L'esecutivo dice la sua sulle esternazioni di Roberta Pantani e la sua querelle con il parroco. 'Chi è nelle istituzioni eviti inutili polemiche'
"Rincrescimento”. È questo ciò che esprime il Municipio di Chiasso per quanto accaduto la settimana scorsa. In realtà i fatti (quelli avvenuti) sono due. Ma l'esecutivo affida il suo sentimento a un'unica nota stampa. Lo fa dopo aver portato, martedì, tanto le esternazioni della vicesindaco Roberta Pantani che l'esito della serata sul futuro Centro federale d'asilo al tavolo della seduta municipale. Le prime erano rimbalzate dalle colonne del settimanale della Lega 'Il Mattino della domenica': sotto il fuoco di fila della municipale, nonché consigliera nazionale, la pastorale dell'arciprete don Gianfranco Feliciani e la scelta di far servire messa a due bambini di origine etiope, figli di una coppia chiassese. Il secondo ha restituito il fallimento di un incontro che aveva l'ambizione di essere informativo e che è stato caratterizzato dall'incursione del Collettivo R-esistiamo, sulle barricate a difesa dei diritti dei migranti.
"Entrambi gli accadimenti – agli occhi dell'autorità comunale – evidenziano come determinati temi siano in grado di suscitare reazioni ed emozioni, che possono originare scontri e frizioni, che a mente fredda sono privi di giustificazioni”. Il Municipio, si ribadisce nel comunicato, non intende giudicare nessuno dei due episodi: “ciascuno nell'esternare le proprie opinioni personali si assume di seguito le proprie responsabilità”. Sta di fatto che le modalità della contestazione al Palapenz, si sottolinea, “non hanno alcunché di democratico”.
E le uscite della vicesindaco che hanno sollevato la protesta vibrante del Ppd? L'esecutivo si dice convinto “di quanto sia fondamentale che i rappresentanti delle istituzioni si impegnino, oggi più che mai, a evitare inutili polemiche. Le istituzioni e i loro rappresentanti non dismettono il proprio ruolo in alcun momento: loro compito è di rispettare le leggi fondamentali del Paese e quelle convenzioni che proteggono le fasce più indifese dalla strumentalizzazione”.