Uno dei due poliziotti condannato per abuso di autorità contesta la sentenza della Pretura, l'altro (accusato anche di vie di fatto) sta ancora valutando
Ci sarà sicuramente un secondo processo alla Corte di Appello e di revisione penale di Locarno sul fermo ‘muscoloso’ andato in scena al Quartiere Maghetti di Lugano a fine 2020. L’agente della polizia della Città di Lugano contesta la recente condanna inflittagli dalla Pretura penale. Il suo avvocato Maria Galliani ha inoltrato l’annuncio di appello, ritenendo che il suo assistito non abbia violato alcuna norma di comportamento nell’ambito dell’intervento. Un intervento che, lo ricordiamo, è andato in scena il 28 dicembre di due anni e mezzo fa in pieno periodo pandemico, nell’ambito di un fermo di un 18enne di nazionalità irachena, ed è diventato virale sui social, costringendo il comandante e l’allora titolare del Dicastero sicurezza di Lugano, a commentare l’episodio sui media.
L’altro poliziotto di Lugano, accusato dal Procuratore generale Andrea Pagani e condannato dal giudice della Pretura penale Simone Quattropani a una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere, per abuso d’autorità e vie di fatto, ieri non aveva ancora sciolto le riserve. In sostanza, come ci ha spiegato il suo avvocato Roy Bay, stava ancora valutando se valesse la pena contestare la sentenza della Pretura penale. In effetti, è relativamente eloquente, in uno dei video finito nelle mani degli inquirenti e visionato al dibattimento celebratosi a metà maggio, il gesto con il quale l’appuntato ha tolto la sigaretta dalla bocca del giovane durante il fermo. Un gesto che il poliziotto non avrebbe dovuto compiere, come lui stesso ha riconosciuto nel primo procedimento, anche se la vittima, in precedenza, si era avventata sull’appuntato nel tentativo di prenderlo per il collo. Ma questo movimento del giovane è stato interpretato dal giudice come un’azione difensiva.