Lo spazio culturale inizia a sentirsi stretto nei duemila metri quadri e guarda avanti: alla Biblioteca cantonale, al Laboratorio di artigianato digitale...
Sulla carta La Filanda sembrava ‘troppo’ per Mendrisio. A un anno di distanza (domenica si festeggerà il traguardo con una giornata ‘aperta’), il Centro culturale sembra già stare stretto nei suoi duemila metri quadri ‘accessibili’. Merito dei 350 visitatori registrati, in media, al giorno, di un progetto di successo e di un modello che fa tendenza a livello svizzero.
Non a caso il Municipio della Città sta già pensando al futuro. L’autorità locale ha messo gli occhi sugli spazi al secondo piano, accanto al Lad, il Laboratorio di artigianato digitale. Il messaggio è in dirittura d’arrivo e l’intenzione è di presentarlo al Consiglio comunale entro la fine dell’anno: parola del capo dicastero Museo e cultura Paolo Danielli.
Il piano d’azione? «Tempo un paio di anni pensiamo di adibire quegli ampi spazi in parte a una piccola estensione della Biblioteca cantonale, in parte a nuove opportunità. Penso a eventi, conferenze e manifestazioni particolari promosse dal Centro culturale, ma anche dalla società civile». Del resto, La Filanda è un vulcano di idee: le attività settimanali sono una quarantina.
Anche la Biblioteca, considerata la «spina dorsale», ha fatto boom con i suoi oltre 42mila prestiti. Tant’è che non solo l’esecutivo sta guardando avanti, pure a livello cantonale ci si sta facendo un pensierino. «Oggi – annuncia Stefano Vassere, direttore del Sistema Bibliotecario del Canton Ticino – miriamo a consolidare i crediti a favore del servizio, delle attività culturali e dell’acquisto di libri». Gli occhi sono puntati sul preventivo 2020. E in programma, ci conferma Vassere, vi è un «congruo aumento» delle disponibilità finanziarie.
Nel frattempo, si cementano i rapporti tra Città e Consiglio di Stato, anche grazie a un accordo logistico amministrativo raggiunto di recente. Come dire (fa capire lo stesso Vassere) che vi sono le basi pure per nuove collaborazioni. Siamo ben lontani, insomma, dai tempi in cui si temeva per la sopravvivenza della Biblioteca a Mendrisio.
E pensare, ricorda la responsabile Agnès Pierret, che «l’avventura de La Filanda non era priva di incognite; ci voleva del coraggio». Nel capoluogo ne hanno avuto tanto; e non intendono fermarsi qui. «Dobbiamo continuare a prendere dei rischi», ribadisce Pierret. Forse è proprio questo spirito che ha conquistato la popolazione, di ogni età, che ne ha fatto un po’ casa sua.