Una mozione del Ps chiede nuove norme per la valutazione dei progetti a beneficio di ‘trasparenza e ponderazione’. E una commissione ad hoc
Trasparenza, struttura, ponderazione. Questi i vantaggi che otterrebbe la scena culturale luganese se la Città si dotasse di un Regolamento sulla promozione culturale, così come già numerose città svizzere anche più piccole di Lugano. A chiederlo è una mozione del Partito socialista (Ps). Ne abbiamo parlato con la prima firmataria, Tessa Prati.
«Va premesso che il ruolo della Città quale promotore culturale è riconosciuto e apprezzato – precisa la consigliera comunale –. Tuttavia Lugano è diventata negli anni un attrattore di progetti culturali e il fatto che i contributi siano elargiti senza un regolamento specifico impedisce dall’esterno di effettuare un’analisi della distribuzione del sostegno». Manca quindi trasparenza? «Sì. Attualmente viene utilizzato un regolamento in vigore anche per altre iniziative sportive o sociali. Il lato positivo è che la modalità per annunciarsi è semplice e alla portata di tutti. Però non ci sono criteri di accettazione o di esclusione dai finanziamenti. Invece con un iter specifico e noto si assicurerebbero trasparenza e ponderazione, con degli obiettivi definiti, che permetterebbero di giustificare in maniera chiara eventuali risposte negative alle richieste di sostegno».
Molti operatori culturali tuttavia sono piccoli. La mozione non rischia di innalzare l’asticella rendendo più difficile richiedere dei contributi all’ente pubblico? «Non è assolutamente questo l’obiettivo. Anzi: vorremmo che fosse un incentivo per gli operatori, come pure per l’ente pubblico, di porsi degli obiettivi precisi e di evitare che si creino sovrapposizioni nell’offerta culturale. Però questi aspetti riguardano un’offerta più professionalizzata, non iniziative più piccole, che magari hanno contenuti culturali ma obiettivi più sociali. Il regolamento non vuole sostituirsi a quel che già c’è e che funziona, ma essere complementare. Per sagre di paese o altri tipi di attività aggregative è essenziale che resti la possibilità di continuare ad attingere all’aiuto pubblico. E questo discorso vale anche per progetti giovanili o indipendenti, che sono quelli che nell’ente pubblico vedono un alleato essenziale».
La mozione socialista chiede inoltre che a valutare le varie richieste – premi, borse, residenze, atelier, contributi vari – sia una commissione esterna. «I collaboratori della Divisione cultura sono certamente competenti – osserva Prati –, però è anche vero che avere una commissione con delle persone che ogni tot variano permetterebbe di avere un occhio esterno che porterebbe un valore aggiunto». Infine, questo nuovo strumento oltre a considerare le aree più classiche della produzione culturale dovrebbe aprirsi a forme più innovative. «Sì, questo perché architettura o pianificazione urbana, per esempio, sono considerate sempre più di interesse culturale. È un modo per aprirsi a quel che verrà in futuro».