È in prigione per reati finanziari il 44enne alla testa del club da pochi mesi. Compromessa la partecipazione al campionato di Women’s League
Le conseguenze dell’arresto di Cesare Badila, presidente dell’Hockey club Ladies Lugano, sono gravi e potrebbero compromettere la partecipazione della squadra al campionato di Women’s League che comincia il prossimo 16 settembre. Lo afferma, senza peli sulla lingua, Flavia Petrimpol, Ceo della società. Manca all’appello una cifra che si aggira tra i 50 e i 100'000 franchi. E il tempo stringe. La società deve trovare il denaro entro l’inizio della prossima settimana. Altrimenti, si chiude baracca.
L’imprenditore, 44 anni, di nazionalità italiana, è stato arrestato il 31 agosto, accusato di una serie di reati finanziari commessi attraverso diverse società nel corso di più anni. Il suo nome nel Registro di commercio del Canton Ticino, compare in ben 22 società, la maggior parte delle quali sono tuttavia state stralciate per fallimento. Stando alle accuse che gli prospetta il sostituto procuratore generale Andrea Balerna, l’uomo si sarebbe servito di queste società per contrarre debiti che sapeva di non poter restituire. Questo denaro, Badila lo avrebbe utilizzato per finanziare uno stile di vita costoso che, altrimenti, non avrebbe potuto sostenere. Non solo. Altre accuse nei suoi confronti sono quelle di aver fornito false informazioni per ottenere un credito Covid di 400'000 franchi garantito dalla Confederazione.
Nessuno, circa un mese fa, quando c’è stata la presentazione della nuova stagione delle Ladies, al primo allenamento della compagine bianconera, avrebbe mai pensato male di lui. Eppure, come detto, qualche segnale c’era già. Ieri, sono peraltro emerse difficoltà tali da mettere a rischio la partecipazione del club al campionato. È davvero dispiaciuta, per usare un eufemismo, Petrimpol: «Non capisco come questo uomo abbia potuto metterci in questa situazione e assumere la carica di presidente. Ci ha messo in guai grossi, promettendo investimenti che non sono arrivati. I soldi avrebbero dovuto confluire nella società entro la fine di agosto. Invece, non sono mai arrivati. Adesso, abbiamo capito perché non è mai arrivato il denaro. Ora, ci siamo dati tempo fino a lunedì prossimo per cercare aiuto. Però, è molto difficile. Avevamo predisposto anche un piano di rientro da tutti quei debiti che aveva accumulato l’ex presidente Sidney Piaget. Poi ci sarebbero da versare i salari e i rimborsi spese del mese di agosto».
Ora, l’Hockey club Ladies Lugano cercherà di trovare una sorta di salvagente finanziario, chiedendo aiuto a un ente pubblico o a un privato, per poter perlomeno continuare l’attività. Dal canto suo, la Città, spiega il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, ribadisce quanto già dichiarato in passato in situazioni analoghe: «Come ente pubblico, non possiamo subentrare alla società, né possiamo finanziare il mantenimento della gestione corrente. Da parte nostra, c’è la disponibilità di mettere a disposizione gli spazi. Oltre alla logistica, non ci spingiamo. Dispiace parecchio, per le Ladies. Avevamo però messo in guardia la società dai rischi e ai vertici della squadra abbiamo richiesto chiarimento sul trapasso di società, senza mai ottenere risposte esaustive».
Un'altra opzione per salvare capra e cavoli, sarebbe quella di chiedere aiuto all’Hockey club Lugano, proponendo di assumere la conduzione delle Ladies. Dal tenore della nota stampa, giunta nel pomeriggio di oggi, da parte dei vertici dell'Hcl, non ci sarebbe un gran margine di manovra. “Di fronte alla gravità di questa situazione, l’Hockey club Lugano e il presidente del suo Consiglio d’amministrazione Vicky Mantegazza ribadiscono la loro estraneità alla gestione sportiva, amministrativa e finanziaria della squadra di hockey femminile a Lugano a partire dal campionato 2018/19. A partire da tale stagione, la gestione sportiva, amministrativa e finanziaria della squadra di hockey femminile a Lugano è stata infatti assunta in modo autonomo dall’associazione Ladies Lugano”.
Continua la nota stampa, “pur dispiaciuto per le conseguenze che l’inchiesta del Ministero pubblico potrebbe avere per il futuro della squadra iscritta al massimo campionato femminile svizzero e in particolare per le atlete coinvolte, l’Hockey club Lugano conferma in questa occasione anche la strategia già comunicata negli scorsi mesi sul tema dell’hockey femminile: la società bianconera continuerà come sempre a reclutare, allenare e crescere le bambine e le ragazze appassionate di hockey su ghiaccio nell’ambito della propria Sezione giovanile, restando nello stesso tempo aperta a valutare la partecipazione a un progetto fondato su basi solide per una squadra unica nel cantone”. Sull’argomento non saranno rilasciate dalla società e dai suoi dirigenti ulteriori dichiarazioni.