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Si conclude la storia del Club del Centro

L'associazione di commercianti luganese, attiva dal 1977, chiuderà alla fine del 2024. Negli anni ha contribuito a valorizzare il commercio cittadino

Il celebre logo ideato negli anni 80
2 dicembre 2024
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Alla fine di quest’anno, dopo quasi 50 anni di esistenza, terminerà l’esperienza del Club del Centro, l’associazione di commercianti che univa i negozianti del centro della città di Lugano. “La decisione – si legge in una nota – è stata presa all’unanimità dal Comitato, con la consapevolezza di aver contribuito in modo significativo alla promozione, animazione e difesa del centro cittadino di Lugano”. Il club, fondato nel 1977, ha costituito per anni una delle tre associazioni di commercianti di Lugano – insieme all’Associazione via Nassa e alla Società dei commercianti –, e alla fine di questo mese verrà sciolto perlopiù per ragioni pratiche. «Il motivo più importante della chiusura – spiega la presidente del Club, Lorenza Sommaruga – è che il Municipio di Lugano ha più volte espresso il desiderio di avere un unico referente a cui rivolgersi quando si organizzano eventi. Creare una corporazione sarebbe stato molto difficile, perché ogni associazione voleva mantenere la propria identità. Quando sono stata nominata nuova presidente del Club, mi era stato chiesto di portare nuovi membri al suo interno, ma mi sono presto resa conto che questo avrebbe voluto dire togliere membri a una delle altre associazioni. Ho quindi concluso che la cosa migliore da fare fosse chiudere il Club, in modo da rinforzare le altre realtà presenti».

‘Un gruppo di amici’

«Eravamo una bella compagnia» afferma Elio Bollag, che nell’autunno del 1977 fondò il Club insieme a Demetrio Poggioli, ideatore e fondatore, Rolando Benedick, Elvezio Cavadini, Fabio Fumagalli, Lino Gabbani, Camillo Luzzani, Fernando Sommaruga, Sandro Vanini e Vincenzo Vicari. «Erano i tempi in cui a Lugano i negozi avevano un padrone – prosegue Bollag, che per 50 anni ha gestito tre negozi di abbigliamento in centro città –, a differenza di quelli di oggi che sono tutti un po’ anonimi. Noi eravamo un gruppo di amici, ci si riuniva quasi ogni settimana per un pranzo e da cosa nasceva cosa. Come ad esempio il trenino turistico, che avevamo inventato noi e adesso si è sviluppato in un simbolo della città». Sono infatti svariate le iniziative e idee proposte dal Club per valorizzare la vita cittadina, come il celebre adesivo “Vivo a Lugano, compro a Lugano”, ispirato a iniziative analoghe a Ginevra, per incentivare il commercio locale, eventi culturali di grande successo, come la mostra “Sculture in città” e il Logo “Lugano città del mio Cuore”, un messaggio di colore e amore ideato dallo stesso Bollag e realizzato dal celebre grafico Herbert Leupin. Non sono mancate poi proposte più visionarie, che però non sono mai state realizzate, come quella di costruire un autosilo sotto il piazzale ‘alle scuole’, o la gratuità dei posteggi cittadini durante i sabati.

‘Fiduciosa per il futuro del commercio luganese’

«Io vedo qualche negozio chiudere ma anche molti negozi nuovi – dice Sommaruga –, quindi sono fiduciosa e sono certa che a Lugano i negozi al dettaglio avranno sempre il meritato successo. Non mancheranno le difficoltà, ma non dobbiamo demordere, anche perché le città non devono morire. Senza negozi o con pochi negozi o con negozi brutti, non funziona. Il cittadino deve essere allietato anche dalle luci dei negozi belli. E quindi secondo me bisogna rimanere forti, uniti e proseguire in questo senso».

I fondi residui dell’associazione saranno ora devoluti a tre associazioni caritatevoli che riflettono i valori del Club: Fondazione Ares, impegnata nella promozione della conoscenza dei disturbi dell’autismo; Associazione Triangolo, dedicata al volontariato e al supporto ai pazienti oncologici e alle loro famiglie; e Associazione Alzheimer Ticino, a sostegno di malati e familiari.