Luganese

C'è da risanare un edificio neorinascimentale

Palazzo Antognini, in Corso Elvezia 27, è un bene culturale protetto e la Fondazione Carla e Bruno Fabbroni presenta alla Città la richiesta di sussidio

I disegni originali del progetto di Otto Maraini e l’edificio in un’immagine del 1981 (a destra)
(Lugano)
18 febbraio 2024
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Nuovo lustro per l’edificio di Corso Elvezia 27. Si tratta di un bene culturale d'interesse locale, in quanto la palazzina venne progettata, in stile neo-rinascimentale, dall’architetto Otto Maraini nel 1911 per il negoziante Antonio Antognini. La Fondazione Carla e Bruno Fabbroni ha presentato al Municipio di Lugano una richiesta di sussidio per alcuni interventi di risanamento di carattere conservativo.

La richiesta di un credito dell’esecutivo di Lugano, contenuta nel messaggio diramato venerdì, ammonta a poco meno di 100’000 franchi. Il Consiglio comunale sarà chiamato ad approvare lo stanziamento da erogare a favore della Fondazione Carla e Bruno Fabbroni, per sussidiare i lavori di risanamento delle facciate del Palazzo Antognini in corso Elvezia 27. Attualmente, lo strato di colore delle facciate e dei serramenti esterni dell’edificio si presenta sollevato, distaccato o mancante in diversi punti, mentre in alcune aree si rilevano macchie di umidità. I degradi rilevati sono principalmente imputabili al tipo di materiale, non traspirante e a base sintetica, usato per gli ultimi tinteggi, si legge nel messaggio. Ed è stato appurato che l’edificio ha subito importanti modifiche, in particolare negli anni compresi fra il 1986 e il 1989, che hanno incluso la sopraelevazione, con un quarto piano inesistente prima degli anni Ottanta, la creazione di un loggiato laterale nuovo al terzo, la realizzazione di nuovi balconi fra il primo e il terzo piano e le nuove tinteggiature esterne beige e/o grigie, eseguite fra il 1988 e il 1989. Anche le indagini stratigrafiche richieste dall’Ufficio beni culturali, per conto della Fondazione Carla e Bruno Fabbroni, hanno messo in evidenza come le tinte originarie differivano sostanzialmente da quelle attuali. Gli intonaci esterni, attualmente giallo pallido, erano probabilmente di una colorazione terra d’ombra naturale con giallo ocra e bianco, mentre gli elementi in pietra artificiale, attualmente giallo ocra, verosimilmente, non presentavano tinteggi. Gli elementi metallici erano originariamente verde pallido e quelli lignei di un verde più intenso, mentre oggi si presentano perlopiù beige.

Il progetto definitivo per il recupero delle facciate esterne dello stabile risale a fine novembre scorso e comprende le richieste dell’Ufficio beni culturali cantonale, la richiesta di sussidio e il preventivo definitivo, che calcola un totale di spesa di 842’000 franchi. L’intervento di risanamento, di tipo conservativo, prevede il rifacimento delle tinte delle facciate esterne con materiali traspiranti e si propone di ripristinare le tinte originali delle facciate, dei balconi e delle gelosie dello stabile.