In occasione della Giornata mondiale della risata, domenica 5 maggio piazza della Riforma ospiterà un flashmob molto particolare
“Una risata vi seppellirà”, recitava uno slogan molto in voga durante i movimenti di protesta degli anni Sessanta. Risata come strumento di protesta pacifica, ma soprattutto come chiave per liberarsi da molte emozioni represse, sta tornando in auge grazie allo yoga della risata. Originario dell’India e praticato in oltre 120 Paesi da, si stima, circa 3 milioni di persone, da alcuni anni è sbarcato anche in Ticino e sarà tra i protagonisti della domenica 5 maggio a Lugano. In occasione della Giornata mondiale della risata è previsto infatti un flashmob alle 16.30 in piazza della Riforma. Ne abbiamo parlato con l’organizzatrice Luana Zanetti.
«Mi sono avvicinata allo yoga della risata due anni fa – ci racconta –, facendo un corso con una maestra italiana. Poi lo scorso ottobre sono stata in India, ho partecipato al Congresso internazionale della risata e ho frequentato il corso tenuto dal dottor Madan Kataria, fondatore della pratica». In cosa consiste dunque lo yoga della risata? «Come dice il nome, fonde la risata con lo yoga, che contempla una respirazione molto profonda, con il diaframma. Ma non sono previste le classiche posizioni dello yoga. Si comincia battendo le mani, respirando profondamente e facendo vari tipi di giochi che portano a ridere. Chi gestisce la riunione deve sapere fra i 50 e i 100 esercizi, in modo da variare. Si può anche improvvisare. Le tecniche sono semplici e si apprendono velocemente e anche per questo la diffusione è molto ampia. Nella sola India ci sono centinaia di club della risata, gruppi nei quali le persone si ritrovano per ridere assieme».
La durata delle sedute è variabili, fra i 20-30 minuti fino all’ora, e «si torna bambini»: «Si fanno giochi molto semplici, esercizi, attività alla portata di tutti, che permettono di lasciarsi andare e ridere. Anche se inizialmente la risata è piuttosto indotta, in breve si scatena una vera risata e si riesce a ridere per diversi minuti di fila. Viene una sorta di ‘ridarella’ che ci permette di liberare le emozioni. E questo poi apre la porta a diverse cose che tratteniamo. È già successo che ridendo qualcuno scoppiasse anche in un pianto liberatorio, il confine fra le due emozioni è sottile». Sebbene le risate non siano indotte da comicità o barzellette, non è sempre stato così. «Una trentina d’anni fa, Kataria ha iniziato a recarsi in un parco pubblico di Mumbai. Raccontava barzellette e storie divertenti e quello che inizialmente era un gruppo ristretto di persone si è ingrandito pian piano sempre di più. Tuttavia, le barzellette diventavano sempre più sporche e c’era sempre meno da ridere, al punto che si voleva smettere. Kataria è quindi arrivato alla conclusione che si può ridere anche senza un vero motivo. Allora si è presentato al parco l’indomani e ha iniziato a ridere e la sua risata è stata contagiosa per gli altri. Così è nato lo yoga della risata».
A spingere il medico indiano a darsi alle risate collettive sono state delle convinzioni mediche. «La risata è molto importante – spiega Zanetti –, è stato provato scientificamente che ingenera proprio un cambiamento fisico in positivo: abbassa il cortisolo, aumenta l’ossitocina, la serotonina, ossigena di più le cellule in quanto si respira molto profondamente. E poi ci sono da considerare i benefici mentali e psichici, primo fra tutti la riduzione dello stress. D’altra parte, sebbene sia molto naturale e lo dimostra il fatto che si rida fin da piccoli, stiamo perdendo la capacità di farlo in maniera profonda, dobbiamo quasi reimparare a farlo». Di esempi concreti di beneficio ve ne sono più d’uno. «In Thailandia una ragazza è riuscita a praticare yoga della risata con delle giovani incinte vittime di stupro, con l’intento di trasformare queste esperienze traumatiche in qualcosa di diverso, di bello. E anche io, che sono infermiera, e l’ho praticato con dei miei pazienti, alcuni depressi ad esempio, e siamo riusciti a sbloccare delle situazioni».
Oltre al benessere psicofisico, il flashmob di domenica ha anche un altro scopo: la pace. «Il 5 maggio verranno organizzati ritrovi analoghi in tutto il mondo, si riderà per la pace. Potrebbe non sembrarlo, ma è un’azione molto concreta. Ridendo, cambiamo noi stessi e di conseguenza, nel nostro piccolo, il mondo che ci circonda». A cominciare dal Ticino. «Nel cantone già da qualche anno ci sono persone che si sono approcciate allo yoga della risata. Dallo scorso novembre a Sessa (dove Zanetti vive, ndr) abbiamo il primo club della risata in Ticino». In cosa consiste? «Sono dei ritrovi gratuiti, noi lo facciamo il sabato mattina, condotti dai maestri dello yoga della risata e ai quali si partecipa per ridere e quindi migliorare il proprio benessere». Tra gli obiettivi del flashmob c’è anche la volontà di far conoscere a più persone possibili questa nuova pratica: «Ci piacerebbe che si creasse un club della risata a Lugano e magari uno anche nel Sopraceneri, perché crediamo molto nei benefici di questa pratica. Invito infatti tutti gli interessati a contattarci (allo 078 686 69 97, ndr). Personalmente vedo un potenziale molto ampio, dalle case per anziani alle scuole, passando per le carceri. Si ride troppo poco, soprattutto in famiglia forse. Ridere per sdrammatizzare situazioni anche pesanti è importante».