Alcune istanze probatorie inoltrate in Procura potrebbero segnare un punto di svolta nelle indagini sul sindaco di Bioggio e le sue presunte malversazioni
Eolo Alberti passa al contrattacco. Il sindaco di Bioggio, indagato per reati finanziari, ha inoltrato nelle scorse settimane in Procura alcune istanze probatorie che dimostrerebbero che tutti gli azionisti sarebbero stati non solo al corrente ma anche concordi sul progetto edilizio della Hospita Suisse Anesthesia Care Sa, società della quale Alberti era direttore amministrativo, oltre che azionista egli stesso. Proprio i fondi provenienti dalla società per la costruzione di uno stabile commerciale sono al centro dell’inchiesta per la quale sono state arrestate due persone, una delle quali è l’ex granconsigliere leghista e sindaco (nel frattempo sospeso) di Bioggio, fermate altre due e indagata una quinta.
La posizione di Alberti sarebbe la più pesante, oltre che quella pubblicamente più rilevante, in quanto la procuratrice pubblica Chiara Borelli gli contesta i reati di amministrazione infedele, appropriazione indebita, abuso di autorità, concessione di vantaggi e istigazione alla violazione del segreto d’ufficio. Tra le istanze probatorie depositate dalla difesa nelle ultime settimane, quella che attesterebbe la regolarità delle transazioni, che sempre secondo Alberti lo scagionerebbero.
La vicenda, lo ricordiamo, deflagra in piena estate con l’arresto del 66enne sindaco e del 38enne ex contabile diventato amministratore unico della società. Resteranno in carcerazione preventiva dal 9 agosto per rispettivamente sei e quattro settimane. Vengono fermati anche la moglie del sindaco, consigliera comunale nella medesima lista (Lega-Udc-Libertà e Trasparenza), e un azionista gravemente malato da tempo che morirà un paio di mesi dopo l’avvio delle indagini. Tutti e quattro accusati, a vario titolo, di essere coinvolti nelle presunte malversazioni che avrebbero fornito liquidità al progetto edilizio nei pressi dell’imbocco alla Crespera.
Lì è previsto che sorga un mercato Migros, oltre a diverse altre attività private. Considerando solo i vertici della Hospita Suisse, gli unici a non essere oggi indagati sono il terzo azionista Claudio Camponovo, a lungo direttore sanitario della società, e la granconsigliera Sabrina Aldi, che nel novembre del 2023 è subentrata ad Alberti – nominato dal parlamento nel Consiglio d’amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale – in qualità di direttrice amministrativa. A settembre, l’inchiesta si è allargata anche al segretario comunale di Bioggio Paolo Pianca, per una presunta violazione del segreto d’ufficio. Nel frattempo, è stata chiesta la messa in fallimento della società, poi sospesa.
Stando a nostre informazioni, l’inchiesta potrebbe ora essere a un punto di svolta. Tra fine dicembre e inizio gennaio la difesa di Alberti, rappresentata dall’avvocato Pierluigi Pasi, ha inoltrato alcune istanze probatorie con documenti che nelle intenzioni dovrebbero fra l’altro scagionare il sindaco dalle accuse. La prima istanza riguarda un documento in particolare, ovvero un contratto di lavoro precedentemente irreperibile e per la cui assenza la pubblica accusa gli contesta il reato di appropriazione indebita, in relazione con l’ammontare della sua retribuzione. Sui tavoli della Procura è dunque arrivato un contratto che sarebbe più recente rispetto a quello sul quale la procuratrice ha basato le sue accuse. Quest’ultimo sarebbe un contratto vecchio, precedente addirittura alla fondazione della Hospita Suisse Anesthesia Care Sa e relativo invece alla società sorella Hospita Suisse Medical System Sa. Inoltre, sempre riguardo al medesimo reato, ad Alberti viene contestato di aver utilizzato parte del denaro societario per scopi personali, ad esempio per la propria campagna elettorale e per percepire dei bonus. Dai verbali delle assemblee societarie emergerebbe però che non solo l’esistenza dei bonus ma anche la destinazione del denaro sarebbero state note e condivise dagli azionisti.
Secondo Alberti, qualcuno avrebbe di proposito fatto sparire il contratto che attestava bonus e benefici. Questo sarebbe avvenuto in seguito alla sua uscita dalla società, a fine 2023, quando la sede è stata spostata da Cimo a Bioggio. Una denuncia penale contro ignoti è stata inoltre presentata prima di Natale, per reati contro l’onore, in quanto alcuni punti cardine della segnalazione anonima pervenuta a maggio 2024 al procuratore generale Andrea Pagani tramite la Sezione reati finanziari della Polizia giudiziaria sarebbero falsi.
Oltre a quanto già riferito, i due altri grossi temi sono le presunte malversazioni che configurerebbero il reato di amministrazione infedele e la bonifica del terreno che ospita lo stabile commerciale, che non sarebbe stata effettuata a regola d’arte. Sulle prime si concentrano le istanze probatorie depositate a gennaio, che contengono vari documenti nei quali si fa riferimento al legame tra la Hospita Suisse e la costruzione dello stabile. Si tratta in particolare di verbali dell’assemblea degli azionisti, della richiesta di finanziamento a Banca Stato per il progetto – che oltre alle superfici commerciali doveva prevedere una camera iperbarica –, del mandato di progettazione e della lettera di intenti per la sottoscrizione di un diritto di compera. Tutti i documenti sarebbero stati firmati dagli azionisti e negli ultimi in particolare si specificherebbe che i costi della progettazione sarebbero stati a carico della società. E qui si entra nel clou delle contestazioni agli indagati, al sindaco in particolare. L’amministrazione infedele sarebbe data dal fatto che diverse centinaia di migliaia di franchi sarebbero state spostate da conti della Hospita a quelli della Immobiliare Cinque Vie – costituita nel 2021 appositamente per la costruzione dello stabile –, sebbene tali finalità e operazioni non fossero specificate dallo scopo societario della Hospita. Tuttavia, stando sempre a nostre informazioni, per la difesa ci sarebbero delle evidenze che giustificherebbero queste transazioni.
Infine, la questione del terreno da bonificare. Anche su questo tema la difesa ha mandato in Procura documenti importanti per smentire le tesi di chi, a maggio dello scorso anno, ha segnalato delle presunte irregolarità. La bonifica sarebbe stata dapprima attestata dalla ditta che se n’è occupata, durante quasi tutto il 2023, con un rapporto della primavera del 2024. Lavori lunghi e complessi, oltre che dispendiosi, in quanto nel terreno è stato trovato materiale inquinato contenente metalli preziosi e diossina, derivanti dall’ex inceneritore che sorgeva lì vicino decenni fa, come pure idrocarburi. La bonifica inoltre, sempre da nostre informazioni, sarebbe stata poi confermata dall’Ufficio rifiuti e siti inquinati del Dipartimento del territorio, che in uno scritto – ora in mano alla procuratrice – certifica il lavoro eseguito formulando al contempo l’istanza di togliere il sedime dal Registro fondiario dei siti inquinati. Alla pp ora la valutazione se questi nuovi importanti elementi siano sufficienti per scagionare gli imputati dalle accuse o se si tratta di materiale in più per continuare le indagini.