Inizia l’estate e il Laboratorio cantonale propone alcune misure, di carattere preventivo, per l’eventuale lotta contro il fenomeno esploso l’anno scorso
Le spiagge ticinesi potrebbero colorarsi presto di rosso e di giallo. In attesa del gran caldo torna d’attualità uno dei temi che più hanno fatto discutere durante l’estate del 2023: i cianobatteri. Il Cantone ha infatti ideato una strategia per affrontare l’indesiderato ospite lacustre, che comprende la posa di bandiere gialle o rosse nei casi di proliferazione rispettivamente moderata e forte dei microrganismi potenzialmente responsabili di danni alla salute non indifferenti per umani e animali. Le bandiere e tanta sensibilizzazione. Un incontro informativo rivolto ai Comuni è previsto oggi a Bellinzona.
Le forti e frequenti piogge dell’ultimo mese e mezzo e le temperature relativamente fresche al momento assicurano una balneazione serena in entrambi i grandi laghi ticinesi, quantomeno dal punto di vista dei cianobatteri. E se per il Verbano non è una gran novità, si tratta di una bella notizia per il Ceresio, dove il fenomeno ha rappresentato una gatta da pelare lo scorso anno. In particolare il problema si è acuito a tal punto in alcune zone – ad esempio Agno e Riva San Vitale, ma anche Lugano – da dover emanare nella seconda metà di agosto dei divieti di balneazione. Un’interdizione che ha suscitato non pochi malumori fra le istituzioni locali, la cittadinanza e il settore turistico. E non senza qualche polemica: nei confronti dell’autorità cantonale, accusata di inattivismo, ma anche verso l’Impianto di depurazione di Bioggio, individuato dal Comune di Agno come potenziale corresponsabile della proliferazione. Critiche smentite dal Consorzio depurazione acque Lugano e dintorni.
Nella speranza che lo scenario quest’anno non si ripeta, il Cantone si muove, promulgando delle misure. La più incisiva è l’adozione di un sistema basato su bandiere colorate da esporre sulle spiagge sorvegliate. In sostanza, una segnaletica gialla implica una presenza parziale di cianobatteri nel lago: i microrganismi sono visibili sulla superficie dell’acqua come striature, macchie o polvere, generalmente vicino a riva. Non sono presenti ammassi più densi, tranne che in punti ben confinati come gli angoli della riva. Ne consegue un rischio moderato. La balneazione può essere ancora possibile alle seguenti condizioni: nuotare unicamente in acque limpide (con trasparenza superiore a 1-2 metri), evitare il contatto con formazioni visibili di cianobatteri (accumuli, striature, macchie, polvere), farsi una doccia dopo il bagno e asciugarsi con cura. Per bambini piccoli (sotto i 5 anni) e persone con pelle sensibile la raccomandazione è di rinunciare a bagnarsi, cosa che vale pure per gli animali.
Il rischio è elevato, e la bandiera è rossa, invece, per una presenza estesa di ammassi di cianobatteri, che comporta un’elevata torbidità dell’acqua: quando ad altezza ginocchia non è possibile vedere i propri piedi e l’estensione delle fioriture non permette di entrare in acqua o accedere ad acqua trasparente senza entrare in contatto con ammassi densi di cianobatteri. La raccomandazione pertanto valida per tutti, umani grandi e piccoli e animali, è quella di non entrare in acqua. Le bandiere vengono messe a disposizione gratuitamente ma su richiesta dal Laboratorio cantonale. Ma non si tratta dell’unica misura. Il Cantone ha infatti ha preparato un’ampia cartellonistica, con dimensioni, grafiche e target variabili ma con il medesimo messaggio: sensibilizzare.
In particolare, si precisa che alcune specie di cianobatteri possono produrre dei composti tossici e il rischio per gli esseri umani e gli animali cresce con l’aumentare della densità delle fioriture. Per questa ragione, il contatto con formazioni visibili di cianobatteri deve essere evitato. Alte concentrazioni di cianobatteri possono provocare reazioni allergiche della pelle, sintomi gastrointestinali o danni al fegato. Particolarmente a rischio sono i bambini piccoli, che possono ingerire involontariamente l’acqua durante le attività ricreative, così come gli animali. I cartelloni, disponibili in formato A2 e A3, sono collocabili anche sulle spiagge libere, con la differenze che per quest’ultime non è previsto l’utilizzo delle bandiere colorate. Sono poi previsti dei cartelloni da apporre all’ingresso degli stabilimenti a pagamento in modo da informare l’utenza sin dall’accesso alla spiaggia, come pure dei flyer da consegnare sempre agli utenti dei lidi e anche delle linee guida per la balneazione destinate ai gestori e a un pubblico specialista, che in particolare illustra le modalità di gestione che possono essere adottate dai responsabili delle spiagge in caso di importanti fioriture di cianobatteri.
Sin qui, le misure preventive. Ma la lotta a questi organismi è più sfaccettata e coinvolge anche l’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico del Dipartimento del territorio (Dt), che ha un ruolo di monitoraggio e di sensibilizzazione nei confronti dei Comuni riguardo all’apporto di nutrienti a lago che favoriscono appunto la crescita di alghe e cianobatteri. Questo è stato precisato anche in una risposta del Consiglio di Stato (CdS) a una mozione dei granconsiglieri Giovanni Berardi e Nadia Ghisolfi (Centro), che chiedevano di avviare uno studio pilota per monitorare la proliferazione nel Ceresio.
Nella replica dello scorso aprile, il CdS invitava sostanzialmente a considerare evasa la mozione, elencando quanto viene già fatto in quest’ambito. I responsabili della proliferazione sono principalmente due: il fosforo e l’azoto. Il primo proveniente dalle economie domestiche, è trattato dagli impianti di depurazione e sottoposto già a limitazioni severe. L’azoto, oltre che dalle economie domestiche, proviene dalle deposizioni atmosferiche e dal dilavamento dei terreni. Nei prossimi anni è previsto un adeguamento dell’Ordinanza sulla protezione delle acque che sancirà l’obbligo di abbattere del 70-80% l’azoto in entrata agli impianti di depurazione.
Capitolo monitoraggio e contromisure. La qualità delle acque è monitorata da decenni nell’ambito delle attività promosse dalla Commissione internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere (Cipais). Ebbene, dal 2022 le indagini mensili sono state estese ai golfi secondari del Ceresio e vengono fornite agli enti locali. Per il triennio corrente sono previsti approfondimenti sulle fioriture nocive, cianobatteri compresi, con tanto di mappature mediante analisi satellitari. I dati saranno utilizzati per valutare il rischio tossicologico del fenomeno nonché per identificare le condizioni ambientali che lo innescano. Per il triennio successivo (2025-27) si stanno invece valutando delle ricerche legate alla presenza di neurotossine e alla diffusione di cianobatteri particolarmente pericolosi per i cani e l’analisi verrà estesa ai laghetti di Muzzano e Origlio. Inoltre, il Dt ha dislocato lo scorso marzo due boe (una a Gandria e l’altra a Porto Ronco nel Locarnese) dotate di sonde multiparametriche per misure diversi parametri. Nel caso le misure preventive non siano sufficienti, si può passare a quelle mitigative, che variano dalla posa di barriere galleggianti dotate di paratie sommerse all’utilizzo di dispositivi a ultrasuoni a bassa frequenza in grado di inibire la crescita dei cianobatteri. Più costoso, quest’ultimo sistema non ha neanche alle spalle un’evidenza scientifica tale da garantirne il successo.