Il consigliere comunale socialista uscente di Lugano propone l'incompatibilità da inserire, tramite un nuovo articolo, nello statuto del Ps
La proposta di Aurelio Sargenti, consigliere comunale socialista uscente a Lugano, potrà dare fastidio ad alcuni membri del suo partito, ma ha un grande pregio, quello di fare chiarezza, all’insegna della trasparenza e del rispetto nei confronti degli elettori. Una proposta che, in estrema sintesi, si può riassumere così: “Il candidato che si mette in lista e viene eletto ma ricopre già una carica politica a Palazzo delle Orsoline o a Palazzo federale è chiamato a scegliere. In caso di elezione, o si svolge l’attività nel legislativo o nell’esecutivo della città o si decide di assumere il mandato oltre i confini comunali e quindi si lascia il posto a qualcun altro a Lugano”.
La questione della doppia carica è stata sollevata dal consigliere comunale nella riunione dell’8 gennaio scorso. Nel frattempo, la proposta è stata tradotta, dallo stesso Sargenti, in un nuovo articolo da inserire nello statuto del partito, e verrà messa ai voti nella prossima assemblea del Partito socialista di Lugano, in programma sabato 3 febbraio alle 10.30 al Palazzo dei Congressi di Lugano. Eccola: “La carica pubblica di consigliere comunale è incompatibile con quella di granconsigliere e/o eletto alle Camere federali. Di conseguenza, in caso di elezione in Gran Consiglio o altra carica istituzionale federale, l’eletto/la eletta in Consiglio comunale dovrà scegliere in quale legislativo operare. Stessa incompatibilità vale anche per la carica di municipale”.
Oltre al buonsenso, quali sono i motivi che l’hanno spinta a proporre l’incompatibilità di una doppia carica politica? «Ritengo che una scelta sia d’obbligo per un politico che volesse fare bene il lavoro affidatogli dall’elettorato – risponde Sargenti –. I dossier aperti e il lavoro è tanto. Come consigliere comunale membro di una commissione, bisogna calcolare una riunione serale alla settimana (di due o tre ore), poi ci sono le sedute di legislativo (7 o 8 in un anno, di solito in due serate). Se a questo impegno e alla professione aggiungiamo anche il lavoro di deputato al Gran Consiglio, che magari è in una commissione, oppure l’attività di parlamentare a Berna, si capisce che è difficile svolgere tutti questi compiti al meglio, come invece si dovrebbe».
Inoltre, la dedizione richiesta per svolgere l’attività politica a Lugano, città che supera i 68’000 abitanti, non può essere paragonata a quella necessaria per un legislativo di un Comune piccolo. Sargenti è convinto che chi è nel legislativo del Comune più grande del Ticino e allo stesso tempo – per esempio – è deputato in Gran Consiglio, difficilmente possa assolvere bene i suoi compiti: “Non tanto per un’incapacità propria, ma per la mancanza di tempo (in genere si è impegnati non solo durante le relative sessioni, ma anche nelle commissioni), per la sovrapponibilità dei relativi impegni (non si può essere contemporaneamente in riunione a Lugano e a Bellinzona) e per gli impegni professionali e familiari”, si legge nel testo pubblicato online nel sito del Ps di Lugano.
Sargenti crede che il Partito socialista di Lugano abbia “un numero sufficientemente grande di persone che possono occupare i posti nei legislativi e negli esecutivi comunali, cantonali e nazionali che gli spettano, per cui sarebbero da evitare le doppie cariche”. A parte il pericolo di eseguire male o solo parzialmente il lavoro, quali sono i potenziali rischi di una doppia carica? «Affidare le cariche politiche a pochi consiglieri significa ristringere (invece di allargare) la base del Partito socialista, sezione di Lugano. Inoltre, i doppi incarichi limitano di molto la potenzialità e l’efficacia lavorativa dei politici di milizia, attivi anche nel campo professionale», spiega Sargenti. Quindi, in analogia con quanto già prevede l’articolo 18, quello che limita la durata delle cariche a tre legislature (e ha formalmente ‘impedito’ alla municipale uscente Cristina Zanini Barzaghi di ripresentarsi alla prossime elezioni di aprile, ndr). Altrimenti? «Altrimenti, c’è la concreta possibilità che si faccia male tutto».
Il risultato? Sargenti fa riferimento alla sua attività di consigliere comunale: «La conseguenza è che il lavoro politico nella sezione ne risente, soprattutto (e lo affermo per esperienza personale) ne risente il lavoro politico del gruppo in Consiglio comunale. Indipendentemente dall’accettazione di questa mia proposta, chiedo ai/alle candidati/candidate in lizza per il Consiglio comunale, che sono stati eletti in Gran Consiglio, qualora eletti/e, di scegliere tra legislativo cittadino e Palazzo delle Orsoline». Nel caso l’articolo venisse approvato sabato 3 febbraio, la questione riguarderebbe le candidate al Municipio e al Consiglio comunale Tessa Prati e Mattea David, se elette il prossimo aprile a Lugano.
La questione viene posta al Ps ma dovrebbe essere discussa anche dalle altre formazioni politiche.