Mendrisiotto

Case anziani, la messa in rete è in salita

Il progetto di un Ente autonomo continua a far discutere. A Balerna i socialisti, pronti ad ‘affossare’ il dossier, cercano alleati

(foto Ti-Press)
15 settembre 2018
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L’aria che tira sull’Ente autonomo di diritto comunale ‘Istituto per anziani Balerna-Chiasso’ non è delle migliori. Almeno a Balerna. Se nella cittadina di confine il dossier sembra passare ormai sotto l’‘ordinaria amministrazione’, nel Comune vicino la sola idea di una ‘fusione’ fra le strutture incontra delle resistenze sia dentro che fuori il Palazzo comunale. Così, mentre la Commissione della Gestione a Chiasso è pronta a dare via libera al progetto – lo ha fatto ieri sera –, sull’altro versante c’è chi è già sul piede di guerra. E il fronte non solo è trasversale, ma potrebbe anche allargarsi. Il complemento di informazioni dato dal Municipio di Balerna a corredo del messaggio (che include pure statuti e convenzione, cfr. ‘laRegione’ del 31 agosto) non è bastato, insomma, a dissipare dubbi e perplessità. Di sicuro le motivazioni dell’esecutivo non hanno convinto a Sinistra. Dopo un confronto interno – presente la vecchia guardia socialista, ex municipali compresi –, venerdì sera il gruppo ha deciso di «affossare» l’iniziativa. Adesso resta da capire quali potranno essere i prossimi passi, in attesa del responso delle Commissioni (Gestione e Petizioni). Di sicuro La Sinistra, ci fa capire Claudio Comi, non mancherà di esplorare la possibilità di trovare degli ‘alleati’. A maggior ragione dopo le esternazioni (sin qui solitarie e personali) di Roberto Cattaneo (Plr) e Simona Arigoni Zürcher (Verdi) riferite da queste colonne. Il sentimento che permea chi fatica a digerire la creazione dell’Eabc è quello che Balerna stia per ‘svendere’ un bene di famiglia, con una certa fretta e rischiando di ritrovarsi in minoranza, ma con l’impegno di coprire il 40 per cento dei costi. Chi, fra i consiglieri comunali socialisti, oggi si trova in prima linea, non ha ancora compreso a fondo le motivazioni che spingono l’esecutivo a compiere questo passo. Di fatto, esplicita Giampiero Rigozzi, nelle carte non si è fatto menzione «di tutto quello che il Centro degli anziani ha rappresentato per i balernitani, con l’esperienza degli appartamenti protetti, del volontariato che anima la casa, dell’essere parte integrante del tessuto urbano e del vissuto della popolazione». Detta altrimenti, quali sono vantaggi e svantaggi reali dell’Ente? «Devono dimostrare che non sia un’operazione di razionalizzazione, bensì un’opportunità». E il pensiero, si conferma, va in particolare al personale dell’istituto e ai piccoli commerci, dunque all’indotto.

Storie di referendum e forze politiche

A tutti è chiaro, invece, che proprio questa operazione servirà all’autorità locale per girare pagina e archiviare il capitolo dei soprusi patiti da una parte degli ospiti (e di cui si è occupata e si sta occupando ancora la giustizia). In effetti, annota Comi, «uno dei limiti di questo Municipio è stato quello di non assumersi la responsabilità di definire la posizione dei vertici, in un senso o nell’altro». Ciò che, però, non si può dimenticare a Sinistra è quanto si sia lottato (con il Plr) per realizzare il Centro degli anziani quasi 40 anni orsono. All’epoca, si richiama alla memoria, a lanciare il referendum contro la costruzione della struttura era stato il Ppd. Ovvero lo stesso partito ora alla guida del Comune che è disposto a delegare la gestione del servizio a un Ente. «Ho l’impressione – ci dice Antonio Soldini, già vicesindaco di Balerna e tra i fautori della casa anziani – che l’esecutivo stia abdicando un po’ troppo velocemente alla responsabilità di aver realizzato una tale struttura. Un Centro – sottolinea ancora Soldini – concretizzato con il consenso di 3 cittadini di Balerna su 4 e grazie al supporto di Cantone e Confederazione – allora serviva l’avallo federale per un simile progetto –, che parteciparono finanziariamente all’impresa». L’ex vicesindaco rammenta bene percentuali (del voto) e cifre (dei sussidi). «Come Comune abbiamo scelto la collocazione dentro il nucleo, perché lo consideravano un po’ come il telaio su cui tessere la vita sociale del paese. Ed è quanto è stato fatto». E allora, si chiedono a Sinistra, per quale motivo non immaginare un Ente, ma tutto balernitano? O addirittura, pensare in grande e a una messa in rete regionale?