Mendrisiotto

La scuola che c'è in un progetto delle Medie di Balerna

Per una settimana l'istituto ha saputo coinvolgere gli alunni in un'attività condivisa. Tema i cambiamenti climatici. I docenti: 'Risultato? Sorprendente'

(foto Ti-Press)
14 giugno 2018
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Capita di rado di riuscire a trattenere in aula degli alunni oltre l’orario canonico. Soprattutto quando suona la campanella che annuncia la ricreazione; quindi è difficile resistere al richiamo. Alla Scuola media di Balerna, invece, ce l’hanno fatta. Per una manciata di giorni, nella Settimana dell’interdisciplinarità, hanno saputo conquistare l’attenzione degli allievi, senza distinzione. Tutto merito di un progetto educativo di istituto che, di fatto, ha portato la vita reale (con i suoi problemi) in classe. A mettere alla prova ragazzi e ragazze un tema quanto mai di stretta attualità: i cambiamenti climatici. Così tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo gli studenti (dalle prime alle quarte) se la sono vista con gli effetti che i mutamenti del clima e dell’ambiente hanno sulla quotidianità di tutti. Un argomento che ciascuno ha dovuto declinare in modo diverso, utilizzando gli strumenti didattici a sua disposizione. Il risultato? Sorprendente, anche per gli stessi docenti. Tanto che in questi scampoli di anno scolastico si sta pensando se e come riproporre il progetto, migliorandolo.

Quando imparare è bello

La professoressa Angela Spaggiari sfoglia con legittimo orgoglio i lavori dei ragazzi. Si può ben dire che l’iniziativa abbia avuto la capacità di coinvolgere l’intero istituto, che conta oltre 240 alunni. Punto di riferimento quattro insegnanti, gli studenti li hanno seguiti con interesse, ritrovando, in alcuni casi, la motivazione perduta. Gli alunni hanno capito sul campo che conoscere è bello e imparare può essere un piacere, così come era nelle linee guida della scuola. Missione compiuta quindi? «Senza dubbio – ci risponde con convinzione la docente –. Anche gli allievi che d’abitudine mostrano qualche difficoltà sono riusciti a trovare delle risorse inaspettate. A essere d’aiuto la collaborazione stretta fra i ragazzi». Ecco che pure il compito affidato alle terze, ovvero acquistare gli alimenti a impatto ambientale minimo per un pic-nic – budget a disposizione 10 franchi –, si è trasformato in un’occasione per stringere alleanze inattese. «Erano tutti motivati e concordi: non avevo mai visto i ragazzi lavorare in questo modo – ci spiega Angela Spaggiari. Ciascuno ha messo a disposizione dei compagni le proprie competenze e abilità». Dando l’opportunità a tutti di valorizzare i talenti che possiedono.

Ogni classe, un obiettivo

Così è successo pure nelle prime, alle prese con il presente e il futuro di Bosco Gurin, che ha proiettato tutti gli alunni nel 2050 e nelle possibili ricadute di un cambiamento climatico; e lo si è visto nelle seconde, chiamate a elaborare un pieghevole mirato a sensibilizzare le famiglie sul risparmio energetico, proponendo, sia chiaro, suggerimenti concreti. Più arduo il ‘problema’ con cui sono stati confrontati i ragazzi delle quarte. A loro è toccato creare un manifesto di denuncia facendo leva sul linguaggio iconografico, ma non solo. E bisogna dire che i ragazzi hanno centrato l’obiettivo; e senza cadere negli slogan più banali. Anzi, la comunicazione scelta (in italiano o in altre lingue) è stata quanto mai diretta ed efficace. Perché davanti ai cambiamenti climatici – come dimostrato bene dagli allievi – non c’è più tempo per tanti giri di parole. Meglio andare al punto, e subito (vedi infografica sopra).
Si può affermare che hanno saputo lasciare il segno. «Noi docenti – ci conferma Nathan Poli – siamo molto contenti di come hanno reagito i ragazzi. Abbiamo anche chiesto agli alunni di esprimere un giudizio sul lavoro svolto e di raccontarci come hanno vissuto la settimana; e il responso è stato molto positivo. In sintesi? Nel peggiore dei casi – ci svela il docente – hanno dichiarato di non aver lavorato in modo diverso dal solito, ma nella maggior parte dei casi sono andati oltre il loro livello abituale». Cosa ha fatto la differenza? «Senz’altro la possibilità di vedere il ‘prodotto finito’ degli sforzi profusi. E al contempo anche l’opportunità di dire la loro al riguardo. In questo modo si sono sentiti messi in valore, ma sono stati pure responsabilizzati».

Un laboratorio scolastico per tutti

L’istituto dal canto suo, mettendo in campo questo progetto si è fissato degli intenti precisi. Come sviluppare un “atteggiamento critico negli allievi; mostrare il legame tra le diverse materie affrontate a scuola; e affinare la collaborazione tra colleghi di sede”. Sullo sfondo, del resto, c’era il nuovo Piano di studio della scuola dell’obbligo ticinese. In effetti, ammettono i due insegnanti, la Settimana dell’interdisciplinarità è stata un ulteriore banco di prova anche per i docenti. «È stato un po’ un laboratorio per sperimentare la didattica per competenza», fa capire Nathan Poli. Ovvero quelle che saranno alcune delle parole chiave dell’approccio ispirato dal Concordato HarmoS ed espresso dal Piano di studio. E se la settimana condivisa dalla Scuola media di Balerna può rappresentare una sorta di cartina di tornasole (seppur empirica), il bilancio restituisce degli alunni contenti – «e che hanno lanciato segnali molto positivi», ribadisce Poli – e dei docenti soddisfatti. «Anche se esausti». E se questo può essere un assaggio della ‘Scuola che verrà’, ebbene l’inizio appare promettente.
Viene la voglia di continuare su questa strada. «L’esperienza è senz’altro da ripetere», ci dice Nathan Poli, esprimendo il pensiero anche della collega Spaggiari. Certo in vista dell’anno scolastico 2018-2019 occorrerà valutare modalità e tematiche (unica o per fasce di età), al fine di rendere partecipe al meglio l’intera comunità dell’istituto locale, dalle prime alle quarte. Ma questo compito spetterà al plenum di fine anno. Poi, liberi tutti: è già tempo di vacanze.

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