Le indagini sull’incidente proseguono anche in Procura. Si rincorrono le voci su un errore umano. Ffs: ‘Convoglio a Cornaredo al più tardi fino ad aprile’
Anche il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (Sisi) dovrà far luce sul Tilo deragliato a Sigirino lo scorso 20 dicembre. Lo si apprende dal sito ufficiale del Sisi, che informa che l’inchiesta è stata ufficialmente aperta il 20 gennaio, a seguito di un rapporto preliminare. Quest’indagine si va così ad aggiungere a quella avviata d’ufficio dal Ministero pubblico, per capire cosa abbia portato alla distruzione del treno e a un rischio di collisione con potenziali conseguenze devastanti. In Procura gli approfondimenti sono tuttora in corso e sono dunque ancora poche le informazioni confermate. Da nostre informazioni, tuttavia, si rincorrono sempre più le voci di un possibile errore umano.
Il Tilo è deragliato il venerdì prima di Natale, poco prima di mezzogiorno. Come si evince dal rapporto, si trattava di un elettrotreno a sei casse del tipo RABe 524 e ha cominciato la propria ‘fuga’ imprevista dalla Stazione Ffs di Rivera-Bironico, per poi deragliare nei pressi della stazione di servizio di Mezzovico-Sigirino, fermandosi grazie a un deragliamento programmato da remoto, ovvero dalla Centrale d’esercizio Sud di Pollegio. Uno sviamento, ci conferma la Procura, effettuato per ragioni di sicurezza su un binario morto. A proposito di binari, l’infrastruttura sulla linea di montagna dov’è avvenuto lo sviamento ha subito danni ingenti, riporta sempre il rapporto del Sisi. “Enormi” invece i danni al treno, che di fatto è andato parzialmente distrutto e che dalla fine di dicembre si trova su un prato di Cornaredo all’imbocco della galleria Vedeggio-Cassarate.
Ma come mai il convoglio si trova lì e quanto tempo ci resterà ancora? Ci rispondono le Ffs: “Il treno è stato portato a Cornaredo in accordo con il Cantone perché era il luogo più vicino sul quale depositarlo al fine di liberare rapidamente i binari a Sigirino. Dal punto di vista dell’impatto ambientale non vi è alcun pericolo, come verificato anche da un controllo della Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo. Resterà su quel sedime al più tardi sino a fine aprile”. Nessuna notizia invece ancora sull’entità dei danni.
Come poche sono ancora le notizie confermate sulla dinamica. Come ribadito dalla Procura, sul treno non era presente il macchinista, sebbene dal rapporto emerga che proprio il macchinista e il caposala della Centrale d’esercizio siano le due persone coinvolte nei fatti. E qui si entra ancora nel campo delle ipotesi, ma da voci sempre più insistenti raccolte da ‘laRegione’, sembrerebbe prendere corpo l’ipotesi dell’errore umano. Il convoglio in questione sarebbe stato danneggiato, forse dei problemi al pantografo, e per questo sarebbe stato agganciato a un altro treno e condotto da sud in direzione nord. A Rivera-Bironico sarebbe avvenuto il presunto fattaccio: una manovra sbagliata, con lo sganciamento dei due treni senza che fossero inseriti i freni, avrebbe portato – complice la pendenza del terreno – alla fuga fuori controllo, bloccata solo alcuni chilometri a sud grazie all’intervento da Pollegio.
Una ricostruzione che, in attesa della conferma delle inchieste aperte, non può lasciare indifferenti, visto che la linea – pur essendo meno frequentata rispetto a una volta grazie alla galleria di base del Ceneri – viene percorsa regolarmente da treni regionali.