Il Tribunale amministrativo federale ha respinto le contestazioni dell'imprenditore relative ai piani per ‘l'Abc - Airport Business Corner’
“Il ricorso è respinto. Dal momento in cui il progetto che il ricorrente intende costruire non presenta nessun legame funzionale, è a giusto titolo che il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec) si è dichiarato incompetente per decidere sull’approvazione del manufatto in questione. Qualora il ricorrente voglia effettivamente costruire gli edifici dovrà presentare una richiesta seguendo le procedure cantonali applicabili per le licenze edilizie; competerà inoltre alle predette autorità cantonali di chiedere eventualmente il preavviso dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac)”. Queste sono le ultime parole del Tribunale amministrativo federale (Taf) in una recente sentenza, che ha bocciato le contestazioni presentate da Dario Kessel, imprenditore attivo da sempre allo scalo di Lugano–Agno contro la decisione del Datec.
Una decisione, quella del Dipartemento federale, che ha stabilito la propria non competenza in merito alla domanda risalente al 16 giugno 2023 per l’approvazione dei piani relativi alla costruzione di un progetto promosso da Kessel. Il progetto denominato “l'Abc - Airport Business Corner” che prevede l’edificazione di un nuovo stabile sul mappale 1786 di Agno. Kessel ha informato l’Ufac che la costruzione interessa per l’80% l’aviazione privata, mentre il resto è rivolto alla popolazione. Il progetto prevede al pianterreno un negozio aperto 24 ore su 24 (per self catering aerei), uffici di Rent a Car, Vip Lounge, ufficio compagnia aerea (Silver Air Lugano - Elba) e E-Aviation Stuttgart, Bar per colazioni albergo. Al primo piano sono stati previsti uffici Camo, sale conferenze, uffici compagnie di voli taxi private e pubbliche (Live Jet, Air Ceresia), mentre al secondo, al terzo e al quarto piano tipo camere d’albergo tipo E-Hotel e al quinto, appartamenti per il personale addetto alle compagnie private ed equipaggi basati. Invece, nel piano interrato sono stati disegnati magazzini, posteggi e locali tecnici.
Dario Kessel non si aspettava una risposta diversa: «Prima il Comune ci ha indicato che avremmo dovuto inviare l’incarto a Berna tramite l’aeroporto (e la concessionaria Città di Lugano). Il problema è che la Città, pur di non darmi ragione, aveva già presentato ricorso qualche anno fa quando presentai un progetto simile (verso l’ex hotel La Perla) al di fuori del perimetro del Piano settoriale dell’infrastruttura aeronautica (Psia), contestando gli accessi. Per cui,ho presentato un’altra volta il progetto all’Interno del sedime Psia. Ora s’inventano che i contenuti potrebbero non essere relativi all’aviazione...». L’imprenditore non ha ancora deciso se contestare la sentenza del Taf al Tribunale federale: «Dovrò valutare se abbia un senso presentare ricorso, perché gli argomenti citati dai giudici del Taf sono tutti opinabili. Perlomeno, nella sentenza è stato chiarito che un albergo non fa parte di una struttura aeroportuale. Eppure, a Zurigo esiste». Secondo Kessel, «tutto rientra nel tentativo di sminuire il valore del terreno, che la Città vorrebbe acquisire e si sta tentando di spingermi a chiedere il declassamento del terreno, visto che non si può costruire, ma non sono così stupido da trasformarlo in zona agricolo avendo un’ipoteca di tre milioni di franchi con una banca». Rispetto ai tre campi da tennis situati vicino all’aeroporto, l’imprenditore li ha «ceduti a una ditta in diritto di superficie per trent’anni, mentre il quarto campo da tennis lo affittavo dalla Città in base a un contratto vecchio di oltre 60 anni. Un contratto che però nessuno trova più, per cui la Città ha ritenuto che il contratto non sussista e ha dato quel terreno in affitto al Tennis club di Agno, solo che il sodalizio non lo può usare perché il confine imporrebbe la creazione di un terreno da gioco messo di traverso».
Quanto alla recente decisione del Municipio di Lugano optare per un partenariato pubblico privato, di cui tuttavia si parla da quasi un anno, Kessel la dipinge come un’altra «scoperta» imposta dai disaccordi con i gruppi che avevano partecipato alla famosa Call of Interest: «Qualcuno disposto a investire perlomeno negli hangar forse lo troveranno». Occorrerà allestire un bando di concorso. L’imprenditore teme non succeda nulla o che possa trasformarsi in un pasticcio e prevede che i suoi terreni possano essere «inseriti in una zona di pianificazione, così resta tutto bloccato per almeno sette anni».