Luganese

‘Un progetto per Lugano, per il Ticino e per la musica’

Presentato il progetto vincitore per la Città della musica, che sorgerà dove ora si trovano gli studi Rsi di Besso. Oltre 21 milioni investiti dalla Città

Ecco come apparirà il polo della musica
(Architecture Club)
13 dicembre 2023
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La Città della musica di Lugano ha un volto, ed è quello del progetto intitolato ‘Pussar’ – opera dello studio basilese Architecture Club –, vincitore del concorso indetto dalla Città lo scorso 28 marzo. Si tratterà di un polo musicale, che riunirà in unico luogo diverse realtà del settore, tra cui il Conservatorio della Svizzera italiana (Csi), la Fonoteca nazionale, l’Orchestra della svizzera italiana (Osi), I Barocchisti, il Coro della Rsi e l’associazione svizzera di musica Sonart, attiva nella difesa degli interessi dei musicisti indipendenti. La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie all’acquisto da parte della Città del comparto che ha ospitato per anni gli studi di registrazione della Rsi a Besso, che adesso si trasferiranno a Comano. L’acquisto del valore di oltre 21 milioni di franchi, era stato approvato dal Consiglio comunale (Cc) lo scorso marzo, e si prevede un rimborso dell’investimento nell’arco di 99 anni. Alla presentazione, che si è svolta ieri presso l’aula magna del Conservatorio, hanno partecipato anche la direttrice del Decs, Marina Carobbio Guscetti, e il vicesindaco di Lugano, nonché capodicastero Cultura, sport ed eventi, Roberto Badaracco.

La presenza della Scuola universitaria del Conservatorio contribuisce a rendere il progetto anche logistico universitario, e come tale potrà attingere, per il tramite della Supsi, a contributi pubblici da parte di Confederazione e Cantone. La Fondazione Csi, committente del progetto logistico si farà carico di tutto quanto non rientri nella politica universitaria rispettivamente che non rientri nei contributi pubblici.

‘Un centro di competenza musicale’

Il progetto vincitore, selezionato tra 12 proposte architettoniche di alto livello, si prefigge di gettare le fondamenta per un polo musicale e culturale con un profilo complementare a quello già offerto dal Lac. «Io credo sia un progetto bellissimo – ha dichiarato Badaracco –. Si tratta di un mosaico composto da diversi tasselli, che andrà a ospitare diversi attori, e con il quale puntiamo a creare un centro di competenza musicale. Parliamo sempre del Lac, ma sul territorio mancavano dei centri di competenza veri e propri, i cui progetti finiscano per arrivare al Lac, anello finale della catena, rendendo Lugano una vera città della cultura». «Non è un discorso legato unicamente al conservatorio – ha specificato la presidente della Fondazione Csi, Ina Piattini Pelloni –, ma di una partnership tra le eccellenze del territorio. Non saremo dei coinquilini: ci saranno sì degli spazi dedicati ai singoli partner, ma la maggior parte saranno spazi comuni. È l’inizio di una sinergia».

«Sono felice che la collaborazione tra il Cantone e la Città di Lugano abbia portato alla concretizzazione di questo progetto – ha affermato Carobbio Guscetti –. Si è svolto un importante lavoro per dare una nuova sede al conservatorio, e grazie allo sforzo congiunto tra Cantone, Città e Confederazione, si riuscirà a dare a questo polo una valenza nella scena culturale internazionale».

‘Vogliamo mantenere l’identità dello stabile’

Saliti sul palco per presentare il loro progetto, gli architetti Pawel Krzeminski e Karolina Slawecka hanno elogiato la preesistente struttura, asserendo di non volerne sprecare l’identità. «L’idea è quella di minimizzare il più possibile la demolizione – han detto –, e di conservare la struttura costruita negli anni ’50, che già allora era stata pensata dagli architetti verso un’idea di crescita dello stabile. Allo studio Rsi, che rimarrà il cuore del comparto, andremo ad aggiungere due importanti volumi, cioè la sala prove, e l’aula docenze e performance. Abbiamo cercato di creare un equilibrio urbano, e tutti i nuovi edifici entreranno in dialogo tra loro». A prova di ciò, verranno infatti riprese le facciate con i caratteristici mattoni rossi, questa volta adeguati e ottimizzati per creare una filigrana che sia permeabile alla luce. Anche la sala prove sarà al passo coi tempi, e sarà per così dire modulabile in base alle esigenze, potendo ospitare orchestre di diverse dimensioni.

Il comparto vedrà al suo centro una piazza, e il complesso si troverà all’interno di una vasta area verde, in modo tale da renderlo uno spazio aperto e sociale che s’inserirà nel quartiere, e un punto d’incontro non solo per musicisti e musicofili, ma anche per allievi e studenti, siano piccoli, giovani o anziani, e tutte le persone ’normali’, che vorranno varcare le soglie della futura città e avvicinarsi alla musica, fosse anche solo per curiosità”.


Architecture Club
Il futuro comparto visto dall’alto

‘Un lavoro molto impegnativo’

In merito alla selezione del vincitore, nel comunicato stampa viene detto che “il progetto è stato scelto all’unanimità dalla giuria in quanto l’impianto generale, come pure l’inserimento nel contesto del costruito sono stati valutati come i più convincenti. I nuovi volumi degli edifici si aggiungono all’esistente confermandone il carattere di elementi eccezionali all’interno del parco e generando spazi esterni di qualità, chiari e funzionali che ben si relazionano con gli edifici protetti e con il contesto circostante. La nuova piazza d’ingresso offre uno spazio d’incontro pregiato e qualificante”.

Lo svolgimento del concorso e la selezione dei vincitori, non sembra però essere stato un compito facile. «Non è il nostro core business organizzare concorsi di architettura – ha dichiarato Cristoph Brenner, direttore generale della Fondazione Csi – e per noi è stato un lavoro molto impegnativo. All’interno del progetto c’è sia l’anima culturale, sia quella logistica e universitaria, grazie alla quale abbiamo potuto accedere ai contributi del Cantone e della Confederazione. Se avessimo costruito un progetto solo per il Conservatorio sarebbe sicuramente fallito».

«Siamo un paese famoso per essere litigioso – ha concluso il vice presidente della Fondazione, Giancarlo Dillena –, e solitamente quando si propone una nuova idea, c’è sempre qualcuno che pensa a come mettere i bastoni tra le ruote. Quello che si sta realizzando con questo progetto è un piccolo miracolo, perché se i ticinesi sono litigiosi, anche i musicisti non sono da meno, e qui abbiamo diversi enti e associazioni che lavorano insieme».

I prossimi passi

Ora che si sa che aspetto avrà la Città della musica, sarà il momento di iniziare a costruire. Già in primavera del prossimo anno, verrà presentato un messaggio parlamentare per la richiesta dei crediti di costruzione, mentre l’inizio dei lavori veri e propri è previsto per metà 2025. I lavori di ristrutturazione dovrebbero terminare ad agosto 2027, mentre la costruzione dei nuovi edifici si dovrebbe concludere nel 2028.

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