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Dieci idee per il futuro del Monte Brè - prima puntata

Ecco i finalisti del concorso di idee – non vincolante, ma patrocinato dalla Città – per la riqualifica della vetta: alloggi, osservatori, ristoranti e...

I primi cinque progetti finalisti
5 settembre 2024
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Immaginare un progetto di Capsule architecture, denominato ‘Starry night experience’, che preveda la possibilità di installare degli alloggi in modalità ospitalità diffusa con attività di osservazione astronomica sul Monte Brè. Ogni progetto include capsule per l’alloggio turistico, uno spazio dedicato appunto all’osservazione amatoriale, un ristorante, una sky lounge room e spazi di condivisione esterni. Questi, in estrema sintesi, i contenuti della seconda edizione di ‘Play the future’, concorso internazionale di idee di architettura per giovani architetti sotto i 30 anni organizzato e promosso da BeSpace Group, con il supporto della Città di Lugano. La prima edizione si era caratterizzata per proposte riguardanti un floating park sul lago. I dieci migliori progetti – selezionati da una giuria di esperti presieduta da Gino Boila, direttore della Divisione edilizia pubblica della Città – sono stati esposti per tutto il mese di agosto al Belvedere.

In attesa che tra pochi giorni vengano svelati i nomi dei vincitori del concorso, che non è vincolante per la Città ma che fornisce interessanti spunti di riflessione verso una riqualifica degli impianti di risalita e soprattutto la vetta, scopriamo un po’ più nel dettaglio i finalisti. Oggi iniziamo con i primi cinque, domani presenteremo la restante cinquina.

TEAM AJ2

Un ristorante-funicolare

A cominciare dal team AJ2, che ha presentato il progetto ‘Back to the Future’. Mettendo l’accento sulla sostenibilità, prevede un planetario che funga da centro educativo. Una delle idee portanti della loro visione è la riconversione dei vecchi impianti di risalita, che dovrebbero essere sostituiti. Tuttavia, i veicoli storici non andrebbero venduti o – peggio – smontati, ma trasformati in un ristorante e in uno sky lounge, alimentati da piccoli pannelli solari distribuiti in tutto il giardino. Giardino che risale all’antico terreno dei vigneti e fungerebbe da spazio comune e, coltivato, fornirebbe un habitat per animali e insetti, migliorando così la biodiversità della zona. Le capsule sono progettate con legno locale, e alimentate dall’energia generata dal fiume Cassone per il riscaldamento dell’acqua e per la luce. Per il riscaldamento verrebbe invece utilizzato il calore dei tubi dell’acqua.

TEAM ASTRA

Spazio vuoto nel monte

Il secondo progetto, ‘Il teatro delle stelle’, è stato approntato dal team Astra e si distingue per aver messo mano in particolare allo spazio antistante alla stazione d’arrivo della funicolare, utilizzando le differenze di quota come tema principale di progetto. In secondo luogo, è stato strutturato un sistema trasversale a quello di crinale. Infine, un lungo spazio vuoto ottenuto dentro la montagna accoglie i visitatori in un viaggio prima culturale e formativo e poi di osservazione ambientale e astronomica.

TEAM ATOMA

Una passerella sospesa

Il terzo team ad aver immaginato un Monte Brè diverso è Atoma, con il progetto ‘Star Hunters’. La loro idea di base è quella di inserirsi tra la funicolare e il paese di Brè, offrendo un punto di sosta con un’ampia piazza ellittica sulla quale si affaccia un edificio ipogeo – ossia sotto il suolo – con ristorante, bar, infopoint e area lounge. Altrettanto ipogeo è il collegamento diretto tra i due versanti della montagna, con la nuova piazza e il ristorante che si affacciano a sud verso il lago, mentre l’osservatorio e le capsule si affacciano sul versante nord per una migliore visuale sulle stelle. Tutto il progetto è pensato come un unico percorso interattivo. Infatti, partendo dal ristorante e dall’infopoint si raggiunge una lunga passerella sospesa, che è il punto principale del progetto: tramite una struttura in legno e tiranti in metallo permette di avere delle capsule sospese. Tra il ristorante e la passerella svetta invece il planetario, una struttura atta a ricevere i turisti che si vogliono immergere completamente nel territorio per un’esperienza ‘stellata’ completa. È stato altrettanto rivisitato il roccolo, per l’osservazione e la caccia di volatili.

TEAM DAN-DAN

Capsule in legno, edifici pubblici in pietra

‘Palomar’ è il quarto progetto, del team Dan-Dan, nel quale la disposizione degli elementi sfrutta un’ampia area priva di alberature per inserire un gruppo di edifici collettivi, ristorante e osservatorio, ottenendo così una maggiore visibilità verso il paesaggio e il cielo. Al contrario le capsule sono immerse tra gli alberi, per ridurre l’eventuale contaminazione da inquinamento luminoso. L’osservazione del cielo è comunque garantita anche dalle capsule: sfruttando la forte differenza altimetrica che si crea in pochi metri nell’area, viene superata l’altezza delle chiome degli alberi. Anche queste capsule sono realizzate interamente in legno. Gli edifici collettivi sono posti invece più in alto e sono raggiungibili da un sentiero in leggera salita. L’esperienza è intesa come un percorso dunque, iniziante nel ristorante, passante per uno spazio di attesa e culminante nell’osservatorio. L’osservatorio è a cielo aperto e ha muri che incorniciano il cielo isolandolo dal contorno, ha forma circolare per evitare spigoli o viste privilegiate che ostacolino la visibilità. Gli edifici pubblici sono accomunati da una costruzione in pietra locale.

TEAM VITTORIA DELFANTI

Un percorso pedonale con soste e svaghi

Infine, l’ultimo team, di Vittoria Delfanti con il progetto ‘Zacke’, prevede la realizzazione di un nodo turistico fruibile esclusivamente a livello pedonale. A poca distanza dall’arrivo della funicolare, il planetario, il ristorante e la sky lounge room dovrebbero fungere da nuovo punto di partenza e contemporaneamente di arrivo. Un percorso pedonale sospeso permetterà di raggiungere la fermata intermedia della funicolare, ovvero quella del villaggio. Attraverso questa ‘promenade’ in quota, caratterizzata da diversi punti di sosta e di svago, sarà possibile raggiungere le otto capsule. Anche in quest’ultimo caso le energie rinnovabili sono state un elemento fondamentale del progetto poiché la superficie esterna di ogni unità è stata prevista interamente in pannelli fotovoltaici. L’orientamento del comparto è previsto in direzione nord-ovest, al fine di indirizzare la vista verso il Monte Tamaro, il Monte Bigorio e il Gaggio, evitando che il Monte Boglia – situato a nord-est – funga da unico fulcro visivo.

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