Chiasso

Chiesta contropartita alla Centrale oggetti trovati

Il Municipio non ci sta a perdere il servizio della Posta senza ricevere nulla in cambio. E il Sindacato postini rilancia: 'Qui c'è un potenziale'

27 febbraio 2019
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Stretti, alla Cot stanno stretti. Che alla Centrale oggetti trovati di Chiasso, lì al primo piano del palazzo della Posta che affaccia su piazza Indipendenza, manchi spazio lo hanno visto con i loro occhi anche il sindaco Bruno Arrigoni e i municipali della cittadina. Eppure la decisione di PostLogistics di trasferire il servizio – un unicum in Svizzera – a Cadenazzo entro il 2020 ancora non è stata digerita. È difficile, del resto, vedere un altro pezzo di ex regie federali andarsene fuori distretto, assieme alla sua quindicina di posti di lavoro. Ecco perché l’esecutivo – al fianco il Consiglio comunale – si è rivolto direttamente al Gigante giallo, chiedendo e ottenendo, di recente, un incontro sul... campo. Ma non è finita qui. L’autorità locale scriverà ancora alla sede centrale, confidando di far recapitare la missiva al nuovo Ceo Roberto Cirillo, che da aprile prenderà le redini e che ha le sue origini nel Mendrisiotto.

Città e Sap fanno resistenza

Chiasso, quindi, rilancia e rivendica una contropartita. «La Cot trasloca? Noi domandiamo di ricevere qualcosa in cambio, una sorta di compensazione», ci conferma il sindaco Arrigoni. «Ultimamente, infatti, dal Basso Mendrisiotto assistiamo solo a chiusure e partenze». E il pensiero va, appunto, a Posta e Ferrovie.

Ed è appunto per questo che c’è chi, come Franco Edera del Sindacato autonomo dei postini (Sap), non vuole arrendersi. Lui (assieme ai vertici del Sap) sul destino della Cot è intenzionato a chiedere un colloquio ravvicinato al responsabile di PostLogistics (zona di distribuzione est-sud) Anton Bernhardsgrütter. «Quando negli anni Duemila la Centrale è arrivata a Chiasso – fa mente locale –, ha rappresentato una sorta di riconoscimento al Ticino, che poteva contare su una presenza postale interessante. Una presenza che deve rimanere e che ha il potenziale per svilupparsi, anche immaginando delle attività collaterali e nella stessa cittadina». La carenza di spazi, però, è oggettiva. E il servizio resterà in Ticino e sarà centralizzato là dove si smista la corrispondenza, ed è su questo aspetto che fa leva la Posta. «Di fatto – ci fa notare il sindacalista – si sono create le condizioni affinché, per finire, mancassero i locali necessari, giustificando uno spostamento a Cadenazzo, dove, con tutta probabilità, in parte si continuerà a essere in affitto». Qual è il punto? «Il punto – rilancia Edera – è che si sono affittati tutti i vani a terzi. Quando delle attività venivano trasferite altrove (pensiamo anche alle superfici al piano terra del palazzo della Posta in centro), non ci si è adeguati alle esigenze della Centrale, che pure già c’erano, si è preferito mettere le superfici sul mercato». Come altre ex regie federali si è guardato, insomma, ai bilanci e alla redditività degli spazi non più utilizzati. Rimane, comunque, la questione dello stoccaggio dei pacchi e degli oggetti che hanno smarrito la strada e approdano alla Cot. «Il problema del magazzino è superabile viste la mole giornaliera e l’organizzazione interna. Eppoi si possono recuperare vani». Il Sindacato, però, punta anche più in alto, contando fors’anche sulla spinta solidale mostrata dalle istituzioni e dalla politica chiassese. «Da parte nostra – ci spiega Edera – chiediamo, innanzitutto, di mantenere il servizio a Chiasso, poi di riportare nella cittadina (e al contempo nel cantone) ciò che è stato portato via in passato, e mi riferisco, ad esempio, alla lavorazione delle lettere». Anche il Municipio cittadino domanda una contropartita. Oggi è ipotizzabile? «Non so se ci riusciremo – ammette –. Ma visto che il nuovo direttore che si insedierà a breve conosce la regione e parla italiano, penso potrà capire la nostra realtà e le nostre richieste. D’altra parte, è già successo: al seguito del progetto Rema (nel 2009, ndr) la Posta ha compensato la chiusura di alcuni centri lettere e la contrazione di posti di lavoro con altre attività. La stessa Cot – conclude Edera – potrebbe offrire un’opportunità di impiego a dipendenti in invalidità e senza alternative al proprio lavoro». Il personale in forza alla Centrale, dal canto suo, si è visto garantire il posto. Transizione, condizioni e turni saranno definiti nei prossimi mesi.