Mentre i conti dello scalo cittadino hanno chiuso in attivo anche l’anno scorso, sono quasi mature la nuova pianificazione e l’impostazione gestionale
Aeroporto di Lugano-Agno: si è giunti al termine della procedura di preparazione in merito al Rapporto sul risanamento del riale Barboi. Una procedura imposta alla Città dal Cantone, che, di fatto, ha allungato i tempi della preparazione del messaggio dell’Esecutivo cittadino (atteso entro la fine dell’anno scorso) sulla nuova impostazione gestionale, che potrebbe essere un partenariato pubblico-privato (Ppp). Una volta presentato il messaggio, il “Gruppo di lavoro aeroporto” del Municipio coinvolgerà nel proprio lavoro la commissione della Gestione del Consiglio comunale, i Comuni toccati (Agno, Bioggio e Muzzano), i rappresentanti dell’economia privata e l’Autorità federale. Intanto, anche l’anno scorso la conduzione comunale ha generato un avanzo d’esercizio pari a 58mila franchi. L’utile avrebbe potuto essere superiore, come negli anni precedenti, ma l’Ufficio federale dell’aviazione civile ha deciso di non rinnovare il finanziamento federale legato alle attività di gestione della security a tutti gli aeroporti regionali svizzeri, provocando un mancato incasso di 450mila franchi rispetto al Preventivo 2023.
Mentre è tuttora pendente nelle commissioni del Consiglio comunale la richiesta di credito di 1,24 milioni di franchi per effettuare manutenzioni delle infrastrutture finalizzate al mantenimento dei servizi dell’aeroporto di Lugano-Agno per il periodo 2024/2025, il mese prossimo dovrebbe aver luogo l’incontro di coordinamento, a cui parteciperanno i rappresentanti di tutti gli uffici cantonali competenti e dell’Ufac. Dopodiché, ci spiega il capodicastero Filippo Lombardi, «se tutto risultasse a posto e ci fosse la documentazione necessaria, la Città, in quanto concessionaria, potrebbe inviare all’Ufac la richiesta di rinnovo della concessione, che scadrà nel 2026. Ci vorrà un po’ di tempo. Però, entro l’estate prossima, l’obiettivo è chiaramente quello di consegnare la scheda del Piano settoriale dell’infrastruttura aeroportuale (Psia) che rappresenta la base per inoltrare la richiesta di prolungamento della concessione al Consiglio federale». Prima dell’incontro, accennato dal municipale di Lugano, la Città dovrà incontrare i Comuni.
La tempistica è un po’ stretta, o mi sbaglio? «Dovremmo riuscire a stare nei tempi: per noi è evidentemente importante avere il rinnovo della concessione entro fine 2026 – risponde Lombardi –. Questo è l’aspetto essenziale, anche perché qualunque ipotesi di investimento, vuoi privato, vuoi pubblico, su un aeroporto che non avesse più la concessione o che avesse una concessione con delle riduzioni d’esercizio, non avrebbe senso. Una volta che la scheda Psia sarà a posto, le procedura seguirà il suo corso». Qual è la priorità per il “Gruppo di lavoro aeroporto”? «Stiamo studiando le forme di finanziamento o di gestione dell’aeroporto, con tutti gli scenari possibili. Poi la soluzione che emergerà dovrà combaciare con i contenuti dello Psia». Come si ricorderà, la futura pianificazione del comparto aeroportuale sarà inferiore rispetto agli attuali 37 ettari. Si prevede una riduzione sostanziale del perimetro aeroportuale e la cessione al Cantone di una fetta di territorio lungo il fiume Vedeggio, in zona ai Mulini (Muzzano), dove in futuro verrà realizzata la Circonvallazione stradale Agno-Bioggio, una diminuzione di territorio in zone Prati Maggiori (Agno) e la rinaturazione del riale Barboi, che potrebbe portare alla creazione di un laghetto e di un parco naturale.
La necessità di effettuare lo studio idrologico-ambientale di dettaglio sullo spostamento del riale Barboi, come detto, ha allungato i tempi. È dunque slittato anche il coinvolgimento del Consiglio comunale. Per il momento, la Città, prosegue il capodicastero, «si concentra sul mantenimento di ciò che è indispensabile per poter far funzionare un aeroporto dalle dimensioni regionali». Avete incontrato degli interessati a rilanciare i voli di linea? «Sì, ogni tanto fa capolino qualche compagnia – conferma il capodicastero –. Ne ho personalmente accolte un paio, ma quando il discorso slitta sul sostegno finanziario che la Città darebbe alle compagnie per riprendere dei voli, taglio corto, perché dico che l’ente pubblico fa il necessario per avere l’aeroporto in grado di accogliere i voli, ma non è suo compito né fare voli né sovvenzionarli. Sono abbastanza sicuro che una volta che tutta questa procedura sarà conclusa, con i lavori di manutenzione eseguiti, avremo un aeroporto più performante. Allora, forse, un paio di voli di linea potrebbero ritornare e noi siamo pronti ad accoglierli, sapendo che è uno sforzo importante per l’aeroporto, perché gestire i voli di linea comporta dei costi supplementari rispetto all’aviazione generale che abbiamo adesso. Questo sforzo siamo pronti a farlo ma non vogliamo che ci chiedano dei sussidi per fare i voli, perché sono sempre stato contrario e non credo che la politica cittadina lo accetterebbe».
Nell’agosto 2023, come si ricorderà, il Municipio aveva annullato la “Call for expression of interest”, emanata nel 2020 per la gestione privata dell’aeroporto. «I privati devono avere la possibilità di confrontarsi in una procedura di concorso che sia chiara. Questo non era il caso della “Call” del 2020 – sostiene Lombardi –. Intanto, ascoltiamo e incontriamo tutti quelli che desiderano parlare e avanzare proposte. C’eravamo proprio imposti di non farlo quando era ancora pendente la Call, perché ci sembrava più corretto non avere contatti con i concorrenti. In questa fase, invece, parliamo con tutti perché non c’è nessun concorso aperto, quindi le informazioni generali le possiamo fornire a chiunque. Al momento in cui si andasse verso una gara di appalto, evidentemente non avremo più contatti con i partecipanti. La procedura di concorso dovrà essere assolutamente limpida, trasparente, corretta e uguale per tutti».