Seconda puntata in vista delle elezioni comunali con le commissioni di quartiere. I grossi quartieri centrali chiedono più collaborazione
Più collaborazione, più confronto e una comunicazione migliore. Dalla seconda puntata della nostra rubrica che ci accompagnerà sino alla fine di marzo, a ridosso delle elezioni comunali del 14 aprile, sulle richieste delle commissioni di quartiere di Lugano nei confronti di Municipio e Consiglio comunale emerge un fil rouge comune: il desiderio di essere maggiormente coinvolte nelle decisioni della politica che toccano le singole zone e di un ruolo che sia effettivamente consultivo. Oltre, naturalmente, a singoli temi di rilievo rione per rione da mettere in agenda durante la prossima legislatura.
Iniziamo da Pregassona. Il secondo quartiere più popoloso della grande Lugano è anche quello con il maggior numero di bambini che frequentano le scuole comunali. E una delle tematiche all’ordine del giorno riguarda proprio quel mondo. «Ci piacerebbe che venisse migliorato l’accompagnamento di bambini e ragazzi a scuola – osserva il presidente della commissione Marco Imperadore –. Durante gli orari di punta nei pressi degli istituti si crea un traffico terribile. Diversi genitori accompagnano e vengono a prendere i figli in macchina anche se abitano vicini». Da qui l’idea di provare a cambiare le cose: «La Città potrebbe incentivare un trasporto dei ragazzi che non sia necessariamente pubblico, ma magari condotto da volontari o associazioni, per far diminuire questo traffico parassitario». E il tema della viabilità tocca anche un secondo punto: «Vorremmo capire meglio l’impatto che avranno il Polo sportivo e degli eventi e il Nuovo Quartiere Cornaredo su Pregassona e in particolare sulla sua viabilità. Il traffico è già importante, vorremmo capire se dobbiamo aspettarci un peggioramento o meno». E a proposito di grandi progetti, i commissari chiedono chiarimenti sulle tempistiche di realizzazione della riqualifica del parco Viarno.
Tuttavia, «l’aspetto che più di tutti ci preme è il coinvolgimento delle commissioni nei temi e nei progetti che ci riguardano e quindi che da parte della Città ci sia una comunicazione più attiva e snella verso le commissioni e la popolazione dei quartieri. Ci piacerebbe inoltre che venissero rivalutati i crediti a disposizione delle commissioni dei quartieri più popolosi, come il nostro. Naturalmente noi lavoriamo molto con gli sponsor ed è giusto così, ma riteniamo iniquo che il credito sia uguale per Cureggia, che non arriva a 200 abitanti, e per noi che ne abbiamo 9’400. A volte sforiamo, perché vorremmo fare di più». Restando in ambito finanziario, «ci piacerebbe che ci fosse un maggior sostegno alle attività di integrazione e di socializzazione. Parliamo per interesse (Imperadore e altri due membri della commissione sono nell’Associazione Amélie, ndr), ma siccome viene fatto tanto contro il disagio sociale ci piacerebbe un intervento maggiore della Città».
Salendo sopra Pregassona, nel villaggio di Cureggia, il clima rimane il medesimo. «Non voglio assolutamente fare polemica, ma purtroppo sono abbastanza sfiduciato – premette il presidente della commissione Andrea Gianini –. Il nostro è un quartiere piccolo e poco popolato. Quando ci siamo aggregati nel 2004, avevamo preso il compito di commissari di quartiere in maniera seria: fornivamo segnalazioni regolari, anche più al mese, su vari temi. Dalla sicurezza stradale al mantenimento dei boschi e del verde pubblico. Purtroppo in diversi ambiti non abbiamo avuto una collaborazione all’altezza delle aspettative. Ad esempio avevamo chiesto un defibrillatore sui sentieri nel bosco, ci era stato detto di no e poi un paio d’anni dopo sono stati posati senza che fossero annunciati». Gianini evidenzia che di temi da portare avanti ce ne sarebbero anche per Cureggia naturalmente, «ma prima di tutto bisogna chiarire il ruolo che si vuole affidare alle commissioni. L’impressione è che purtroppo la considerazione che si ha di noi non sia adeguata». La vostra richiesta quindi è quella di incidere di più? «No, è capire piuttosto fino a che punto si può andare per migliorare questa coesione sociale che ci compete. Se si vuole riformare il sistema delle commissioni, che lo si dica in maniera chiara. Viceversa, se si vuole che siano degli organi consultivi, allora che si rispetti questo ruolo. Attualmente l’impressione è che le commissioni siano un alibi».
Spostandoci sulla sponda occidentale del Cassarate, anche la commissione del quartiere più popoloso della città chiede un maggior coinvolgimento. «La commissione di Molino Nuovo – spiega la presidente Svetlana Rossi Cakic –, oltre alle comuni necessità della nostra città che riguardano una migliore fruibilità, pensiamo al traffico, e a una costante attenzione e sensibilità alla sicurezza, chiede più inclusione nelle dinamiche del proprio quartiere. Più coinvolgimento, sia in fase di progettazione che di sviluppo dei progetti. E anche più collaborazione e confronto, perché solo così si possono individuare le vere necessità della popolazione».
E quali sono dunque alcune di queste necessità che toccano Molino Nuovo? «Per esempio, decentralizzare le manifestazioni e valorizzare i quartieri, includendoli nei progetti per far vivere tutta Lugano e non solo il centro. Desideriamo inoltre che ci sia un impegno reale e concreto nella ricerca di un luogo di aggregazione, che sia adatto a persone dai 0 ai 100 anni (tema molto sentito nel quartiere, essendo Molino Nuovo senza un’ex casa comunale, a differenze delle zone aggregatesi negli anni, ndr). Vorremmo infine più figure professionali sul territorio a sostegno della popolazione giovane e anziana. Riteniamo, in chiusura, che solo collaborando e unendo le forze possiamo progredire insieme per la nostra popolazione: noi ci siamo!».
A riprova del fatto che il tema del coinvolgimento sia effettivamente molto sentito, anche la commissione dei quartieri di Centro e Loreto, che a partire dalla prossima legislatura sarà divisa in due, mette l’accento sul coinvolgimento. «Auspichiamo di essere presi maggiormente in considerazione, ascoltati e partecipi nell’affrontare questioni certamente di portata locale e circoscritta, ma che spesso hanno rilievo ed echi anche su un piano più generale – osserva la vicepresidente Chiara Orelli Vassere –. Pensiamo per i nostri due quartieri soprattutto alle questioni legate al traffico, o all’ordine pubblico e al decoro urbano, ma anche alla tutela del paesaggio e dei beni culturali e alle sollecitazioni di ordine sociale. Su questo ultimo punto, penso che potremmo essere utilmente coinvolti ad esempio nella discussione sulla gestione della area problematica del parco Ciani, e più in generale su una ‘politica della droga’ della Città ormai da troppo tempo ferma su modelli ampiamente superati, sugli spazi di aggregazione e sul crescente disagio che colpisce le giovani generazioni».
Non solo. Inevitabilmente in centro si parla di eventi, e la sensibilità è la medesima di quella espressa dai colleghi di Molino Nuovo. «In questi ultimi mesi abbiamo riflettuto sull’eccesso di manifestazioni in centro, anche di qualità difforme, suggerendo una migliore distribuzione sul territorio e la tutela di aree pregiate e delicate, premettendo così di valorizzare anche le aree più periferiche. Nel contempo, riteniamo importante promuovere la valorizzazione diversificata del patrimonio architettonico e urbano dei due quartieri, attraverso una segnaletica più intensa e articolata e il deciso ripristino di aree di pregio, come ad esempio il comparto della funicolare degli Angeli». Le ultime osservazioni sono invece in linea con quanto invocato da Pregassona sul mondo associativo: «Vorremmo anche maggiore attenzione e sostegno alle proposte di realtà associative e aggregative di quartiere: il collante di una comunità urbana sta nella condivisione e nelle pratiche collettive dei suoi cittadini, nessuno escluso».
Infine, saliamo in città alta. Dove, oggi come ieri, a dominare è il tema del traffico. «La realizzazione della galleria Vedeggio-Cassarate non ha portato il sollievo che a suo tempo veniva proclamato – valuta Michela Hohl Tattarletti, per la commissione di quartiere di Besso –. Del resto lo si sa: più strade portano più traffico. Dopo poco tempo la via Besso è tornata a essere congestionata. Problema aggiuntivo: il traffico di percorrenza sull’autostrada confluisce in città per eludere le colonne che lì si formano, bloccando a sua volta le vie di accesso e di uscita alla e dalla città e insinuandosi in ogni strada laterale». Pertanto la commissione ha delle proposte: «Si chiede che vengano prese le misure possibili per limitare l’utilizzo di queste vie da parte del traffico di transito, ad esempio il blocco dell’uscita autostradale per non domiciliati e la limitazione del traffico nelle strade laterali per soli confinanti, oltre che le misure per rendere il trasporto pubblico attrattivo, come incentivi per l’acquisto di abbonamenti, una corsia preferenziale per il bus senza interruzioni, affinché coloro che rinunciano al mezzo privato non siano poi bloccati in colonna sul mezzo pubblico». E poi la mobilità dolce: «Ci vorrebbero misure per creare un percorso da e per il centro sicuro per le biciclette. Attualmente è oltremodo pericoloso, visto che la corsia del bus, pure utilizzata dalle biciclette, è a singhiozzo».
Altro grosso tema, di attualità in questo periodo, è pianificatorio. «Alla luce del traffico che affligge il quartiere, il mantenimento delle poche aree verdi-ricreative pubbliche è un imperativo» osserva la commissaria. «Il parco Tassino è un gioiello, ma si trova ai margini del quartiere. La parte alta di quest’ultimo, densamente popolata e edificata, ha ottenuto 22 anni fa, grazie anche alla mobilitazione della popolazione tramite petizione, il parco di Cortivallo, frutto di una convenzione tra Città e Diocesi, proprietaria del terreno, su cui sorge anche lo stabile San Carlo (ex Conservatorio). Su tale fondo, ora gravato da un diritto di superficie a favore di Moncucco Sa, il piano regolatore prevede una zona per svago e tempo libero, che tuttavia è leggermente dislocata rispetto all’attuale parco, e in gran parte inutilizzabile allo scopo previsto dal Pr, in quanto occupata da parcheggi. L’area ricreativa prevista dal Pr andrebbe quindi spostata in corrispondenza dell’attuale area del parco di Cortivallo».
La richiesta alla politica è dunque di «garantire, tramite una variante di Pr, il mantenimento del parco di Cortivallo quale area verde e ricreativa. La tutela di questo spazio, che costituisce un luogo prezioso per bambini, ragazzi, famiglie e scuole del quartiere, che pure ne usufruiscono, è necessaria sin da subito, alla luce dei lavori iniziati il 29 gennaio per la creazione di 90 posteggi temporanei (per la durata del cantiere, ossia circa due anni, ndr) per la Clinica Moncucco. Posteggi che, oltre a essere ubicati a distanza ravvicinata dai giochi per bambini (recentemente rinnovati), comporteranno per tutta la durata del cantiere una rilevante riduzione dell’area del Parco». Un ultimo punto di rilievo che la commissione ritiene di sollevare è la sistemazione delle strade secondarie: «Da tempo si chiede, sinora senza risultato alcuno, che sia sistemato il fondo stradale di alcune strade secondarie particolarmente dissestate, come per esempio le vie Cortivallo e Soldino».