Al 53enne amministratore della società dal 2013 è stata inflitta una pena di 24 mesi sospesi per tre anni. La Corte: ‘È salito sulla giostra sbagliata’
«È giusto quello che ha detto l’accusa: l’imputato è salito sulla giostra sbagliata». È con queste parole che la Corte, presieduta dal giudice Siro Quadri, ha accompagnato la sentenza di condanna a 24 mesi di carcere sospesi condizionalmente per tre anni, dell’ex direttore del noto postribolo Oceano. La Corte delle Assise criminali di Lugano ha dunque ritenuto il 53enne colpevole di ripetuta amministrazione infedele aggravata, ripetuta falsità in documenti e conseguimento fraudolento di falsa attestazione per malversazioni finanziarie di oltre un milione di franchi ai danni del titolare della società BarOceano Sa. Lo stesso uomo che, a novembre di due anni fa, lo ha denunciato al Ministero pubblico. Non ha retto tuttavia il reato a lui imputatogli di riciclaggio di denaro ripetuto, in assenza di prove che dimostrino da dove provenissero gli importi che ha inviato a tre donne all’estero.
L’imputato è stato amministratore unico della società dal 2013 ma ha iniziato a lavorarci al 100% a maggio del 2015 fino al licenziamento, avvenuto pochi giorni prima della denuncia e del successivo arresto. In quegli anni, l’uomo, che percepiva un salario mensile di 11mila franchi, ha sottratto dalle casse del BarOceano parecchio denaro in contanti: poco più di un milione di franchi. Il 53enne, in estrema sintesi, aveva ammesso solo una piccola parte del ’nero’, mentre contestava quasi tutti i capi d’imputazione e affermava di aver consegnato il denaro nelle mani del titolare della società, che era suo amico e considerava un po’ come un padre. Per lui, gli storni di cassa erano il frutto di errori, come scontrini sbagliati.
La procuratrice pubblica Caterina Jaquinta Defilippi durante il processo del 30 luglio, aveva formulato una richiesta di pena di tre anni di reclusione, di cui sei mesi da espiare. Il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Gianelli, aveva invece contestato quasi tutti i capi d’accusa e l’istanza di risarcimento, chiedendo una massiccia riduzione degli importi stornati e una pena completamente sospesa con la condizionale, dato che l’uomo ha trovato un nuovo impiego e provvede al mantenimento della moglie e dei due figli.