Il Gran consiglio - con procedura scritta e mal di pancia nell’area rossoverde - ha approvato il messaggio per, fra l’altro, la riqualifica di Lugano Nord
Semaforo verde, ma non all’unanimità, al messaggio per la riqualifica del comparto di Lugano Nord, la cosiddetta Porta ovest di accesso alla città di Lugano. Il Gran Consiglio ha infatti detto sì ai cinque decreti legislativi del messaggio che contiene la richiesta di credito di 30,3 milioni di franchi e l’autorizzazione alla spesa di 64,3 milioni, necessari per la progettazione e la realizzazione di varie opere di mobilità nel Luganese, tra le quali spicca appunto la riorganizzazione delle rampe autostradali. Solo per quest’ultimo progetto verranno investiti 20,5 milioni, autorizzando il Cantone a spenderne in totale 49,4.
Un progetto che dovrebbe modificare radicalmente l’assetto di quella zona. Fra l’altro, è previsto un nuovo semisvincolo che serva la zona industriale di Vezia e una nuova rotonda nei pressi della piscina Valgersa, come pure nuove piste ciclabili, la dismissione dell’entrata autostradale vicino al centro sportivo A-Club di Savosa, nuovi semafori e bretelle percorribili in entrambi i sensi. Una rivoluzione che non piace a tutti, però. Il messaggio è passato in procedura scritta, pertanto non c’è stata discussione ma solo dichiarazioni di voto, che hanno fatto emergere il mal di pancia prevalentemente nell’area rosso verde, col risultato che l’entrata in materia è stata approvata solo da 49 granconsiglieri, con 10 contrari e 8 astenuti. Proporzioni simili si sono poi avute per i singoli decreti.
«È inaccettabile che ci sia stata una procedura scritta su un tema molto complesso – ha tuonato Cristina Zanini Barzaghi (Ps), su quello che ha definito un credito quadro solo «per modo di dire» –. Sarebbe stato opportuno un messaggio specifico attribuito alla commissione Ambiente, territorio ed energia e non alla Gestione. Il progetto della Porta Ovest è discutibile sia dal punto di vista che ambientale e andrebbe rivisto con un concorso di progetto». Del medesimo parere Massimo Mobiglia (Verdi liberali): «È veramente antidemocratico che per un’autorizzazione alla spesa di 64 milioni ci sia la procedura scritta. E dispiace vedere il baricentro di questo messaggio su proposte stradali e non su qualcosa che possa migliorare il traffico lento». A tal proposito, per Daria Lepori (Ps) «il concetto di pista ciclabile che emerge dal messaggio è deludente. Nel migliore dei casi risponde alle esigenze del ciclismo turismo, della domenica, e non soddisfa i bisogni di sicurezza e di celerità del turismo quotidiano. Inoltre, rimane la visione obsoleta del predominio a quattro ruote sul traffico lento». Ricordando che diversi colleghi non hanno firmato il rapporto, pure Samantha Bourgoin (Verdi) è stata critica nei confronti della procedura («se necessario, farò rapporti di minoranza a go-go per dare la possibilità a tutti di parlare»), come dei contenuti. In particolare delle opere di raccoglimento delle acque: «Un sistema a nostro avviso sproporzionato, in un luogo infelice, la cui efficacia è ancora tutta da dimostrare».