Daniele Ryser, ex segretario della Regione, ricorda alle autorità locali l'esigenza di armonia, altrimenti la questione rimarrà irrisolta
Senza unità e armonia tra i Comuni, il problema del traffico in Malcantone non sarà mai risolto. Lo afferma Daniele Ryser, ex segretario della Regione Malcantone, profondo conoscitore della questione, che in passato aveva già più volte rimproverato le autorità locali per le posizioni discordanti, altrimenti le possibili soluzioni si allontanano. Ryser lo ribadisce ora, alla luce della recente notizia sulla circonvallazione ‘dimezzata’, che ha lasciato l’amaro in bocca in particolare ad Agno, il comune il cui aggiramento stradale, come noto, è stato tagliato dal Dipartimento del territorio, perché troppo oneroso.
In attesa di spiegazioni più convincenti rispetto alla versione fornita finora e all’esito della perizia esterna ordinata dal Dipartimento del territorio, anzitutto, Ryser parla di «grossa confusione in merito alla Circonvallazione Agno-Bioggio. Se ne ricama dagli anni Sessanta. Nel frattempo, sono spuntate varianti di ogni tipo, ma nessuna ha visto la luce. E pensare che all’inizio e fino agli anni Novanta, era proprio Agno a insistere e a presentare opposizioni, per tenersi il traffico attraverso il centro e accontentare i grotti e la ristorazione». Poi c’è stato chi voleva la galleria, con un’entrata tra Bioggio e Agno, l’uscita al Madonnone, idea che poi non è andata in porto, perché bocciata in votazione popolare e «perché la parte italiana non era d’accordo, perché non ha mai voluto avere una superstrada che attraversa le Prealpi varesine», ricorda l’ex segretario della Regione Malcantone.
Come mai non si trovano soluzioni al problema del traffico? «Purtroppo, negli ultimi decenni una soluzione che andasse bene a tutte le autorità locali non è mai stata individuata. Comuni e gruppi politici locali sono stati spesso in disaccordo. Anzi, direi che non c’è mai stata unità nella regione», risponde Ryser. L’ex segretario della Regione Malcantone rievoca anche il progetto di «doppia galleria: la prima avrebbe aggirato Magliaso, il secondo tunnel era invece previsto dal fiume Magliasina fino a Madonna del Piano. Una doppia galleria, meglio nota come variante C2 che venne peraltro inserita, come indicazione, nel piano di agglomerato di prima generazione (Pal1). Questa idea era integrata alla circonvallazione, nella parte di Agno, perché il primo tunnel sarebbe entrato in galleria al Vallone, ma il progetto è rimasto sulla carta». Circonvallazione o meno, prosegue Ryser, «bisogna sciogliere il nodo di Ponte Tresa. Nemmeno ora c’è un accordo unanime: nel basso Malcantone le autorità locali paiono poco interessate alla Circonvallazione». La situazione resta in stallo.
«Quando ero ancora in Regione Malcantone ho sempre cercato di riunire i Comuni, ma non siamo mai riusciti ad avere unanimità di visioni – rimarca il nostro interlocutore –. Dal canto suo, il Cantone di fronte a versioni contrastanti non si è mai sentito particolarmente motivato e ci si è concentrati sulla Circonvallazione di Agno e Bioggio. Ora, salta fuori la storia che i costi sono eccessivi perché c’è la falda. Questo esito è sorprendente, ma se questa opera venisse realizzata, andrebbe a favore di Agno e Boggio perché sgrava la viabilità dalle zone abitate, però non risolverebbe il traffico del basso Malcantone, perché il vero nodo è a Ponte Tresa». Quali sono gli ultimi tentativi di trovare una soluzione? «Il Cantone ha realizzato i lavori alle rotatorie di Magliaso, ma le colonne restano – risponde Ryser –. In fase di approfondimento, c’era anche il progetto denominato Eureka che metterebbe mano anche alla ferrovia Lugano-Ponte Tresa per fare una minigalleria di circonvallazione».
Quali sono gli altri elementi del progetto Eureka? «È previsto un nuovo nodo di interscambio modale in sotterraneo, in corrispondenza dell’attuale campo sportivo di Tresa – spiega Ryser –. Il valico doganale rimane quello attuale, mentre una passerella ciclo-pedonale permetterebbe all’utenza di lasciare l’auto dalla parte italiana in zona piazza mercato, dove è sorto l’autosilo. Il progetto prevede l’eliminazione del viadotto a lago costruito nel 1962, il ripristino del “quai” col materiale proveniente dallo scavo delle gallerie. L’idea risale agli anni Settanta, poi nel 1997 venne pubblicato il progetto, verificato da Confederazione e Cantone nell’ambito del Piano dei trasporti del Luganese. Un’idea che è stata oggetto di due programmi Interreg. Da una parte, si è puntato di organizzare e coordinare i posteggi per fermare i frontalieri a Ponte Tresa Italia nei parcheggi e trasferirli sulla ferrovia e questo ha funzionato».
Manca però la parte più rilevante. L’ex segretario della Regione Malcantone insiste sul fatto che «bisogna risolvere la viabilità a Ponte Tresa. Le auto, infatti, quando sbucano lungo il fiume devono risalire verso il valico e attraversare la dogana come adesso. E questo non va bene perché si blocca tutto. Per trovare una soluzione viaria, ho proposto una lettera di intenti tra Ticino, Regione Lombardia e tra i due Comuni Tresa e Lavena Ponte Tresa. Soluzioni ce ne sarebbero, ma da parte italiana c’è lo stesso atteggiamento di opposizione che ci fu ad Agno fino agli anni Novanta: l’autorità politica segue la posizione dei commercianti che vogliono lo status quo, ritenendo che se le auto passassero da un’altra parte, perderebbero clienti. Con il precedente pianificatore di Lavena Ponte Tresa, avevamo individuato alcune varianti, ma è stato nel frattempo licenziato, per cui bisognerà ridiscutere tutto». Nemmeno Eureka fa l’unanimità. «Caslano è scettico, perché chiede la variante C2. Però, questa galleria senza uno sbocco verso l’Italia non serve a niente. Caslano spesso si è opposto alle proposte viarie, non ha voluto nemmeno la pista ciclabile verso Ponte Tresa. I progetti c’erano e avevamo anche già inserito nel Pal2, con tanto di sussidi federali, una passerella ciclopedonale tra Lavena Ponte Tresa Italia e Tresa», rileva Ryser, secondo cui la Ctrl, «che venne costituita nel 1989 dopo una petizione promossa in Malcantone, dovrebbe essere più attiva».
Eppure, continua Ryser, «dopo lo scioglimento della Regione Malcantone, avevo proposto di strutturare meglio la Conferenza dei Sindaci con un supporto di segretariato che coordinasse e preparasse i dossier per i sindaci. Ma questa idea non è passata anche se c’era già la Fondazione Malcantone che avrebbe potuto svolgere questi compiti. Ora, la conferenza dei sindaci non mi pare funzioni molto bene. Senza un coordinamento tra i Comuni come fai a essere poi un interlocutore credibile col Cantone? Praticamente, si sta discutendo da più di 50 anni dello stesso problema. L’unica fortuna che abbiamo avuto è il potenziamento del tram e il rafforzamento dei trasporti pubblici da parte del Cantone, speriamo che adesso con le misure di risparmio non li taglino».