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Tentato omicidio a Lugano, ‘c’entra la droga, c’era la fila’

Gli inquilini dello stabile di via Vanoni dov’è avvenuto il fatto di sangue l’11 dicembre scorso: ‘Polizia chiamata più volte, quella sera il caos’

Una situazione degenerata negli ultimi mesi
16 dicembre 2024
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Sembrerebbe essere legato al giro della droga il fatto di sangue capitato l’11 dicembre scorso in via Vanoni a Lugano. A dirlo a ‘laRegione’ numerosi inquilini del grande stabile giallo in posizione rialzata all’estremità occidentale della via. Vicini che negli ultimi mesi sono stati testimoni di un viavai crescente di persone che entravano e uscivano dall’appartamento al primo piano dove abita il 56enne ricoverato per ferite alla testa e per le quali un 40enne e un 60enne sono ora indagati dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli per tentato omicidio.

‘Gente che dormiva sul pianerottolo’

«Questo fino a poco tempo fa era un palazzo sicuro, per famiglie e per giovani, studenti – ci dice una donna – adesso invece, si vedono di quelle scene...». Ad esempio? «Gente sconosciuta trovata a dormire sul pianerottolo, liti sempre più frequenti, rumori, schiamazzi, personaggi loschi e strani, soprattutto alla sera». Un campionario che ha il proprio centro nevralgico all’interno e all’esterno dell’appartamento del 56enne, un marocchino lì domiciliato, che secondo alcuni sarebbe chiaramente uno spacciatore. C’è chi lo dice apertamente, chi lo ipotizza solo e chi abbozza un cenno d’assenso quando chiediamo se la lite sia legata in qualche modo al mondo della droga. «Per me la droga c’entra sicuramente, giù (davanti all’appartamento dell’uomo, ndr) c’era la fila», ci dice con convinzione un’altra donna.

Polizia chiamata più volte

Un legame con gli stupefacenti che non siamo riusciti a confermare con le autorità inquirenti, e d’altra parte la nota congiunta di Ministero pubblico e Polizia cantonale come ipotesi di reato prospetta (per ora) ‘soltanto’ il tentato omicidio, lesioni gravi o subordinatamente semplici e aggressione. Non si fa accenno ad alcuna infrazione né contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Eppure gli inquilini sembrano esserne certi, lì si stava consumando un brutto giro legato alla droga. Un giro emerso proprio in concomitanza con il trasferimento del 56enne, che vive in via Vanoni da soltanto un annetto circa. Una persona all’apparenza tranquilla, che abita da sola e che inizialmente non si è fatta notare. «Ma poi i brutti episodi sono aumentati e ha iniziato a causare molti problemi – osserva un uomo –, tant’è che più volte è stata chiamata la polizia a causa sua o delle sue frequentazioni».

‘Quella sera un caos, tremavano le pareti’

Un brutto comportamento noto anche all’amministrazione dello stabile, che sempre stando a nostre informazioni starebbe già valutando lo sfratto nei suoi confronti. Una serie di problemi che sono culminati nell’episodio di violenza di mercoledì scorso. «Quella sera c’è stato un gran caos – ricorda un’anziana –. Sentivo urlare, grida e colpi di tutti i tipi, tremavano le pareti e i mobili del mio appartamento». Un casino durato finché qualcuno non ha deciso di allertare, di nuovo, la polizia. Il 56enne è stato visto lasciare lo stabile con la testa fasciata: durante la colluttazione è stato colpito al capo con un oggetto contundente che gli ha causato ferite al capo. E mentre l’uomo veniva trasportato dai soccorritori della Croce Verde di Lugano all’ospedale, sono iniziati gli accertamenti di polizia. Sul posto sia la Polcantonale sia la Polizia della Città di Lugano. Gli agenti si sarebbero fermati sul luogo fino a notte inoltrata e sono stati visti dagli inquilini anche l’indomani, diverse ore dopo le 21.30 circa, ovvero quando secondo la ricostruzione è avvenuta l’aggressione.

Forse coinvolta una quarta persona

Le indagini hanno portato all’arresto di due uomini: il 40enne e il 60enne, rispettivamente un italiano e uno spagnolo entrambi residenti nel Luganese. Resta da capire il loro esatto ruolo nella vicenda, oltre a quello di presunti aggressori nel caso specifico. Una quarta persona sembrerebbe essere in qualche modo coinvolta nei fatti. Si tratta di un 28enne gambiano domiciliato nel Mendrisiotto, che è stato interrogato e nel frattempo rilasciato. L’inchiesta in ogni caso è ancora alle sue battute iniziali, gli interrogatori sono in corso e non sono da escludersi sviluppi nel caso.