Risolte le opposizioni, è stata rilasciata la licenza edilizia, nel frattempo cresciuta in giudicato. Il Comune sta valutando di inserire una schermatura
L’ecocentro in zona Ruggì a Pregassona è pronto a trasferirsi dall’altra parte della strada. Secondo il piano finanziario, avrebbe dovuto sorgere nel 2023, ma i lavori sono stati sospesi a causa di un’opposizione. Risolte le controversie tra le parti e in assenza di ricorsi, la Città ha rilasciato la licenza edilizia – nel frattempo cresciuta in giudicato –, per la demolizione dei manufatti presenti (tra cui una cascina e un ex porcile), la ristrutturazione della masseria esistente e, appunto, la costruzione del nuovo centro di raccolta dei rifiuti urbani.
A rallentare la tabella di marcia della Città per realizzare i suoi progetti nelle aree inserite nel Piano regolatore intercomunale – Lugano, Porza e Canobbio – Nuovo Quartiere Cornaredo (Nqc), è stata l’opposizione inoltrata dai vicini dell’area in cui verrà posizionata una decina di benne che servirà alla cittadinanza di Molino Nuovo e di Pregassona. Alla domanda di costruzione inoltrata dalla Divisione Spazi urbani (Dsu), l’opponente lamentava che il dossier presentato fosse carente di alcuni documenti: tra questi, le distanze dai confini e dagli edifici esistenti o progettati, nonché gli accessi stradali. Inoltre, veniva segnalata l’inutilizzabilità del rapporto acustico, dal quale si evinceva che la particella di terreno sul quale sorgerà l’ecocentro si trova in un’area con ‘grado di sensibilità 3 al rumore’, con una soglia dei valori limite d’immissione del rumore fissata a 65 dB (A) di giorno, mentre la zona con le villette a schiera – poste a sud del futuro ecocentro – nell’allora Piano regolatore di Pregassona “prevedeva un grado di sensibilità al rumore più basso”.
Per quanto riguarda i possibili rumori molesti, gli oppositori sottolineavano la necessità di considerare anche il viavai di auto generato dall’ecocentro: “La perizia sul traffico generato si basa su dati arbitrari, considerando di fatto un periodo di tempo non rappresentativo dal 18 al 29 maggio 2021 per quanto riguarda gli accessi all’odierno ecocentro di Pregassona”, dove spesso si formano lunghe code di auto in attesa di accedere all’area di riciclaggio.
Tutte queste richieste sono state respinte. A distanza di poco più di un anno e mezzo, il Municipio ha scritto agli opponenti per informarli che “la documentazione dell’istanza sottoposta all’esame della Divisione edilizia privata e dell’Ufficio delle domande di costruzione del Cantone è stata ritenuta completa a livello formale e conforme ai disposti delle normative applicabili”. Inoltre, l’istanza non è risultata in contrasto con l’Ordinanza federale contro l’inquinamento fonico (Oif). La particella degli opponenti è censita dall’Oif con un grado di sensibilità 3 al rumore sulla base dell'attuale Piano regolatore del Nuovo Quartiere Cornaredo, dove le case lungo il lato est di via Giovanni Maraini sono in zona adibita ad ‘attività lavorativa e di produzione’ e non in zona ‘residenze e attività terziarie / amministrative’, come per le aree a nord della Cornèr Arena, dove è presente un nuovo complesso residenziale.
L’oppositore, non pago, ha rinunciato a ricorrere al Consiglio di Stato, ma ha richiesto un incontro al quale hanno partecipato i diversi funzionari della Città e dell’Agenzia Nqc. In questa riunione di fine gennaio, le parti hanno visionato l’intero progetto, e la Città ha proposto “di valutare l’inserimento di una schermatura all’interno della proprietà dell’oppositore per minimizzare l’impatto del nuovo ecocentro. Nel caso si dovesse trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti, si definiranno i costi e la loro suddivisione e si sottoporrà al Municipio per approvazione”.
La decisione di spostare l’attuale ecocentro è dovuta principalmente a due motivi. Il primo riguarda la necessità di liberare l’area per fare posto alla realizzazione di una grande rotatoria, che passerà in parte sopra il fiume Cassarate. Tuttavia, l’opera è tuttora sub judice, visto che l’Associazione traffico e ambiente della Svizzera italiana ha presentato ricorso al Tribunale federale. Il secondo motivo riguarda miglioramenti strutturali ed ecologici: la masseria presente verrà riconvertita e utilizzata per “esigenze future della Città”, come “laboratori di manutenzione di elementi di arredo, quali per esempio le panchine, che potrebbero essere organizzati con i programmi occupazionali”. Inoltre, nell’area verranno installati degli impianti fotovoltaici “con un basso grado di riflessione in base allo stato della tecnica” (precisa il Cantone), e l’intero progetto dovrà rispettare i requisiti Minergie.