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Massagno, dalla fabbrica al residenziale intensivo

In pubblicazione la tripla costruzione sull'ex Ibsa; e il quartiere si allarma, opposizioni in vista

La distesa di modine
(Ti-Press/Golay)
9 novembre 2023
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Tre fabbricati, 86 appartamenti, 103 posteggi. In volume: 57mila metri cubi e 6’405 metri quadrati, a spanne oltre cento metri di lunghezza per un investimento preventivato in 36 milioni di franchi. Sono le cifre della “Residenza Via al Ponte”, un imponente progetto per il quale è stata depositata (quasi un mese fa) la domanda di costruzione, domanda giunta finalmente in pubblicazione durante le festività dei morti. Vi rimarrà fino al 16 novembre, presso la cancelleria comunale di Massagno. Una specie di quartiere, perché di questo si tratta, destinato a prendere il posto della storica fabbrica Ibsa e delle sue pertinenze, nell’area tra via al Ponte e via Lisano, sull’altipiano che sovrasta la stazione Ffs, ai piedi della collina dove si trovano le Scuole Medie di Besso. Il piccolo stabilimento farmaceutico risale agli anni 50, l’attività è nel frattempo stata spostata nel grosso complesso realizzato dalla stessa Ibsa sul Pian Scairolo. E così ecco un nuovo grosso cantiere. Due sono già aperti sulla stessa via al Ponte mentre altri si sono conclusi da poco nei paraggi. Il risultato, sempre lo stesso: palazzoni al limite delle capacità edificatorie, addensano di cemento un paesaggio prima popolato da villette, piccole palazzine, campi da tennis.

Il cambio di Piano regolatore

Il terreno in questione sembra essere passato dalla Ibsa alla Alfred Müller Sa di Baar, nel canton Zugo, che nella domanda di costruzione risulta appunto proprietaria del fondo, mentre l’istante è l’omonima Alfred Müller Sa di Camorino, una succursale. I piani di Ibsa erano noti da tempo, e già nel 2009 il Municipio di Massagno aveva avviato l’iter per la modifica del Piano regolatore comunale, da commerciale-artigianale a zona residenziale intensiva R19, vale a dire 19 metri alla gronda. A prima vista la domanda di costruzione sembrerebbe quasi conforme a quanto determinato a suo tempo; ma c’è per esempio una richiesta di deroga, la distanza insufficiente dalla strada per uno “spigolo” di casa, qualche decina di centimetri. Il complesso presenta la tripla costruzione articolata su diversi volumi e su cinque piani più un pian terreno, dunque sei livelli fuori terra, a cui si aggiunge la grossa autorimessa interrata. Ci sono delle zone verdi, ma a uso privato, salvo lo spicchio a est di questa proprietà, peraltro già oggi adibito a giardinetto. Il resto, la piccola fabbrica e l’ampia area oggi destinata a parcheggio, è destinata a riempirsi decisamente: di cemento, di abitanti e pure di auto.

Preoccupa l’aumento di traffico

E tra i residenti che hanno notato la distesa di modine serpeggia la preoccupazione. «Soprattutto per l’aspetto viario, senza contare che questi palazzi tolgono aria e luce» ci spiega Sergio Bernasconi, presidente dell’Associazione del quartiere Bomborozzo. «Vanno considerate pure le altre edificazioni in corso, e quella prevista prossimamente sulla vicina proprietà ex Righetti a Besso. E poi c’è la questione di via Lepori, che si vuole declassare, così il traffico su tutte le vie secondarie di Massagno andrà ad aumentare, anzi, sta già aumentando». Bernasconi è pessimista riguardo il destino del suo quartiere «che non è più veramente residenziale, per i rumori e per la questione ambientale. Il resto lo andremo ad approfondire: ci chiediamo per esempio se via Coremmo, che è sotto la giurisdizione di Lugano, possa subire un aumento del traffico. Posso già dire che sono previsti ricorsi. Ci chiediamo pure se quanto sta succedendo sia in regola rispetto ai vari piani riguardanti l’agglomerato del Luganese».

‘Tutto regolare’

È una questione effettivamente delicata quella degli accessi stradali, su piccole strade in zona 30 certamente non pensate per la massa di persone e di auto che i nuovi palazzi finiranno per attirare. Già oggi due auto faticano a incrociare su via Lisano, su via al Ponte come sulla laterale via Ceresio, dove si trova un asilo nido. La domanda di costruzione affronta la questione, supportata pure dallo studio massagnese di ingegneria del traffico Brugnoli e Gottardi, risolvendo che, citiamo, “la maggiore sollecitazione della rete stradale risulta ampiamente conforme alle prescrizioni Oif” (ordinanza contro l’inquinamento fonico, ndr) mentre “Lungo le tratte stradali più lontane dall’accesso veicolare al fondo, l’effetto del traffico indotto diminuisce conseguentemente alla sua progressiva ‘diluizione’ sulla rete stradale”. L’incremento calcolato dagli stessi promotori appare comunque importante, nella misura di 206 auto al giorno in più, su una via Lisano (dove è previsto l’ingresso dell’autorimessa) già sollecitata da traffico di transito e altri accessi privati. Tutti aspetti che andranno verificati, forse in occasione delle annunciate opposizioni, dal momento che presso la cancelleria di Massagno, malgrado la cortesia degli impiegati, è difficile esaminare una documentazione tanto voluminosa stando in piedi e sul piccolo banco della ricezione dell’Ufficio tecnico, come constatato pure dallo stesso Sergio Bernasconi e dall’architetto che per conto dell’Associazione sta cercando di decifrare il progetto. Insomma come si dice... affaire à suivre.