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La scuola Lambertenghi festeggia mezzo secolo

Lorenzo Quadri, Fabio Valsangiacomo e Sandro Lanzetti hanno ripercorso il passato dell’istituto di fronte agli allievi in festa

Un folto pubblico di genitori, parenti ed ex allievi
(Ti-Press/Elia Bianchi)
14 maggio 2024
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“L’espansione della città, la situazione precaria e la vetustà degli edifici scolastici danno a tutto il problema scolastico cittadino un aspetto preoccupante e un indiscutibile carattere di urgenza”. Queste parole possono riportare ai giorni nostri, dato il cambiamento che è in corso tra Licei cittadini e Scuole medie, e invece è quanto veniva scritto in uno studio del 1964 della Città di Lugano riguardo il comparto scolastico. Nel giro di pochi anni la soluzione fu trovata e spuntarono, tra le altre, la casa dei bambini del Ronchetto e del Bertaccio, le scuole della Gerra e infine l’8 gennaio 1973 aprì le porte la costosa scuola in via Lambertenghi progettata dall’architetto Alberto Camenzind. Solo oggi, con qualche momento di amarcord, è stato festeggiato il mezzo secolo di vita.

‘Il traffico di via Lambertenghi tra i punti critici’

Prima dei discorsi ufficiali, la mattinata di festeggiamenti è iniziata con le note di ‘Teresina bella’ cantata dai bambini delle Elementari e della Scuola dell’infanzia. Sandro Lanzetti, già insegnante e direttore dell’istituto scolastico tra gli anni 70 e 80 ha continuato con parole di ricordo: «Qui ho passato anni emozionanti, in particolar modo grazie alle relazioni con i collaboratori della scuola e gli allievi. La scuola è fatta di persone, ma è innegabile che i muri possono agevolare. Grazie agli ingegneri e ai politici di allora si è potuto costruire questa scuola nella quale è nata una vera comunità scolastica». Il microfono è passato a Lorenzo Quadri, a capo del Dicastero formazione, sostegno e socialità, che ha letto un estratto del messaggio municipale del febbraio 1968 nel quale veniva stanziato il credito di 6,9 milioni di franchi per la costruzione della scuola Lambertenghi: «Nelle intenzioni del Municipio e del Consiglio comunale di allora, qui doveva sorgere la scuola principale della città, quella con più allievi. Qui avrebbero dovuto costruire anche le scuole maggiori, ma alla fine le cose sono andate un po’ diversamente». Nei documenti letti da Quadri, sono spiegate alcune criticità dello stabile: «Una caratteristica di queste aule è la pianta ottagonale. Una forma che doveva consentire “migliori possibilità di arredamento e maggiori funzionalità per il raggruppamento degli allievi, favorendo la relazione”, ma da come mi risulta questo stile non ha avuto molti proseliti». A tenere banco nelle discussioni municipali dell’epoca c’era anche «la volumetria e il costo molto importante (paragonato a quello delle Elementari della Gerra di 3,8 milioni di franchi, risulta essere quasi il doppio)». Oltre a questo si aggiungevano anche «testimonianze di una realtà che non esiste più, come il rumore del traffico di via Lambertenghi e gli olezzi maleodoranti del vicino Macello».

‘Un edificio avanguardista’

Dal canto suo, Fabio Valsangiacomo, il direttore generale degli istituti scolastici cittadini, ha tenuto a rimarcare i punti positivi di questa struttura: «Negli anni precedenti alla costruzione dello stabile, regnava una sorta di fervore nell’edilizia scolastica, a seguito della definitiva chiusura della scuola centrale (quella dove ora è presente il piazzale ex scuole, ndr). La struttura dell’epoca era avanguardista con concezioni moderne per le necessità di allora». Ora, continua Valsangiacomo, «l’edificio inizia a dimostrare la sua età, ma continua a mettere a proprio agio sia gli allievi che i docenti». La festa è terminata con un canto proposto dai colorati bambini festanti sulle note di ‘Il concerto della città’, cantata per la prima volta proprio nel 1974.

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