Otto palchi allestiti attorno a piazza del Ponte, 35 concerti e oltre 200 artisti. Sono questi i numeri della quarta Festa della musica in programma sabato 24 giugno nel nucleo di Mendrisio. Quella che l’associazione presieduta da Kilian Poli vuole proporre è una giornata di musica non-stop con artisti locali e internazionali per celebrare la musica in tutte le forme e i generi. I concerti inizieranno alle 16 con la Ti-X-Project in piazza del Ponte; mentre alle 16.15, in piazzetta Borella, toccherà ai Crazy Stools. Sui palchi si alterneranno volti noti – Make Plain e Bumblebees giusto per fare un paio di esempi –, realtà musicali tutte da scoprire (come i Pablo Infernal, stelle nascenti del rock svizzero) e band internazionali e svizzere che hanno calcato prestigiosi palchi (tra loro i Rootical Foundation, presenti lo scorso anno al Rototom Sunsplash a Benicàssim, i Royal Bravada reduci da un tour nella scena underground di Tokyo o gli Antipods, gruppo romando già sul palco del Paléo Festival). Durante la giornata si potranno ascoltare dal rock al reggae, dal metal al jazz, senza dimenticare la musica classica e quella popolare che avranno un palco dedicato. E non è tutto: nottambuli e amanti delle sonorità elettriche potranno approfittare anche dell’after previsto al bar Trinità di Rancate (ci sarà un bus navetta gratuito). Durante l’evento nel nucleo saranno allestiti bar, food truck e uno shop con gadget dei gruppi e dell’evento. La festa della Musica è sostenuta da Città di Mendrisio e Società commercianti del Mendrisiotto. «Quattro anni fa gli organizzatori sono partiti senza sapere bene dove sarebbero andati – sono le parole del capodicastero Sport e tempo libero Samuele Cavadini –. La scommessa è stata vinta e ogni anno si vede una crescita nell’offerta proposta ma anche, e soprattutto, nel coinvolgimento che gli organizzatori riescono a raccogliere». Tiziana Grignola, vice presidente della Scm, sottolinea che «a Mendrisio ci sono tanti appuntamenti importanti dove si cerca di sollevare le sorti dei centri storici che rischiano di essere un po’ abbandonati. È un momento di cambiamento fondamentale e bisogna trovare il ritmo per adattarsi».