La paurosa testimonianza di un terzetto di studenti universitari a Lugano colpiti dal maltempo all'inizio della loro vacanza italiana
Tre studenti universitari di ritorno, fra lunedì e martedì, da quella che era stata, fino a quel momento, una divertente giornata a Gardaland. Maxim Eremeev, studente alla facoltà di Marketing management a Lugano, ci racconta invece il finale pauroso. Insieme a due suoi amici, Ivan Linnikov e Mikhail Vasilyev, e con altrettante auto, sono stati letteralmente colpiti da una terribile grandinata mentre, in serata, stavano uscendo dal parcheggio del parco a tema in provincia di Verona.
«Stavamo proprio cominciando la nostra vacanza – ci spiega –, dopo il parco volevamo infatti proseguire per Venezia. Il nostro viaggio però è stato interrotto da cinque minuti di paura. Erano circa le 22.30, quando i responsabili di Gardaland decidono di invitare chi era ancora presente all'interno della struttura a portarsi all'uscita a causa di un forte vento. Il tempo di arrivare all'auto ed è cominciato tutto. Fortunatamente non ci ha presi mentre stavamo camminando, sarebbe stato catastrofico...!».
Una situazione che con i minuti diventa sempre più complicata e pericolosa: «Era terribile, ci trovavamo nel traffico per uscire dal parcheggio scoperto, non c'era nulla dove ripararsi, potevamo solo restare fermi nelle nostre vetture. Abbiamo subito capito che era un momento particolarmente serio perché il vetro posteriore è andato subito in frantumi. La cosa preoccupante era che uno dei due tetti delle nostre auto era in vetro... Ci siamo così protetti con gli zaini e mettendoci in testa i tappetini. Fuori vedevamo le persone che ancora a piedi correvano impaurite alla ricerca di qualche riparo fra i cespugli, ma dubito abbiano potuto preservarli dai colpi fortissimi della grandine».
I tre si sono anche resi protagonisti di un primo soccorso a una famiglia dei Paesi Bassi che non parlava italiano: «Gli abbiamo medicato il bambino di due anni, colpito alla testa dalla furia del maltempo. Abbiamo cercato di telefonare all'ambulanza e alla polizia ma le linee probabilmente erano sovraccariche, dato il forte temporale che si era scatenato su tutta la zona, fino a Milano».
Grandinata passata i tre giovani decidono di tornare a Lugano: «Le auto pur colpite seriamente, si parla probabilmente di un danno totale, ci hanno sostenuti con l'ausilio delle quattro frecce. Un viaggio di sei ore fino in dogana e poi ancora tre data la delicata situazione. A guardare le nostre automobili sembra che siamo stati presi a martellate, ci sono buchi sulla carrozzeria e vetri completamente rotti. Siamo stati comunque fortunati rispetto a chi viaggiava già in autostrada ed è stato bersagliato a forte velocità dal ghiaccio. Abbiamo visto il panico fra le persone, le macchine distrutte, per noi qualche taglio per i vetri rotti. Ma poteva davvero andare peggio...».