Mendrisiotto

Mendrisio, per il sindacato il Ppd cala la 'carta' Marco Romano

Investitura ufficiale dell'assemblea. Per il partito ci sono i numeri e le competenze. Romano: ‘Sia un confronto senza colpi bassi vecchio stile’

6 febbraio 2018
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Il Ppd di Mendrisio è tutto con lui, con Marco Romano. Da ieri sera il municipale, nonché Consigliere nazionale, è ufficialmente il candidato alla carica di sindaco di Mendrisio. Per l’assemblea (straordinaria) riunita a Rancate è lui il successore di Carlo Croci, che gli ha passato il testimone, consegnando ai cittadini quasi un ‘certificato di garanzia’: «Romano è in grado di fare bene il sindaco, state tranquilli». Ha incoraggiato anche il suo subentrante, Paolo Danielli, oggi capogruppo in Consiglio comunale.
Sulla guida della città adesso, però, toccherà agli elettori, il 27 maggio, dire la loro. Il Plr ha lanciato infatti il guanto di sfida, proponendo il collega di Municipio Samuele Cavadini. «Sono un grande fan della nostra democrazia», commenta subito Romano. Allora pronto al confronto con il Plr? «Decisamente. Spero però non sia un confronto con il Plr e che non si torni a impostazioni del passato, ma sia un confronto tra due persone – puntualizza –. Se Samuele Cavadini ritiene di mettere in gioco il ruolo di sindaco, è un suo diritto. Il distacco alle scorse comunali – tiene però a far notare Romano – era di più di 600 voti. Il risultato del 2016 è stato molto chiaro, credo. Ripeto, confido in un confronto costruttivo tra due persone fuori da eventi purtroppo vissuti nel passato». Il Plr l’ha già messa sul piano del cambiamento, del rinnovamento. «Reputo che anche la persona Marco Romano sia un notevole ringiovanimento (vent’anni meno di Croci). Tra l’altro sono anche più giovane di Cavadini...», ammicca. Il candidato Ppd oltre all’anagrafe rivendica poi la sua autonomia. «Non mi chiamo Carlo Croci, non sono suo figlio. Anch’io sono una persona nuova, con delle esperienze politiche molto diverse: lunga militanza in legislativo, 6 anni alle Camere federali – un impegno «compatibile» con la carica comunale, precisa –, vari ruoli assunti a livello di partito cantonale e parlamentare federale. Anche da parte nostra si trova il cambiamento e il rinnovamento. Non vedo differenze».
Le posizioni di Ppd e Plr sono nette; le altre forze politiche restano un po’ alla finestra. Al voto cosa conterà di più: la persona, i temi... «Conta il risultato finale. E dal momento che Cavadini ha lanciato la sfida, il mio obiettivo è proporre le mie esperienze, la voglia di imparare, di calarmi nel ruolo di sindaco, un sindaco di tutti. Mi proporrò ai cittadini chiedendo il loro sostegno, che penso sia ben al di sopra di visioni di partito, interessi di bottega o rappresentanze di interessi particolari. C’è la volontà di mettere a disposizione sé stessi, competenze e investire tempo per la Città di Mendrisio, al di sopra degli steccati di partito», ribadisce.
Con quali argomenti si presenterà all’elettorato? «Il sindaco dirige un gremio collegiale di sette persone; il Municipio è molto coeso e attivo rispetto ad altre realtà. Quindi da soli non si concretizza di niente – fa presente –. La volontà è quella di lavorare con il Municipio, con le idee di tutti per fare il bene della comunità, per risolvere i problemi che viviamo e cogliere le opportunità che si presentano. Del resto, non si elegge un monarca, ma una figura che deve guidare, integrare le varie visioni all’interno dell’esecutivo. Nessuna intenzione, dunque, di contrapporre visioni diverse dal lavoro collegiale del Municipio. Sarebbe fuorviante verso il cittadino e poco rispettoso della funzione». Sul tavolo c’è, d’altro canto, già un documento che proietta al 2030. Torniamo, però, al ballottaggio: ha evocato la necessità di una ‘competizione’ scevra da giochi di partito. Che clima si respira? «Come si può sentir dire che occorre osteggiare Romano perché serve un ringiovanimento e un cambiamento? Io sono classe ‘82 e siedo in Municipio da due anni. L’unico elemento che mi lega a Croci è che sono dello stesso partito: ma l’esecutivo non lavora per schemi di partito. Come si può equiparare me a Carlo Croci, abbiamo seguito percorsi politici diversi. Eppoi quando l’altra sera al Comitato cantonale del Plr è stato detto che si candida Cavadini per rendermi meno facile la vita... Beh, sono partiti male, pure con Maffi. Nessun colpo sotto il livello della cintura e, per favore, nessun approccio con visioni che fanno parte del passato». Gli avversari sono avvisati.