Apre i battenti una clinica per animali da compagnia che coprirà una lacuna che porta oggi molti a rivolgersi oltre Gottardo o a sconfinare
Si chiama La Trinità e simboleggia l’unione tra l’animale che deve essere curato, il suo amico umano e il veterinario. E la fede della principale promotrice del progetto, la signora Clelia Sartori Morel. Stiamo parlando dell’Ospedale veterinario che lunedì 2 ottobre aprirà i battenti in via al Mulino 2A a Cadempino. Una struttura privata, ma di interesse pubblico e a forte impronta sociale. Si tratta infatti a tutti gli effetti di una clinica per animali da compagnia: cani, gatti e i cosiddetti nuovi animali da compagnia (Nac), ossia uccelli, roditori, rettili, furetti. Con i suoi 2’000 metri quadrati di superficie distribuiti su quattro piani diventa in assoluto la più grande struttura del genere in Ticino, che entra direttamente nell’Olimpo delle più attrezzate cliniche svizzere andando a compensare una lacuna che porta molti proprietari di animali a sconfinare.
«È un’idea nata cinque-sei anni fa – spiega Sartori Morel –, è un sogno. Ho sentito l’esigenza di un polo più tecnico in Ticino che potesse dare la possibilità di cure più specifiche, perché io stessa e tanti miei amici dovevamo andare oltre Gottardo o nella vicina Italia quando si presentavano problematiche più serie. Abbiamo fatto molti sforzi e nel giro di due anni, fra progettazione e costruzione, siamo arrivati oggi a inaugurare la clinica». L’ospedale potrà fare affidamento su un team di circa trenta professionisti, fra veterinari fissi e collaboratori esterni, guidati dal dottor Alessandro Rottoli, direttore sanitario. «Quello che ne fa un ospedale è la completezza dei servizi e l’eccellenza della qualità – precisa –. In Svizzera abbiamo un paio di grandi realtà, come Berna, Zugo e Zurigo, che però sono parecchio distanti. Molti si rivolgono a Varese. È possibile però che se un animale ha un’emergenza, come un’emorragia, non sopravviva fino a Zugo o a Varese. Qui, avremo un servizio di Pronto soccorso con terapia intensiva, dove ci auguriamo di poter salvare il maggior numero di vite. Negli ultimi quindici anni sono stati fatti dei passi da gigante nella presa a carico continuativa degli animali e quindi è giusto anche in Ticino offrire quest’opportunità».
I contenuti sono effettivamente quelli di un ospedale vero e proprio, con i vari reparti: cardiologia, chirurgia, cure intense, dermatologia, gastroenterologia, infettivi, medicina d’urgenza, medicina preventiva, neurologia, nutrizione, odontostomatologia, oftalmologia, oncologia, ortopedia, terapia del dolore, videoendoscopia. Diversi spazi – a cominciare dalle sale d’attesa, passando per gli ambulatori e le sale per la degenza – sono divisi per tipologia di paziente: ci sono quelli per cani, quelli per gatti e quelli per Nac. «Questo, per cercare di stressare il meno possibile l’animale, evitando ad esempio di inserire il gatto in una stanza dove c’è odore di cane» spiega la promotrice. Inoltre, La Trinità contempla una farmacia veterinaria, un laboratorio per analisi specialistiche e di routine, un centro per la riabilitazione e la fisioterapia («manca ancora solo la vasca, che arriverà entro fine novembre») e una sala per le terapie alternative. Tra i fiori all’occhiello, la strumentazione: «Abbiamo, per esempio, un apparecchio a risonanza magnetica ad alto campo – puntualizza Rottoli –, una novità assoluta in Ticino ma molto rara in generale. E uno strumento molto prezioso per accelerare i processi diagnostici e dunque salvare vite».
Un investimento molto importante, non svelato, per un risultato di alto livello. Forse troppo? «Le perplessità posso capirle – replica Sartori Morel –: per chi non ha avuto esperienze con animali può sembrare tutto tanto, esagerato. Chi vive con un animale conosce invece il legame magico che si instaura e capisce il perché di determinate scelte. Inoltre, penso che questa struttura aiuterà gli animali il più possibile, ma saranno gli umani a essere aiutati ancora di più, perché lo strazio di determinate situazioni è più nostro che dell’animale». Il riferimento è, ad esempio, alla morte di un amico a quattro zampe. A tal proposito è stata creata la stanza arcobaleno, come ci spiega Kelly Sara Sartori, figlia di Clelia e co-promotrice: «È il cuore dell’ospedale. È lo spazio pensato per i momenti di passaggio. Siamo la prima struttura in Ticino che offre uno spazio senza tempo per salutare il proprio animale. Quattro box tutti insonorizzati, con una playlist selezionata per questo delicato momento. Inoltre, sotto consenso del veterinario, ha anche la funzione di permettere incontri fra persone e animali in degenza prolungata».
Sì, perché un’altra delle caratteristiche della clinica è quella di avere numerosi spazi appositi per le degenze. Solo per i cani se ne contano una trentina. Non sono un po’ troppi per una regione relativamente piccola come il Ticino? «Per la mia esperienza – osserva il dottore –, in realtà non è detto che siano sufficienti. Proprio perché sono poche le strutture che offrono una presa a carico continuativa, spesso capita ai più piccoli che non possono assicurarla di rivolgersi ai grandi». Facendo il paragone con gli esseri umani, è in sostanza un po’ come capita fra studi medici e centri specialistici. «La collaborazione con i veterinari sul territorio è proprio alla base della nostra filosofia – aggiunge Sartori –, noi siamo qui per aiutare. Non ci interessa il business, abbiamo realizzato quest’ospedale per aiutare i nostri colleghi e faremo tutto il possibile per far passare questo messaggio e far capire l’importanza di collaborare con loro».
Le collaborazioni non finiscono qui. Come spiega Sartori, ce n’è in atto una molto importante con la Società protezione animali di Bellinzona (Spab). «Loro ci segnaleranno gli animali randagi malati o feriti per i quali possiamo fare qualcosa. Ad esempio, penso ai gatti. In Ticino ci sono numerosi randagi, che se hanno la leucemia virale felina o il virus dell’immunodeficienza felina, vengono soppressi. Siamo il primo centro nel cantone ad avere il reparto infettivi e questo aiuterà a salvare numerosi animali e a evitare ulteriori soppressioni, in quanto ci sono delle cure per queste malattie feline. Tratteremo anche animali selvatici e rapaci». Tuttavia, «non si possono ospedalizzare animali selvatici, morirebbero per stress – sottolinea Rottoli –. Nel loro caso la nostra funzione non è ricoverarli, ma stabilizzarli e poi spostarli negli spazi della Spab appositi per la loro degenza». Infine, un’ulteriore collaborazione che si intende implementare è quella con le istituzioni universitarie. «Abbiamo già dei veterinari che insegnano – conferma Sartori Morel –. Ci piacerebbe fare settimane di studio o approfondimenti, per iniziare. Per il momento, nelle sale operatorie c’è una telecamera che permette di proiettare gli interventi, per poterli mandare anche in streaming nelle università».
Restando nel presente, in parallelo all’ospedale è stata istituita anche una fondazione: Hope for Animals. «Per statuto, buona parte degli utili dell’ospedale andrà alla fondazione – chiarisce Sartori Morel –. Avrà scopi sociali. All’estero, per supportare realtà molto più bisognose della nostra. Ma anche in Ticino, dove aiuteremo animali di persone in difficoltà economiche che necessitano di aiuto». Un aiuto a tutto tondo, in una struttura attenta anche all’ecologia: «Grazie all’impiego di energia rinnovabile, siamo autosufficienti quasi al 100%. Essere ecosostenibili rientra nella nostra concezione», conclude Sartori.