Val Mara vuole un comprensorio pompieristico unico sotto Melide e annuncia ricorso qualora il Cantone dovesse rifiutare la sua richiesta
Melano e Rovio si trovano tra due fuochi. Da un lato il Centro soccorso cantonale pompieri del Mendrisiotto (Cscpm) che vorrebbe tenere i due quartieri tra le proprie competenze, dall’altra il Comune di Val Mara che ha invece formulato richiesta per appartenere a un comprensorio pompieristico unico sotto Melide, a cui fa attualmente capo il solo quartiere di Maroggia. È una questione che si protrae dagli albori aggregativi, e che scotta. Il neonato Comune infatti, qualora il Cantone dovesse respingere questa richiesta – formulata tramite lettera al Dipartimento finanze ed economia (Dfe) il 16 ottobre scorso a seguito della votazione unanimemente a favore in Consiglio comunale – annuncia ricorso.
Quali siano le ragioni dietro a questa volontà unificatrice, ce lo spiega Jgor Zocchetti, sindaco di Val Mara. «Desideriamo includere anche gli altri due quartieri per razionalizzare e semplificare le risorse, migliorare i servizi e garantire un interlocutore unico in ambito pompieristico». Tale scelta, precisa, «riflette lo spirito dell’aggregazione avvenuta di recente, volta a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi per il Comune e i cittadini». Ma anche – e da qui che partono le critiche della controparte – «un’ottimizzazione finanziaria e un maggiore peso politico all’interno del Corpo pompieri di Melide».
Una volontà che, come detto, si scontra con quella del Cscpm. «La scelta di Val Mara – ci dice Samuel Maffi, presidente della delegazione consortile Cscpm – la posso comprendere, ma non la condivido. È una volontà di natura politica che segue l’aggregazione, in quanto Val Mara sente di avere più forza contrattuale e di conseguenza più autonomia comunale. Questa perseveranza è dovuta al fatto che per loro si tratta di un atto promesso nei confronti della popolazione. A livello di promesse si può comprendere questa volontà, ma a livello pratico no. Non è su questo tema che devono puntare a essere più forti, perché qui si tratta di un tema prettamente tecnico e di sicurezza. In casi come questo, la tecnica dovrebbe prevalere rispetto alla politica».
Dal punto di vista tecnico infatti, secondo Maffi, «c’è poco da discutere. Una serie di approfondimenti fatti fino a oggi dalla Federazione pompieri Ticino (Fpt) hanno concluso che la soluzione ottimale è lo status quo». E invece, afferma, «Val Mara fa sempre un po’ la terra di mezzo che ogni tanto guarda a sud e ogni tanto a nord, in base a cosa è più conveniente». In questo caso, «oltre che di natura politica vi è anche una ragione finanziaria. I pompieri di Melide fanno parte della categoria B, (ovvero è un Centro di soccorso regionale, ndr), mentre quelli del Mendrisiotto appartengono alla A (Centro di soccorso cantonale, ndr). Evidentemente questo comporta costi minori, ma non garantisce la stessa gamma di intervento. Qualora dovesse esserci un caso di competenza superiore a quella dei militi di Melide, Val Mara dovrà dipendere da Lugano, che obiettivamente è meno ideale soprattutto per raggiungere Rovio e Melano». Val Mara, aggiunge il presidente, a eccezione di Maroggia, «fa capo anche ad altri servizi del Mendrisiotto come la polizia, la protezione civile e il servizio ambulanza. Occorrerebbe cercare, nell’ottica di tutte le tipologie di intervento, una certa uniformità per questi comprensori dal Ponte diga in giù».
Il Comune tuttavia rinvia al mittente tali critiche. «La decisione – precisa Zocchetti – non è di natura politica, ma si basa invece su valutazioni pratiche», spiega il sindaco. Dal punto di vista finanziario, il Municipio ha valutato che «il passaggio a Melide comporterebbe un’ottimizzazione economica, con un costo pro capite inferiore rispetto a Mendrisio. Questo rappresenta un vantaggio significativo per il Comune e i suoi cittadini». Il risparmio economico, per Val Mara, giustifica la richiesta. «Anche tenendo conto che per interventi di categoria A (gestiti dai Pompieri di Lugano) la situazione finanziaria complessiva non cambierebbe rispetto a quella attuale. La decisione appare quindi la più adatta, sia sotto il profilo finanziario, sia per la semplificazione amministrativa e per le relazioni sociali già esistenti con il Corpo pompieri di Melide». Inoltre, sottolinea, «il nostro Comune ritiene che la posizione della Fpt di mantenere lo status quo, non sia del tutto oggettiva. Vi sono aspetti tecnici, come il traffico negli orari di punta, che la Federazione considera sfavorevoli ai Pompieri di Melide alla sera, senza tenere conto del traffico opposto (da sud verso nord) al mattino». Ed è qui che il sindaco tiene a precisare che «il Municipio spera di evitare la necessità di ricorrere legalmente contro una decisione sfavorevole alla nostra volontà, ma qualora il Cantone esprimesse una decisione negativa, ci vedremmo costretti a impugnare tale decisione».
Secondo il sindaco, un altro aspetto merita menzione. Ovvero: «Val Mara risulterebbe il Comune più grande all’interno del comprensorio pompieristico di Melide con una capacità decisionale importante, peso specifico che invece non dispone facendo parte del Consorzio pompieri del Mendrisiotto». Zocchetti ricorda inoltre esempi analoghi. «Vi sono precedenti di uscite da consorzi, come nel caso di Tresa e Bellinzona, che dimostrano la legittimità della nostra scelta. Il Comune di Tresa ha potuto riorganizzare autonomamente il proprio servizio pompieristico, indipendentemente dalla categoria del Corpo pompieri grazie all’aggregazione». Questo, sottolinea, «rappresenta un precedente significativo a supporto della richiesta di Val Mara, rafforzando il principio di autonomia comunale. Personalmente – aggiunge – ritengo che anche gli enti locali avrebbero potuto fornire un maggiore sostegno alla nostra causa considerando che le aggregazioni sono un auspicio del Cantone per dare più forza ai singoli Comuni. Spero che questo non resti scritto solo sulla carta ma diventi anche una realtà».
Ma una simile risoluzione cosa comporterebbe per il Cscpm? «Per noi – asserisce Maffi – perdere due quartieri sarebbe un pessimo segnale nei confronti di tutto il Mendrisiotto che, dopo vent’anni di litigi ha finalmente costruito un’eccellenza regionale con la nascita del Consorzio, si vede togliere una propria parte. Ciò implicherebbe anche un mancato introito finanziario che peserà e dovrà essere ripartito tra gli altri membri del Consorzio. Sarebbe un peccato», conclude il presidente.
Come accennato, lo scorso ottobre, il Municipio ha inviato al Consiglio di Stato una lettera nella quale sottolineava come “l’organizzazione del servizio pompieristico di Melide si è rivelata uno dei temi che ha favorito maggior coesione tra il Legislativo, l’Esecutivo e i cittadini. Pertanto non potrà che rafforzare l’unità tra i diversi quartieri”. Un aspetto di rilievo per i valmaresi. Di unità infatti non ce n’è stata sui grossi progetti come la Casa anziani a Melano e la ristrutturazione della sala multiuso di Rovio. Il prossimo incontro a Bellinzona tra le parti, è previsto per fine gennaio.