate) e a ottenere il cambio di destinazione. Una strada che appare in discesa; tanto più che lo stabile risulta già essere inserito all’interno del perimetro entro cui l’autorità comunale intende ‘confinare’ la prostituzione sul territorio chiassese. Il messaggio municipale, recapitato questa estate ai consiglieri comunali, è all’esame della Commissione e dovrebbe essere in discussione nel prossimo legislativo. E pure qui si è cercato di fare chiarezza, almeno dal profilo del Piano regolatore, ‘isolando’ il mestiere più vecchio del mondo nelle aree a ridosso di Brogeda; ovvero in coincidenza con il Club Pompei, il Maxim e, appunto, l’attuale salone in via dei Pedroni. Se l’aula consiliare sposerà questa linea – le modifiche sono abbinate alle zone dedicate alle antenne della telefonia, un tema caldo –, chi oggi risulta essere al di fuori (come il locale di massaggi erotici in via D’Alberti) dovrà adeguarsi alla pianificazione oltre che alla legge cantonale. Una legislazione già sotto il fuoco di fila dei gerenti, in particolare per l’obbligo di staccare i 25 franchi di imposta giornaliera alle prostitute.
Che aria tira nella cittadina di confine? «La situazione tutto sommato è tranquilla – ci risponde la capo dicastero Sicurezza pubblica Sonia Colombo-Regazzoni –. È il quadro – aggiunge – a essere ancora ‘liquido’, sullo sfondo gli obblighi di legge. Al momento, infatti, abbiamo ricevuto una sola richiesta. Resta da vedere cosa decideranno di fare gli altri locali». Insomma, occorre capire se la nuova legislazione avrà degli effetti. «Sembrava si fosse partiti con il piede giusto. Ma viste le discussioni in atto, se devo essere sincera, l’impressione è che ci sia qualche ombra e che le cose siano un po’ in stallo – esterna la capo dicastero –. Ci aspettavamo anche di essere interpellati dal Cantone. Anzi, da parte nostra avevamo sollecitato la necessità di organizzare una serata informativa a beneficio dei Comuni, ma niente, nessuna risposta. Anche sul versante degli appartamenti servirebbe maggiore nitidezza». A questo punto per l’esecutivo il primo obiettivo è legato alla revisione del Piano regolatore. «Ciò che mi preme è far passare il messaggio (anche in senso lato, ndr) e chiarire così la posizione di Chiasso – ribadisce Sonia Colombo-Regazzoni –. Poi rimango in attesa di ricevere tutte le istruzioni e le delucidazioni del caso per questo settore. Ciò, però, dipende dalla legge, che al momento mi sembra ancora un po’ nebulosa. Senza trascurare le eventuali reazioni dei gerenti. Staremo a vedere». Come dire, purché si getti una luce (e non necessariamente rossa).