Luganese

La crisi economica fa paura, Lugano pensa a interventi puntuali

Sebbene dai dati emerga una situazione globalmente migliore rispetto a quella cantonale, un gruppo di lavoro elaborerà misure da presentare al Municipio

Sempre più difficile far quadrare i conti
(Ti-Press)
21 settembre 2023
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«Siamo nel mezzo di una tempesta perfetta, in un contesto più fragile di partenza come quello ticinese. I dati preoccupano». La crisi economica continua far paura, anche al Municipio di Lugano e al capodicastero Consulenza e gestione Tiziano Galeazzi, al punto che stanno pensando a «misure di intervento puntuali per una risposta, nei limiti delle competenze comunali, la più rapida ed efficace possibile». È forse questa la novità principale emersa dalla presentazione della seconda edizione del monitoraggio sugli indicatori economici e sociali e del loro impatto a livello regionale.

Rispetto alla prima edizione, che aveva pronosticato una riduzione del reddito disponibile nelle tasche dei luganesi del 20% nel 2023, l’analisi di quest’anno non si lancia in previsioni dettagliate. «Questo, perché l’anno scorso eravamo usciti con lo studio a dicembre, e avevamo già tutti i dati – spiega il municipale –. In ogni caso si è rivelato uno strumento utile, che intendiamo riproporre annualmente. Lo ho voluto fortemente, perché siamo in un contesto particolare dovuto alla guerra in Ucraina, all’inflazione e ad altri fattori che hanno creato un cocktail esplosivo. La statistica è molto importante per permettere delle riflessioni e cercare di prevedere cosa potrebbe succedere. Pertanto abbiamo fatto delle proposte concrete al Municipio».

Aumentano i contribuenti fisici e diminuiscono quelli giuridici. Viceversa per i rispettivi gettiti

L’analisi è molto ampia, e contempla diversi aspetti in primo luogo macroeconomici a livello nazionale e cantonale e successivamente sposta lo sguardo sulle peculiarità locali. Dall’evoluzione del Prodotto interno lordo (Pil) – che è sotto le attese in Svizzera, come in Europa – all’inflazione – che pare rallentare rispetto a pochi mesi fa –; dai tassi d’interesse bancari (in crescita) al mercato immobiliare; dai prezzi del carburante al mercato energetico; dai costi di cassa malati al rapporto debito-Pil; dai tassi di cambio alla fiducia delle imprese e dei consumatori. L’accento si sposta poi su Lugano, a partire dalle finanze pubbliche. E i dati più recenti disponibili – quelli del biennio 2018-19 – indicano un aumento del numero di persone fisiche contribuenti e una riduzione delle persone giuridiche, ma, curiosamente, anche un aumento del gettito fiscale di queste ultime e una flessione delle prime.

Forte aumento delle residenze secondarie

Allo stesso tempo, emerge aumento di residenti secondari: in dieci anni sono cresciuti del 7,2%, a fronte di un aumento degli abitanti permanenti dello 0,7%. E proprio questo è uno dei dati sui quali Galeazzi vorrebbe lavorare. «Considerato il contesto di crisi – spiega – bisognerà cercare di lavorare sulle entrate e sulle uscite. Per non appesantire i contribuenti con ulteriori imposte, una possibilità potrebbe essere quella di capire meglio le dinamiche relative alle residenze secondarie e cercare, se possibile, di tramutarne il maggior numero possibile in primarie, dato che allo stato attuale non pagano le tasse qui e non aumentano il potenziale gettito cittadino». Proprio l’analisi di questo potenziale scenario è una delle misure d’intervento proposte al Municipio.

‘Ci vuole un’educazione alla statistica: troppi dati’

Tornando ai dati, quelli sulla disoccupazione sono all’apparenza confortanti. Lugano ha un tasso mediamente più basso rispetto quelli cantonale e nazionale, ma per quelli cittadini ci sono unicamente i dati della Segreteria di Stato dell’economia e non quelli dell’Organizzazione internazionale del lavoro. E come spiegano Giorgio Maric e Lorenzo Barisone – rispettivamente responsabile e collaboratore del Servizio di statistica urbana, che si è occupato dell’analisi –, è una differenza sostanziale in quanto i primi conteggiano unicamente gli iscritti agli uffici di collocamento. Proprio una ‘educazione alla statistica’ è un altro degli obiettivi presentati all’esecutivo. «Siamo anche in un’epoca di inflazione dei dati, non solo economica – osserva Maric –. In giro si trovano molti dati. Ma sono comparabili fra loro? Bisogna prestare attenzione. Per questo ci piacerebbe, magari in collaborazione con le scuole, approfondire questi concetti».

‘La crisi c’è e durerà’

E poi, i dati vanno messi in relazione fra loro. Se da un lato l’anno scorso c’è stata una significativa riduzione delle persone in assistenza sociale (-8,9%), «il tasso e il rischio di povertà nel nostro cantone sono più elevati, rispettivamente del 70 e del 59,7% rispetto alla media svizzera e nel 2023 a livello cantonale sono in aumento le domande di sostegno sociale» osservano i due studiosi. Inoltre, si registra a livello nazionale un aumento dei precetti esecutivi nei confronti dei privati, dal 20% di Lucerna al 5% del Ticino: «Una conferma dell’aumento delle persone in difficoltà». Uno sguardo, infine, anche sul caso Credit Suisse. Se al momento non è noto quanti tagli toccheranno la piazza finanziaria luganese, è anche vero che «a livello svizzero è plausibile ipotizzare un riassorbimento in altri settori (delle persone licenziate, ndr), la composizione del tessuto economico ticinese rende tale epilogo più aleatorio. Queste statistiche dimostrano che la crisi c’è e durerà. Tutto quel che avviene a livello svizzero, in Ticino ha un effetto maggiore essendoci un contesto molto più fragile».

‘Dati che preoccupano’

«Sono dati che preoccupano» osserva infine il municipale, introducendo le richieste portate in Municipio. Oltre a quella già citata, ossia l’analisi sulle residenze secondarie, altre due sono di rilievo. Intanto un potenziamento dell’educazione finanziaria, che viene già fatta dalla Divisione socialità che organizza corsi e pubblica opuscoli. «C’è margine per fare di più – secondo Maric –. Magari rivolgendosi alla piccola imprenditorialità. È molto importante prevenire l’indebitamento privato». E poi, soprattutto, la creazione di un gruppo di lavoro. «A coordinarlo sarà il nostro Servizio di statistica urbana – sottolinea Galeazzi –, ma sarà composto dai funzionari di diverse divisioni interessate, dalla Socialità alle Finanze. Il loro compito sarà quello di, sulla base delle cifre che man mano verranno raccolte, approfondire la situazione e a seconda degli scenari che si prevederanno proporre ipotesi di soluzioni puntuali e concrete».