Varato il cantiere dell’autosilo e ‘p&r’ e trovato un accordo sull’ampliamento dei commerci. Il tutto nel segno di una maggiore sostenibilità
Mendrisio avrà il suo nuovo autosilo (e ‘park&rail’) attaccato alla fermata di San Martino. La ‘volpe’ farà il bis. E gli ambientalisti segneranno qualche punto a favore della sostenibilità in un comparto che, per ‘statuto’, è un ‘grande generatore di traffico’. Se non si è raggiunta la quadratura del cerchio, poco ci manca. Anche perché stavolta in calce all’accordo con il gran patron del FoxTown Silvio Tarchini non c’è solo la firma del Municipio della Città, ma pure quella dell’Ata, l’Associazione traffico e ambiente. Ovvero la stessa che, sino a qualche mese fa, al suo fianco i ‘Cittadini per il territorio’, si era messa di traverso, dapprima al progetto di ampliare la superficie di vendita del ‘factory store’, poi della licenza edilizia staccata dal Comune.
Se l’intesa trovata con Tarchini si rivelerà un trattato di pace o solo un armistizio lo si saprà... vivendo. Sta di fatto che oggi, sul Centro San Martino – ribattezzato FoxTown bis –, si sono trovati dei punti di incontro con gli ambientalisti. Tanto da far decadere gli effetti del vecchio ricorso e da convincere Ata e ‘Cittadini’ a non impugnare la futura autorizzazione che apre la strada all’operazione (riveduta e corretta però). E a rappresentare un deciso incoraggiamento è, di sicuro, il parcheggio coperto da 613 posti iscritto nei piani sin dal 2015 – il permesso è del novembre di quell’anno – ma messo in cantiere circa un mese fa. Per archiviare del tutto la vertenza, però, adesso non resta che staccare la nuova versione della licenza edilizia (e il correlato cambio di destinazione) che darà il via libera alla trasformazione dello stabile di via Morée. Edificio che, con il complesso commerciale tutto intero, sarà poi collegato all’autosilo (quindi alla stazione ferroviaria) attraverso una passerella metallica.
A prima vista, insomma, questa volta sembrano aver vinto un po’ tutti. Questa sorta di patto a tre, del resto, non è solo nell’interesse degli attori in campo, ma altresì di «tutti i cittadini». Il gran patron della ‘Città del volpe’ lo dice in modo convinto. Se si è arrivati sin qui è grazie a «un colloquio franco e aperto con Ata», ribadisce Silvio Tarchini. Non solo, l’Associazione, spiega a ‘laRegione’, ha «apprezzato il fatto che da parte nostra non si siano poste condizioni». E per l’Associazione traffico e ambiente? «Si tratta di un accordo costruttivo», conferma il presidente Bruno Storni. Un’intesa frutto di trattative condotte alla pari e dai termini più chiari. Un risultato per nulla scontato, soprattutto sulla base della convenzione stipulata in origine tra la Tarchini FoxTown Sa e l’autorità locale. Una convenzione contestata da Ata – che, come detto, nel dicembre 2018 aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato sull’operazione bis – e che, nei fatti, per finire si è rivelata essere il vizio di forma che ha poi fatto ‘cadere’ la licenza edilizia e, di conseguenza, pure il progetto così come concepito all’inizio. «Il Cantone – fa presente Storni – ci ha dato ragione. Il documento (la convenzione, ndr) non stava in piedi». Interrotta, quindi, la procedura (e dato seguito anche a talune obiezioni dell’Ata), a quel punto non rimaneva che mettersi, di nuovo, al tavolo della discussione. Ed è qui che gli ambientalisti hanno deciso di giocare le loro carte e avanzato, dunque delle precise richieste.
Con quale esito? «Abbiamo raggiunto un compromesso – conferma Storni –; che consegna delle compensazioni in grado di rendere l’intervento più ecocompatibile». In sostanza, innanzitutto la superficie di vendita risulterà più contenuta – sebbene Tarchini parli di una «piccola riduzione» – e tale da destinare ai commerci circa il 26 per cento degli spazi interni del Centro San Martino (come dire meno di 7mila metri quadri). Nelle sue altre parti l’immobile farò posto, invece, a degli uffici. Di più: sui tetti del complesso compariranno dei pannelli fotovoltaici. Mentre l’autosilo riserverà, di base, 150 dei suoi posti auto (sino a un massimo di 400 nell’arco della settimana, quindi nei giorni feriali) alla modalità ‘park&rail’, che nelle dimensioni risulterà essere la più ampia offerta in Ticino. E ciò a tutto vantaggio dei pendolari che, una volta lasciata l’auto al posteggio, preferiscono recarsi al lavoro, a Lugano o a Bellinzona, in treno. E pensare che, stando alla prima versione dell’accordo fra la ‘volpe’ e la Città (poi ‘bocciata’ dal Cantone), se il FoxTown non avesse potuto ampliare i suoi spazi commerciali nei termini previsti, il Comune avrebbe dovuto farsi carico della costruzione del parcheggio coperto. Una soluzione pubblica che, agli occhi dell’Ata, sarebbe stata comunque preferibile sin dagli esordi, trattandosi di un ‘park&rail’.
La vera novità, però, sempre legata all’autosilo, porta a dare concretezza a una ‘velostation’ (una stazione di deposito e noleggio per bici), la prima del genere nel Mendrisiotto sulle orme di quella già realizzata a Bellinzona per una cinquantina di biciclette. È da un po’, come ci fa sapere lo stesso Silvio Tarchini, che il ‘factory store’ punta su una mobilità alternativa. L’obiettivo è quello di attrarre clientela, da Sud come da Nord, convincendola a utilizzare il trasporto pubblico; il che comporta vantaggi e pacchetti di sconti alle casse dei negozi della ‘volpe’ grazie alle offerte combinate perfezionate dalle Ffs.
«Quest’anno – annota, infatti, Tarchini – abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione e di marketing mirata all’indirizzo del pubblico svizzero tedesco, promuovendo il treno e facendo leva sulla fermata di San Martino». E così avanti con cartelloni e spot pubblicitari alla Tv svizzero-tedesca. La clientela del FoxTown – che in passato ha strizzato spesso e volentieri l’occhio in particolare alle persone d’Oltrefrontiera – allora sta cambiando? «In realtà i visitatori da Nord – ci dice il gran patron – rappresentano già da diversi anni una componente importante».
Oggi, però, sembra che la ‘volpe’ vi guardi con particolare interesse. E senza che questo indotto pesi sulla viabilità e l’ambiente, come prospettava, per contro, il Rapporto di impatto ambientale che due anni orsono aveva accompagnato il progetto originario di ampliamento. Come dire, un (piccolo) passo avanti.