La notizia è emersa durante l’assemblea dell’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese. Attesi entro l’anno i risultati dell’analisi.
Entro la fine dell’anno si avranno informazioni più precise sul Parco regionale del Camoghè. Lo scorso aprile, l’Ente regionale di sviluppo del Luganese (Ersl) e i Comuni promotori hanno infatti dato mandato a una società di effettuare uno studio preliminare di fattibilità del progetto di portata sovra-regionale. I risultati arriveranno entro la fine dell’anno e fungeranno da base per i successivi passi con Cantone e Confederazione. Obiettivo finale: la candidatura all’Ufficio federale dell’ambiente. La notizia è emersa durante l’annuale assemblea dell’Ersl, tenutasi oggi alla sede centrale del ‘Corriere del Ticino’.
«I Comuni promotori (Lugano, Bellinzona, Capriasca e Ponte Capriasca, ndr) hanno confermato la loro adesione di principio al progetto – spiega a ‘laRegione’ il presidente dell’Ersl, Franco Voci –. Una disponibilità che costituiva una prima condizione necessaria al proseguo dei lavori, anche dal punto di vista di alcuni criteri formali (superficie minima di 100 chilometri quadrati, continuità territoriale, qualità paesaggistica, ecc.). Il coordinamento con questi Comuni, con l’Ente regionale di sviluppo del Bellinzonese (Ersb), il Cantone e la Confederazione ha avuto luogo la scorsa primavera. L’Ersl e l’Ersb copriranno gran parte dei costi di questo studio. Gli obiettivi di quest’ultimo sono: definire il percorso da seguire verso la candidatura, con le principali tappe e tempistiche, i documenti da produrre, una stima dei costi, una valutazione delle varianti di perimetro e del modello di governance».
Il progetto iniziale, ricordiamo, prevede di riunire territori senza cesure dovute a infrastrutture o insediamenti e si situa all’interno del più vasto ‘corridoio di selvaticità’ di circa 80 chilometri che va da Gandria al Passo della Spluga. Un parco naturale regionale è una delle tre tipologie di parchi di interesse nazionale e consente di sostenere l’economia locale (in particolare attività tradizionali, ma anche turismo) e di valorizzare il paesaggio. «È anche un modo per aumentare la visibilità di una regione grazie al fatto che si entrerebbe a far parte della Rete dei parchi svizzeri ottenendo un label che può andare a beneficio di tutto il Luganese in termini turistici» aggiunge Voci. Contrariamente ai parchi nazionali, un parco naturale regionale non prevede zone protette «ed è da intendersi più come uno strumento di sviluppo regionale che permette di beneficiare anche di importanti sostegni federali e, solitamente, cantonali».
In attesa degli sviluppi riguardo a quest’importante iniziativa, un’altra dovrebbe veder la luce entro la fine dell’anno, come spiegato dal presidente e dalla direttrice dell’Ersl Roberta Angotti Pellegatta. Si tratta del progetto ‘Comuni forti e in rete’. «È una piattaforma informatica sulla quale saranno caricati informazioni, esperienze e progetti condivisi da tutti i Comuni del Luganese – spiega Voci –. Adesso siamo nella fase di realizzazione, c’è un gruppo di lavoro che riunisce molti segretari comunali, tecnici e altre figure di riferimento degli enti locali. Entro la fine dell’estate dovremmo completare i lavori e presentare la piattaforma ai Comuni, che rientra nella nostra strategia per rendere la regione più inclusiva, attrattiva e viva».
Durante la serata sono stati inoltre presentati anche il rapporto di attività e il Consuntivo del 2022. I progetti sostenuti dal Fondo di promozione regionale del Luganese sono stati 14, un po’ in calo rispetto agli anni precedenti, per un totale di 213’600 franchi circa a fondo perso. Contributi che hanno favorito l’avvio di iniziative con un investimento totale di 2,27 milioni di franchi di franchi. I conti dell’ente invece si sono chiusi con un leggero attivo: 1’779,21 franchi di avanzo, in linea con il Preventivo.